Fortissimi Codardi

Eravamo due acini d’uva io e te
appesi ai tralicci di ferro
sulla punta della tua città
vicini come rondinotti acerbi

esiliati dalla terra
respiravamo il cielo
appesi ai tralicci di ferro
come biancheria perduta.

Quando scendeva la foschia
ci copriva a noi per primi
e ci prendevamo per lo spirito,
lì, sui tralicci di ferro.


Consegnata

Le stanze bianche sono piene di angeli
le stanze bianche, rotonde
le stanze di luce bianca
che fa troppo rumore
nella notte

Le stanze sono piene di angeli
ma io vengo da te
nel sole di un Ottobre di spalle nude
nelle stanze vuote

Nelle stanze vuote e quadrate
nelle stanze svuotate
nere, e rosse, e blu
nelle stanze silenziose
oggi e domani, e domani ancora

E adesso le candele ballano
coi loro passi pesanti sulla musica
e tu sei così lontano
da doverti disegnare


Pioggia

Ora si disperde
come le risa dei soffioni
tutta la mia gioia

Si raccoglie
sotto il corpo di una nuvola

Poi ricade
sul tuo letto, ai tuoi piedi