Bambola di pezza

Luce spenta questa sera

così spoglia è la tua tavola

e così fredda la tua casa.

L’illusione di chi spera

di chi culla una chimera

che ritorni quella favola.

Un miraggio hai costruito

uno straccio ricamato

per dispetto l’hai stracciato

e l’universo allontanato.

Piangi ora di nascosto

ma vorresti dirlo al mondo

che hai perduto il tuo posto

nella frazione di un secondo

e di colpe non ne avevi

ma non hai pestato i piedi

quando ancora nella stanza

aleggiava la speranza.

Con la porta chiusa a chiave

le finestre spalancavi

il calore rifuggivi

e di gelo ti vestivi

la fiducia tu vivevi

che un castello di cartone

sopravvisse all’acquazzone,

e mentre ogni cosa si bagnava

ed ora è tutto da buttare

tu vuoi asciugare il mare.

Ma ormai non c’è più tempo

se ti siedi solo un momento

prenderesti nuovi appunti

per cercare i componenti

e col tempo riprovare

e di nuovo amalgamare

questi nuovi ingredienti.

Ma stavolta non sbagliare

le tue dosi a bilanciare

che tu possa poi sfornare

un’esistenza un po’ più dolce

per quel che resta da assaggiare

e poter poi cancellare

tutte le giornate amare.


La Signora in nero

Finalmente sei arrivata

cara amica mia agognata

giungi sempre all’improvviso

anche s’ era ormai deciso

presto o tardi non lo sai

ma è sicuro, arriverai

io di certo vorrei sapere

a quale posto vorrai sedere

scegli bene, non sbagliare

sarà difficile poi rimediare

non far torti se ti riesce

che sia cane, gatto o pesce

dai a ciascuno un’occasione

non soltanto l’illusione

di esser stato solo spettatore

in questa breve commedia ad ore.


 

Un giudice severo

Le mie ali hai tarpato

e il mio intelletto imbrogliato,

a una reggia tu pensavi

ma una gabbia costruivi,

che sia d’oro oppur d’argento

di volar riuscivo a stento,

sempre pronto ad incolpare

chi d’ardire va a peccare,

un maestro duro e austero

nel criticar ogni pensiero,

la fortuna hai sfidato

e il tuo coraggio è ripagato

ma la noia ha il sopravvento

e ormai di tutto fai lamento,

e con senno ritardato

il mio animo hai liberato

or ti vai a meravigliare

del perché ho le ali e non so volare.