L’olivo
Albero triste e spoglio,
cui strappano il germoglio
e curan le ferite
con sgorbie acuminate.
Ti troncano ogni ramo
che guarda verso il cielo,
perché non dà guadagno
ed è un invito al volo.
Anche le mie emozioni
furon cauterizzate
con analoghi arpioni,
estate dopo estate.
Albero del mio dolore,
ricorro a te quando la speme muore;
la guancia mia nel cuore tuo fa breccia
quando la premo sulla tua corteccia.
Albero del mio sospiro,
la chioma tua risplende come oro;
le tue radici accolgon nel profondo
un menestrello che fuggì dal mondo.
Caro fratello griso,
oggi sarò con te in Paradiso.
Come vola, di giorno, la luna!
Come vola, di giorno, la luna:
occhi grandi la stanno a guardare!
Senza ali, e senza una piuma,
non si sa come fa a non cadere.
Senza notte per darle colore,
è un deserto, una cresta di duna.
Senza buio per darle sostegno,
la diresti sfuggita ad un sogno.
Eppur vola, di giorno, la luna:
come uccello, ma senza fortuna.
La catenina
Menti: “Non farci caso!”
Ma tiri su col naso
e il cuor ti batte in fretta
sotto la camicetta,
come per troppo ardore;
ma è un groppo di dolore.
Vorrei poter lenire:
se tu mi lasci dire,
se tu mi lasci fare
e, piano, accarezzare
quel mare fra i tre colli,
sotto la catenina
che baci ogni mattina!