ABISSO

SULL’ORLO DELL’ABISSO,
MI FERMO SPESSO A PENSARE,
IN EQUILIBRIO INSTABILE
SU PRESUPPOSTI FRAGILI,
E’ FACILE INCIAMPARE,
ED E’ QUESTA CONDIZIONE,
DI PERICOLO IMMINENTE,
CHE ALIMENTA IL MIO MOTORE,
CHE FA VIVERE LA MENTE.
SPOGLIANDOMI DI COSE INUTILI,
CHE MI FANNO RALLENTARE,
MORIRE E POI RISORGERE,
PER POTER RICOMINCIARE.

A MIA MADRE

GLI OCCHI INFOSSATI,
DISPERSI NEL VUOTO,
RUGOSI, INCANTATI,
DA UNA FAVOLA ANTICA.

IL VISO NASCOSTO
ALL’OMBRA DEGLI ANNI,
TRA CONFUSI RICORDI
CALPESTATI DAL TEMPO.

ANCORA CONSERVI
VESTITINI CONSUNTI,
COME RELIQUIE RIPOSTE
IN SANTUARI CADENTI.

E IL RICORDO SOVENTE,
VA’ A QUEL GIORNO LONTANO,
LA GIOIA INFINITA
DI QUEL VAGITO A TE CARO.

L’AMORE CHE SERBI
NEL TUO CUORE MAI STANCO
DI AMARE L’INGRATO,
PER TE GIOIA E VANTO.

A ADESSO CHE HAI SUBITO
L’INGIURIA DEGLI ANNI,
SACRIFICANDO LA VITA
SULL’ALTARE DEL TEMPIO,

RIMANE SOLO UN UOMO,
TRISTE E ORMAI STANCO,
DI RINCORRERE SOGNI
BALDANZOSO E ARROGANTE.

PERDONA MADRE,
PER CIO’ CHE MAI TI SCRISSI,
PER CIO’ CHE MAI TI LESSI,
PER CIO’ CHE MAI TI DISSI,

TI VOGLIO BENE.

FARFALLA

SVOLAZZI TRA GLI ALBERI
LEGGERA E LEGGIADRA,
TRA I RIFLESSI DEL SOLE
NELLA CALDA GIORNATA,
POI STANCA E SFINITA,
SU DI UN FIORE TI POSI
AD ASSAPORARE LA VITA.
RICOMINCI DANZANDO
A LIBRARTI NELL’ARIA,
VOLTEGGIANDO SICURA
NEL TUO VOLO A COLORI,
DESCRIVENDO FIGURE
DI PITTORE DISTRATTO,
CHE IMBRATTA LA TELA
NEL SUO QUADRO ASTRATTO.
COSI’ TU,
NEL MIO LETTO TI MUOVI,
VESTITA DI NIENTE
I MIEI BACI T’INVOLI,

TRA LENZUOLA DIPINTE
SVOLAZZI LEGGERA,
TRA LUCI SOFFUSE
NEL CALAR DELLA SERA.
VOLTEGGIANDO SICURA,
IL NOSTRO QUADRO DIPINGI,
DELL’AMORE I COLORI
DAL MIO CUORE LI PRENDI.
POI STANCA E SFINITA FELICE TI POSI,
E SUL TUO FIORE DIPINTO,
RICOMINCIA LA VITA.