Il risveglio del mattino

Il giorno sgrana
rosari d’arancia
mentre il cielo stende
un lenzuolo turchese
con le mani di nuvole e cotone

tra il fiato del ruscello
che dipinge il colore delle onde
sopra i granelli d’ambra
addormentati

Gli alberi arruffati
scrivono il verde negli occhi dell’erba
con ciuffi saltellanti
che inseguono le lepri
con zampettio di muschio

e nelle pagine fresche di sole
dondolano riflessi
accovacciati
di monti a penzoloni

che odorano di caldo e violacciocche
tra danze d’api
e balli di rondini
sotto il fruscio di rami
e di silenzi

Canta il mattino con lo sguardo terso
melodie di fragole e farfalle
e porta un cesto di profumi rossi
all’orizzonte.


Una notte soltanto

Per una notte sola
trattenerti nel mio azzurro
– senza biglietto di ritorno –
accendere lo sguardo al buio
e al tempo che resta di noi

sentirti parola farsi sogno
e sogno vestirsi di parola
tra le pieghe dell’inverno
o tra i colori di un’estate insonne

Con le mani che riempiono i silenzi
bere carezze turgide
– assetati di luna –
sulle sponde del domani
in bilico tra il nulla e il tutto

e il vuoto si addormenta
– sola andata –
quando spoglio il tuo profilo
tra i capelli e i vetri.


Senza te

Mi resta il silenzio
della tua pelle
e il profumo che si accovaccia
tra i cassetti di ieri

mentre inseguo un ricordo
con mani lente
troppo liquido
per i miei occhi stanchi

che oscurano di lacrime le ciglia
Mi restano le labbra sospese
sul letto del tempo
intorpidite da miele e bugie

che distillavi senza la bambagia
delle tue braccia di granito e muschio
sotto un pezzo di cielo
dove hai scritto il mio nome

con voce afona di voce
e sguardi vuoti di parole
Mi resta un’orma gelida
nel tepore dei pensieri

che la bocca raffredda
dietro i passi segnati dalle pagine
di un amore a metà
inciso con il sale

e l’inchiostro slavato
nel bianco della tua assenza
Mi resta il rumore fragile
dell’abbandono.