BREVIARIO DEL NAUFRAGO

GIORNO 92

 

Stamattina pensavo a questo appuntamento con me stesso,

questo che sbrigo sempre di sera, un po’ indolenzito dal giorno.  

 

Lo scrivo quando il mondo e le sue cose hanno smesso di avermi, 

quando lascio la mano a tutti i piccoli compiti quotidiani e abbasso la tenda, 

sparendo,

come si fa quando c’è di mezzo l’amore. 

Credo serva a non perdermi, a duplicarmi, a mettere le note a margine ai fatti che incontro.

 Ma poi va a finire sempre che non riesco a unire il me che osserva e quello che vive,

 

come se fossi due uomini sempre a un metro di distanza,

per non infettarsi a vicenda, 

perché c’è bisogno che l’uno possa salvare sempre l’altro


 

BREVIARIO DEL NAUFRAGO

GIORNO 85

 

Non poter far nulla per qualcosa,

subire i fatti mi fa ricordare quei moribondi che incoscienti da più ore,

prima di morire aprono gli occhi, li fanno immensi,

e ti fanno capire che hanno capito tutto quello che sta accadendo, proprio come te. 

 

Sono stati troppi i giorni in cui abbiamo solo aspettato, al freddo,

tra un pranzo e una cena, fino a prendere la stessa consistenza dei muri,

ad odorare di chiuso, 

come un armadio antico in cui la nonna ha lasciato un po’ di naftalina.

 

Anche oggi aspetti, anche se sei fuori.

Cosa non lo sai, qualcosa che non sarà di certo come ieri e che non hai mai immaginato.

 

 Per la prima volta ti manca il tempo lungo,

è un po’ come se qualcuno ti stesse sulle spalle e ti portasse col suo peso di qua e di là,

simile a un ubriaco uscito dalla taverna,

o a una mosca che schizza impazzita dopo essere stata a lungo chiusa nella mano.

Anche tu hai gli occhi spalancati, ancora


BREVIARIO DEL NAUFRAGO

GIORNO 59

 

Stanotte non mi servirà dormire, 

ho detto al giorno che so ancora sognare.

 

E allora ho fatto a pezzi una piccola pietra, a poco a poco, per ore, fino a ritrovarmi la sabbia.

Ci ho messo sopra il piede, avevo vent’anni, 

ma è bastato poco e ho sentito che non scottava, che non mi faceva saltare.

“Sarà certamente tardo pomeriggio”

e ho camminato, a voler entrare nel mare.

Mi son detto che di certo era una piccolissima spiaggia se dopo 10 passi mi sono ritrovato al balcone;

di fronte nessun telo sull’ombrellone, 

solo si agitava una mascherina lasciata ad asciugare. 

Mi sono così ritrovato i miei 40 anni, la tavola da sbrigare e la sera da acchiappare