Nido caldo e tondo

Cuore grande e caldo
come un nido soffice
e tondo

tondo come una perla
traslucida e bianca
soave come il latte

Il latte che nutre e consola
bianca liscia
cattura la luce
la perla
tonda come la terra

Maestosa madre
gigante assopito
raccoglie le ossa
le trasforma
si nutre della sua stessa
vita
e ritorna
girando su se stessa

ri forma nell’orbita sacra
compie il suo giro
rotondo
intorno al mondo

..e al suo tempo.


Il telaio

La notte
stende i suoi magici fili
e li dispone
al telaio che ormai conosciamo

Ed ecco bussare ancora
un pensiero insistente
che sale
incurante del proprio profumo

Arriva da un luogo lontano
e passa
violento
sul cuore
e stenta
attaccato ai miei bordi sfilati
e trova ancora
lo spazio
e stringe
ad abbraccio
la fresca rugiada d’un alba
che ancora si offre

e scompare travolta
da un tempo impetuoso
dissolta nel vento
odoroso
in cui ti ritrovo.


Una notte lontana nel tempo, in un bellissimo castello non dormiva una principessa smarrita.
Si era svegliata da poco da un lungo sonno e non riusciva ad orientarsi. Una flebile luce illuminava la stanza, una stanza bellissima, in verità, ma a lei sembrava di non avere mai visto quegli oggetti. Cercando un ricordo si fece mattino e ben presto entrarono i servitori e le ancelle. Le pettinarono i capelli sottili e li raccolsero in un’acconciatura deliziosa, la vestirono con un abito di velluto damascato pieno di pizzi e perle preziose. Le misero anelli alle dita e orecchini e collane. La guardarono in fine ammirati e soddisfatti le offrirono uno specchio:
– Ora può guardarsi Principessa, vedrà com’è bella!-
Rimase a lungo a guardare nel fondo di quel’immagine..senza dire una sola parola, finché ad uno ad uno i servitori e le ancelle se ne andarono..
Rimasta sola ripose lo specchio e si riaddormentò. Ma la luce del giorno già la chiamava e dalla finestra si sentivano cantare gli uccellini. Un raggio di sole, impertinente, l’accarezzò e lei ritrovò la voglia di alzarsi.
Passarono i giorni e tutti facevano a gara per attirare la sua attenzione e farsi benvolere, ma in quei sorrisi lei sentiva un sottile desiderio di nasconderle la verità!
Tornò nella stanza sul giardino e cercò di nuovo lo specchio. Vi guardò dentro con attenzione e cercò di capire il suo nome. Lo specchio però non era in grado di rivelarglielo..
Decise allora di nasconderlo e lo ripose nella panca degli stracci, sul fondo, sotto alle scope, così più nessuno glielo avrebbe potuto riportare, perché era sicura che nessuno l’avrebbe cercato in un posto così insolito.
Quella sera chiamò una delle sue ancelle e si fece prestare il vestito più logoro che aveva. Venuta poi la notte se lo infilò e sciolti i capelli, tolti gli orecchini e i gioielli se ne andò.
Percorse le strade del regno chiedendo a tutti se la riconoscevano, -Ho dimenticato il mio nome- diceva loro – e non so più chi sono-.
Così qualcuno le disse che era una stracciona senza nome, qualcun’altro invece, più gentile, riteneva che forse era la figlia del fabbro, quella smemorata..
Una donna arrogante e malevola le disse ridendo:- Per me assomigli a “Donna Rosa”, la figlia del mugnaio, che si crede una regina..-
Delusa allora si allontanò dal paese e prese a scendere per un sentiero isolato e silenzioso. Lontano dalle luci delle case e dai rumori della gente, un mondo meraviglioso popolato da animali vispi ed operosi emerse dal buio, piccole creature che non la infastidivano col loro daffare. Finalmente stanca e rasserenata si sedette ai piedi di un grande albero e per un po’ non si accorse di un vecchio cieco che silenzioso e paziente aspettava che lei gli parlasse.
-Buona sera buon uomo- lo salutò allora, -Buona sera signorina-le rispose lui con una gentilezza d’altri tempi. – Qual’ è il suo nome?- le domandò – Veramente speravo che me lo potesse dire lei, signore, chi sono? Sa, me lo sono dimenticato..-
-Come ha fatto a dimenticarselo?- le chiese dolcemente – Mi sono addormentata in un letto scomodo e quando mi sono risvegliata…non me lo ricordavo più-
-Eh, succede..- disse lui tranquillo – Per me voi siete una gran signora..lo sento dal profumo…perché sono cieco e non vedo il vostro volto- Poi le prese le mani e le accarezzò teneramente. Aveva la pelle dura, ma un tocco delicato e dopo un brave silenzio le rispose: – Sono troppo vecchio per rispondervi, ma sono certo che lo scudiero vi potrà aiutare. Lui sa riconoscere le persone- -E dove lo trovo..lo scudiero?- chiese lei -Giù, in fondo al bosco, una casetta illuminata giorno e notte. Abita li, e non temete, gli animali del bosco vi accompagneranno- -Grazie buon uomo!-
Camminò per un buon tratto affascinata dalla vita di quel luogo e arrivò in fine alla casetta illuminata. Bussò piano..non voleva disturbare..- Se non mi apre aspetterò il mattino qua seduta- pensò tra sé, ma non fece in tempo ad abbassare la mano che la porta si aprì.
-Buona sera signorina!- La salutò lo scudiero..e lei non riuscì a dire una parola..
– Entrate! vi prego!-
Era un uomo straordinario..non bello, nel senso comune del termine, ma calmo e vivo..con uno sguardo da lupo selvaggio e fiero. La prese per mano dolcemente e la accompagnò vicino al focolare. Allora, scaldata da quel tepore, ritrovò la parola: – Un vecchio uomo non molto lontano mi ha detto che voi mi avreste potuto aiutare- disse lentamente..- Chiedete dunque!- Le rispose lo scudiero con un tono fermo ma sorprendentemente caldo. – Ho dimenticato il mio nome e non so più chi sono. Ho girato tanto per trovare qualcuno che mi riconoscesse e sono arrivata fino qui..da voi- . Allora lui la guardò in silenzio, incuriosito e stupito..
– Mi attribuite un potere molto grande..signorina!- disse sottovoce – Ma se posso?! penso di sapere chi siete- e con un gesto delicato le spostò una ciocca di capelli
-Ve ne sarei molto grata! Una donna, da sola, non sa capire il suo eco –
La mano dello scudiero, forte e sicura incominciò a sfilarle di dosso i logori vestiti e uno ad uno li buttò nel fuoco. Quando non le rimase più nulla addosso si allontanò di un passo e le disse: – Ora si, ne sono certo, voi siete la Principessa del Castello, la mia dolce Sovrana-
– Da cosa l’avete capito?- gli chiese un po’ frastornata – Il vostro eco libero mi ha trapassato..e solo una Principessa può stare nuda senza timore di fronte ad un guerriero- le rispose sotto voce – Ma voi, non siete uno “scudiero”, signore?-
– Sono il vostro scudiero, ora, signora, ma per voi ho combattuto una vita e aspettato il mattino, ogni notte ho atteso il vostro ritorno -.
Poi con calma prese il mantello da cacciatore e la avvolse. -Vi accompagno a casa,ora, mia signora- le disse – E’ tempo che mettiate un po’ d’ordine nel regno- e si avviarono a piedi verso il castello.
Lungo la via tutti gli animaletti si erano assopiti, sembravano dormire un sonno profondo e beato e passando vicino al vecchio lei si chinò a guardarlo.
Un dolce sorriso aveva sulle labbra come di chi ha ritrovato la gioia e la pace.