Danza klezmer

E la bimba in rosa saltella

nei granelli e nei ciottoli

della spiaggia al tramonto.

E l’udito accoglie l’onda, come della campana il rintocco

e polvere lo sguardo.

Polvere di sabbia, ballerina come i corpi

dei piccoli calciatori all’orizzonte.

E sto.

E risalta lo sguardo.

E ristò.

E riaccolgo le immagini.

Acqua, sole e aria come messaggeri.

Giocano le note e le dita.

Il cuore contiene il galoppo ed espande lo spazio.

Amo.

E un pezzo di pane spezzo e Dio ringrazio e

il palato mio ringrazia e lo sguardo ringrazia.

Il silenzio,

acqua,

Dio danza.


Luce

Leggeri danzare tutti

Senza pudori ereditati e

Forse si scopre un abbraccio fraterno

Sempre esistito,

solo tenacemente custodito.

Ma gli occhi come porte

svelano e accolgono esseri,

viventi come libri ad alta voce narrati e

bimbi folletti esplorano come cerbiatti

l’Universo che si crea Amico.


Osservare

Questo dolore l’ho dimenticato nel sole del giorno e

nella luna della notte.

questo dolore l’ho dimenticato

nell’oscurità del lamento e nell’odio cieco e nel tormento.

Ma se solo mi do tempo, se solo apro gli occhi e brancolo

in questo buio temuto, in queste pareti spesse

che coprono la vista e schiacciano il capo,

ecco il miracolo.

Io sono.

Spunta un fiore sottile e delicato,

il silenzio tanto ricercato,

quella quiete osservatrice che si insegue senza fine.

Era lì, era lì, presente nel visibile, invisibile nel frastuono.

Nella mente tutte il racconto di un’esistenza,

nel cuore tutto il maturare di un’esistenza.

Ieri ero ieri, oggi la stessa di ieri,

trasformata eppure uguale, solo coscienza rimane.

Coraggio di essere la parola del cuore,

il cuore in parola,

la mia più grande impresa.