Poesie
Luoghi abbandonati
Entrare senza far rumore,
nascondersi per non farsi vedere,
scoprire te stesso camminando in stanze vuote abbandonate, dimenticate,
pareti nude, consumate dal tempo,
soffitti sfatti, pavimenti impolverati,
la luce in quei posti abbandonati,
è un riflesso in lontananza che da vita a una vita dimenticata,
osservare ciò che ti sta attorno,
a volte trovi oggetti abbandonati,
documenti lasciati al tempo,
custode di un passato dimenticato,
l’aria è tersa, la luce che entra
forma ombre sulle pareti,
ti confondi con esse
ti senti parte di esse,
immagini un passato,
difficile da costruire, immaginare o semplicemente pensare,
sali le scale,
ad ogni passo un respiro abbandonato,
cammini nella fotocopia di stanze già viste, di stanze dimenticate,
corridoi vuoti ti avvolgono, ti riempiono e allo stesso tempo ti svuotano,
osservi per un ultima volta,
volgi lo sguardo e te ne vai da un passato dimenticato,
da un passato che rivive ad ogni tuo passo.
luce
rumori,
voci,
fievoli sussurri in lontananza,
la mente vaga si sofferma e guarda,
si ritrae, osserva,
il buio,
maestoso, potente,
armonico e dolce,
ti trasforma,
ti plasma,
il suo silenzio,
ti è dentro,
la tua mente si svuota,
fai parte di esso,
una pellicola che scorre,
immagini un po sfocate,
è la vita che ti osserva,
luci che scompaiono e ritornano,
una lacrima che scorre,
una nota,
la sua voce che ti chiama,
un lamento, un respiro spezzato,
la puoi sentire,
una nota, la sua nota,
respiri, sei vivo.
Saper vivere
nella tempesta di un pensiero una meraviglia è sempre nascosta,
una poesia che vola, che si innalza che ti inebria,
la puoi vedere, la può sentire, la puòi sfiorare,
la senti dentro, batte nel tuo petto,
è la scelta che hai scelto,
libero di pensare,
libero di sognare, di volare,
uno scoglio che impedisce alla tua mente di vedere,
é la paura di arginare, sconfinare, allontanare la paura di cadere,
nella tempesta di quel pensiero
c’è la libertà di essere quello che siamo,
una poesia che cammina , che sogna,
che spera, che ama, che piange,
una poesia che sorride.
nell’immensita di quello scoglio c’è la paura più grande, la paura di ciò che siamo.
A te
mi guardo
ti guardo
quella piega sul tuo viso
fa rumore dentro me
un rumore dolce, acre
mi confonde, mi stordisce
terreni incolti, stabili diroccati
strade deserte,
scantinati abbandonati
la tua immagine su quelle pareti
I tuoi occhi, silenzi nella notte
ti guardano, ti osservano
li guardo e mi guardo.
Luci soffuse
ombre che ti seguono
quel riflesso sul fiume
il tuo riflesso
mi siedo e ascolto
il silenzio fa rumore
quel riflesso
un punto fermo in questo tempo.
La tua presenza
nascosta in un respiro
mi guarda mi osserva
la guardo e la sento dentro
Delirium
senza paura attraversi la storia di un passato mai vissuto,
mistero, passione, timore,
l’aria pesante, polvere che si alza,
carte sparse, vite abbandonate,
dimenticate, lasciate al tempo a suo tempo dimenticato,
porte rotte, vetri frantumati,
un passato assopito che prende vita ad ogni scatto effettuato,
la tua mente scorre, immagina, sente i rumori, i lamenti, le paure,
angosce, dolori, sorrisi mancati,
osservi, ascolti,
il silenzio ti avvolge,
rimani in attesa,
la sua presenza la puoi sentire,
ti guarda, ti osserva, ti studia,
rimani immobile aspettando,
cercando un passaggio attraverso quella porta del passato,
vaghi con timore di disturbare
la vita di quella vita che ti cerca,
per descrivere un lamento
di una vita dimenticata agli occhi di chi la guarda,
cammini, lo senti nell’aria,
volgi lo sguardo ed è li che ti guarda,
una scritta per descrivere un lamento
di un dolore infinito,
quello in cui non c’è più ritorno,
la guardi e ti rendi conto, di non sapere nulla di quella voce che urla,
immobile la osservi,
uno scatto per immortalare un dolore sconosciuto.
Delirium
Mausoleo
quella fila di croci
la tua immagine che sovrasta nella mia mente,
quel profumo intenso,
prendere, scappare, andare,
quelle immagini nascoste,
osservarti,
un cancello,
il buio,
immagini che scorrono,
una donna che dorme in riva al fiume,
uno specchio abbandonato,
lei su quella panchina sotto la pioggia,
un gufo che mi guarda,
fede, speranza, carità,
la protettrice dei bambini,
vegli su di loro,
vegli su di me,
ti guardo e mi domando perché,
mi siedo sui tuoi gradini,
il vento mi culla,
Mors Et Vita Duello Conflixere Mirando – Mors Mortuaria Est
la morte è morta.