Poesie
Odissea marina
Viaggio in bicicletta attraverso il mare immacolato
ricordo perpetuo del mio amato
Pacifico!
Intatto nella memoria dell’ infanzia
corre, giocherellone
spargendo mille sorrisi.
Ciliegie incantevoli!
Allora lo vidi era lì
in quell’ infinita distesa
il mio amato Ulisse!!!
Con le braccia aperte
timone della barca che prosegue
il viaggio, corrente immaginaria
di Demoni e Dei che si agitano
negli umani.
Corro disperata fra un’onda ed un’altra
salto la barricata per cadere nell’effimero
mondo popolato di fantasmi.
Do l’addio ad Ulisse che mi guarda disperato
mi fa accenno di tornare insieme a lui.
Mi sveglio! non c’è la bicicletta
solo una storia che mi opprime l’anima
quella dei male amati
senza dimora fissa
con i sogni infranti
pieni di frammenti inquinanti
con le teste staccate dai corpi.
In quell’ inferno
corro verso il mare
trovo una corrente calda
che fa sinfonia con il mio canto
il petto si apre e appare lui
Ulisse il mio mito!
Il mio eroe!
Ma dopo un attimo svanisce
come la fiamma
Mi immergo nei fluidi tiepidi della
mia essenza senza più fermarmi
nel mio mare popolato di azzurro
senza più certezze
tranne quella della vita
che fluisce nelle mie vene.
Bianca barca perduta
ali del cigno bianco della tristezza.
Riprendo il volo mescolando il calderone
con i canti del mondo.
Mi alzo dal letto, ho la febbre
dolci mandarini corrono dalle mie guance
attimi d’amore
creazione di arance senza pelle
divorate nella solitudine.
Ritmo sincronico del
giocoliere.
Vesto tante maschere, mille personaggi in un giorno
a causa di un mal d’Africa,
danzo con mille vesti di colori raggianti
folgorata dall’alito del vulcano,
tragico destino
nessuno può scoprirlo.
Nuoto verso la spiaggia popolata di sogni
ascoltando le conchiglie marine.
Alzo i tacchi, che tradimento
mentire ogni giorno a se stessi
per quello che fu e per quello che non tornerà.
Dal fondo dell’acquario
niente da pescare
solo un pallido tremulo fiore
che non riesce a nascere.
Pettino i capelli di bianco
come gli anni che incombono
nella spalle che si flettono,
grandi archi dell’immaginazione
che attendono la partenza o il ritorno
del mal amato Ulisse!
Nel tramonto mi sento folgorata da questa Odissea
che continua a navigare nei nostri mari,
costellazioni remote
oscure come l’inchiostro,
pittura di tante pupille che abbassano
le ciglia nella bugia
del non essere presente mai a se stessi.
Che lungo lamento fluisce dal mostro che creammo
con bui pensieri
con languide agonie.
Prendo il martello, anche uno scalpello
e traccio la linea d’oblio fra me e il
mare.
Sta li che ancora aspetta!
increspato, rigido, elettrico,
di puro metallo,
surreale.
Chiamo il suo gigante orecchio
attendo.
Prendo la spada
combatto tanti mulini a vento
cambio terra e paese
trovando una terra, terra,
terra di pura argilla bianca
rimango sepolta.
Dopo tanti secoli
sveglio gli uccelli dell’anima
e inizio un’altra volta il viaggio
senza mai tornare.
L’INCONTRO
Tre rose giocavano amichevolmente in un giardino
senza pungersi per questo fatale destino
Una sboccia con il pianto del riso
due riposano eterne,
sdraiate nel cielo del ciclamino
L’incontro silenzioso avviene nel mistero
dei semplici petali che giocano nel nido.
LA CORSA
Corro verso me stessa,
corsa strepitosa e inebriante
come folgore rosso purpurea
salto gli innumerevoli ostacoli,
che impediscono i miei passi
Passo d’uomo verso il traguardo
coronato dai teneri ulivi
che, placidamente, si posano con la brezza
Schiuma del sole levante!
Al mattino, insieme alle mie braccia
si dilatano i sospiri,
issando le vele verso il Pacifico!
INCONSCIO
Un posto al sole infinito fra le onde
sottomarino dal profondo inconscio
profumato di gemme e sale marino.
Lavaggio della mente
spazio nascosto di puro alabastro.
Taciturno, pensieroso,
sdraiato al sole in una scogliera,
interroto da un sottile fruscio
attende il sole calare,
sommergendosi solitario negli abissi puri.
Reliquia del pensiero.
INFANZIA
L’infanzia bianca, addormentata,
di petali di rose.
L’infanzia, rimembrata in pozzi dorati
di Gnomi e Angeli.
L’infanzia, trascorsa insieme a pappagalli di fili,
luce floreale che mi univa il piede al sorriso
L’infanzia d’uccelli variopinti che cantavano
in codici di colori!
L’infanzia, specchi di luce che s’infrangevano
nel fluire universale!
Vite che nascevano dall’infanzia vestite di larghe tuniche,
aprendo finestre e ponti azzurri!
Nuvole d’infanzia, trasportatrice d’eteri eterni!
Infanzia e cosmo
puro canto dolce del giardino.
Infanzia di piedini d’acqua
che volteggiavano
come farfalle di fiume!
Lunghe fronde dei miei capelli si persero,
spazi bianchi e muti della mia infanzia
senza nome né tempo!
Lode all’Oceano Pacifico
Pacifico, sul piede di guerra,
corrente piena di lance e frecce.
Coperta d’alghe misteriose,
unione di sirene, storia di mostri marini.
Nel faro di due occhi, lo vidi penetrare
nella gola profonda di schiuma alabastro,
mi travolsero le sue onde per mille leghe
la sua bussola deviò il mio cammino
buttandomi alla deriva;
la sua schiuma lavò la mia anima,
rimescolandomi insieme al suo viaggio.
Pacifico, acquerello universale,
ove l’orizzonte sparisce nel canto del gabbiano.
Mare infinito, pieno di luce
l’arcobaleno fa da corona alla tua maestà.
Pacifico, chi ti ha visto rimane abbagliato
dal fascino magico delle tue acque tumultuose.
Agitato, irascibile, sottile traditore bianco,
improvvisamente inghiottisci diecimila Titani. centomile volte!
Nella notte di luna piena splendi soave, silenzioso
ti culli, susurrando la leggenda del tuo nome.
Mare del sud: puro, cristallino,
infinita prateria, distesa di perpetuo smeraldo.
Pacifico, nitido diamante delle mie pene e passioni,
accoglimi nel tuo ventre di vortice costante!
Pacifico, sotto le tue acque gelide
nascondi la tua sapienza secolare.
Cantano le tue onde, si alzano, s’increspano
fino al suono di uno storico avvenimento!
Oceano meraviglioso,
ti ascolto.
Indescrivibile
come le mille e una notte
raccontate dai marinai, per farsi coraggio
sotto la tua tempesta
Pacifico, tenue, limpido, seducente
come gli amanti fuggiti nudi
nelle tue acque verdi azzurrine.
Pacifico, svegli gli amori con il candore,
forza misteriosa del tuo fluire
presente, futuro,
infinito movimento sacro!