Al lettore

L’indifferenza, la fola, l’inganno
riempiono e sfregiano i nostri corpi arsi
e alimentano gli amati rimorsi
così come il piacer nutre l’affanno.

I nostri odiosi inganni son crudeli,
infrangono e frantumano i legami,
ma subito dei gesti loro infami
Dio piange mesto i peccati dai cieli.

Sulle corna è Satana Trismegisto
che culla continuamente il nostro odio
e i nostri eterni valori d’acciaio
disintegrati, ahimè, dall’anticristo.

E’ il diavolo che impugna i nostri fili!
E’ impossibile ignorare il richiamo
del mondo infero, del male che siamo.
Io come voi, profondi amici ostili.

Ma nero nel cielo ho visto un corvo volare,
il cupo lampo, uccise le tenebre,
spodestò la notte sola e funebre
d’un tratto fu l’alba del focolare.

Il sentire della solitudine,
la trita ronda, l’eco del suo gracchio
eran la nostra vita e tardi il vecchio
si vede circondato di rovine.

Mi pervase mai sentito calore,
dall’animo cacciò Mefistofele
e da quel giorno balsamo idromele
m’inebriò d’affetto, carità e ardore.

Fra i tradimenti, l’astio, i pregiudizi
il disprezzo, la perfidia, l’orrore
i demoni di sangue e di rancore
nella greppia infame dei nostri vizi,

oltre l’ira, oltre la noia e l’immondo
s’apre semplice mormorio di speme.
Rifonderà il senso d’una vita assieme
e in trionfo guarirà il male del mondo.

E’ l’Amore! – grazie al mezzo unico
questi colloqui in risuono intenderai
lettore. Alla fine, Lo conoscerai.
Lettore bugiardo – compagno – amico!


 

Io è un’Altro

Eccolo lì quell’aedo bruciato
che canta d’altri e recita la parte
di poeta, che spreca ormai il suo fiato
per rimischiare le sue brutte carte.

D’edera ha intrecciato la corona
con ubriache e storte sillabe,
e ora osa giudicare e s’emoziona
nel raccogliere queste umili fiabe

che narrano le vostre eroiche gesta,
fratelli, e dell’impegno matto, intanto,
questo libretto è tutto ciò che resta.

Sarete voi il monumento del mio canto,
ardete mentre muore la fiaccola
e dell’autore, nemmeno una parola.


 

Commiato

In questi sguardi finiscono i miei sguardi,
In queste mani si perdono i miei abbracci,
In questi amici sprofonda il mio cuore.

E lo riconosco:
La forza è l’abbandono
Nelle braccia di un altro,
Nelle parole amiche,
Nei pianti condivisi.
D’improvviso l’onestà
D’improvviso empatia
D’improvviso l’estasi.

In questi sguardi finiscono le mie lacrime,
In questi abbracci si perdono i miei pensieri,
In questi amori sprofonda il mio cuore.

E ora vi riconosco:
Parte di me compagni.
Figli d’altra madre,
Famiglia d’altri affetti,
Ma così intensamente
Miei da riempirmi il cuore
E da farmi accettare
Il dolore dell’addio.

In queste lacrime finiscono le mie paure,
In questi pensieri si perdono le mie angosce,
In questi cuori sprofonda il mio cuore.

E ora nascondetemi
Dentro alle vostre ali,
Scacciate le tempeste,
Calmate le burrasche,
Quietate le tormente,
E datemi alla luce,
Ridatemi vigore,
Figlio d’un fraterno amore.

In voi rinasco
In voi fiorisco
E in voi, sprofondo
Miei dolci amici.