AMAR NON POTRO’ NESSUN’ALTRO CHE TE
Ed il tuo amor già sento mio,
come il sangue che mi scorre dentro,
come l’aria che respiro.
Sol di giorno che riscalda il cuor,
luna di notte che illuminar la mia strada saprà,
tu piccolo cuor ancor fetale a venir sei nel mio ormai provato.
Oh ardente amor,
che venisti ad allietar i giorni miei tristi,
Oh nascente fior,
che speranza portasti ai miei infranti sogni.
Amar non potrò nessun’altro che te,
fior di rugiada,
luccicante alba,
caloroso tramonto,
impietoso e forte mar d’inverno,
caldo e dolce mar d’estate.
Amar non potrò nessun’altro che te,
perché questa è l’unica vita che a me fu concessa.
VECCHIO
Ti chiamano vecchio ogni volta che non riesci a parlare,
ogni volta che non riesci a ricordare,
ogni volta che di notte ti alzi pensando sia giorno,
ogni volta che tuo nipote lo scambi per tuo figlio.
Ti chiamano vecchio ogni volta che urli, insulti e picchi.
Ti chiamano vecchio perchè i loro occhi sono troppo miopi per guardarti bene,
perchè il loro cuore è troppo arido per emozionarsi e la loro mente troppo povera per capirti e capire che tu sei….
Sei sole, sei luna, sei terra e cielo,
sei storia, sei i giorni trascorsi, sei il mio passato, sei la mia radice ,
sei un ricordo diverso, una parola insensata, un movimento un pò goffo, un sorriso inappropriato,
sei amore.
Sei vecchio si, ma sei vita.
ED E’ STATO SUBITO AMORE
Era un nuovo collega di lavoro, non mi era mai stato presentato, non lo conoscevo, non sapevo nulla di lui solo che era stato assunto come medico cardiologo.
Il Direttore Sanitario della clinica presso la quale lavoravo decise di affidarci la presentazione di un convegno sulle patologie cardiologiche a Roma così, io e quello sconosciuto saremmo partiti insieme per alcuni giorni.
Mi telefonò qualche giorno prima della partenza, si presentò e gentilmente mi propose di fargli compagnia durante il viaggio.
Accettai con scetticismo ma ne fui costretta non avendo la possibilità di raggiungere quel posto con altri mezzi se non che con la sua auto.
Lo conobbi, si chiamava Maikol, non ebbe bisogno di dire nient’altro che il suo nome e stringendoci semplicemente la mano capimmo che sarebbe stato subito amore.
Durante il viaggio parlammo poco ma io ero sorda alle sue parole, mi batteva forte il cuore e mi tremavano le gambe, la mia anima lo aveva riconosciuto, aveva compreso che quello sarebbe stato l’unico amore della sua vita.
Dopo qualche ora arrivammo a Roma, sistemammo le valigie nelle nostre camere e andammo a cena insieme.
Era bello come il sole, profumato come una rosa, misterioso come il mare ed io me ne innamorai perdutamente così come fece lui con me.
Mi guardava intensamente negli occhi a tal punto da farmi mancare il respiro, mi prese la mano e delicatamente faceva scivolare le sue dita tra le mie, con l’altra mi accarezzò il viso ed io al suo tocco mi persi completamente tra i pensieri.
Mi disse che ero bellissima , che non aveva mai provato un amore così forte e che il mio profumo gli piaceva talmente tanto che volle la mia sciarpa con cui dormire di notte.
Trascorremmo quei giorni tra riunioni e tavoli tecnici di lavoro, ma la sera, la sera era tutta per noi, io e lui persi tra le meravigliose strade della capitale.
Rientrammo a Bari e da quel momento il nostro amore diventò sempre più grande; un giorno andammo insieme a Polignano, un piccolo paese di provincia a strapiombo sul mare, comprammo un gelato e passeggiammo abbracciati tutto il pomeriggio, ma quando rientravo a casa, dovevo fare i conti con la realtà perché lui era sposato.
Ci amammo così tanto che la nostra vita non fu più uguale a prima, il nostro amore era meraviglioso, unico ma estremamente doloroso.
Maikol non abitava nella mia città ma in un piccolo paese in provincia di Lecce chiamato Melpignano, veniva ogni settimana a trovarmi e insieme condividevamo ogni più piccolo momento.
Decidemmo di concederci un week lontano da occhi indiscreti così partimmo due giorni per Firenze.
Non furono giorni felici, i sensi di colpa incominciarono a divorarlo, lui era un uomo onesto e profondamente cattolico, incominciò a farsi mille scrupoli, a dirmi che io non c’entravo nulla, che il suo amore per me sarebbe stato sempre uguale e che se mi avesse incontrata prima avrebbe scelto me, ma che questo nostro amore avrebbe fatto troppo male a tante altre persone e questo non se lo sarebbe mai perdonato.
Facemmo l’amore per la prima volta ed io fui finalmente sua, lo senti dentro di me come non avevo mai sentito nessuno, lui era li, con me, in quella camera da letto bianca , sembrava di essere su di una nuvola e forse, in un certo senso, lo eravamo davvero.
Piangemmo tutta la notte, mi baciava e piangeva, piangeva e mi chiedeva scusa per tutto quel dolore che mi stava dando, per un amore che non sarebbe mai potuto essere vissuto d’avanti a tutti, per un amore al quale avrebbe dovuto rinunciare ad ogni costo.
Al mio risveglio lui non c’era più, era andato via, aveva scelto anche per me di rinunciare al nostro amore e mi lasciò da sola tra le lenzuola che profumavano ancora di lui.
Piansi tutto il giorno, chiusa in quella camera da letto che diventò la mia galera, piansi perché l’amavo troppo e non potevo immaginare una vita senza di lui, piansi un amore perduto, un amore vissuto, un amore che sarebbe stato amore per sempre, piansi e andai via.
Non feci mai ritorno a casa, attraversando la strada un’auto mi investì ed il mio cuore non resse quel trauma, il mio cuore che era già morto quando lui era andato via.
Lui mi cercò a lungo, gli fu detto della mia morte solo qualche giorno dopo, gli fu detto che io non c’ero più . Incominciò a piangere, mi cercava da giorni, aveva lasciato sua moglie e voleva semplicemente dirmi che aveva deciso di stare con me per sempre, lui aveva scelto me.
Oggi il mio cuore continua a battere nel suo, i miei occhi vedono con i suoi occhi, la mia anima vive attraverso la sua, il mio profumo è diventato il suo profumo.
Maikol è ritornato con sua moglie, ha avuto una bimba e l’ha chiamata come me, Adriana.