17/04 H. 24.00

Ho tante idee per la testa,
senza rimpianti, prendere la rincorsa,
con un balzo schizzare dal tetto di una casa
e come un grande falco, aprire le ali
e librarmi verso altre stagioni.
Ma devo scrivere.
Il poeta silenzioso deve attenersi
a delle regole ben precise e definite:
non deve mai nascondersi, sempre
apparire sicuro ma nel contempo vago;
fuggire con lo sguardo, tremare nell’anima
e raccontare ciò che carpisce dell’essenza delle cose.
Quel che mi sorprende
è quel desiderio di svanire
nelle mie parole,
e riapparire nei sogni di Amore
dove tutto è realizzabile,
ogni frutto matura,
i disegni di un bambino diventano progetti.
Sentire un vento immaginario tra i capelli,
accarezzare la mia infanzia che mi manca,
tenere la mano alla stella che
anni prima di ora mi ha colpita alla spalla
e mi è rimasta accanto.
Il poeta deve scrivere per chi ama leggere
ed emozionarsi facendo propri i versi
di una sonata in Do minore;
deve raccontare le sue bravate, i suoi timori,
le sue grida interiori,
deve amare per tutti.
Ti voglio bene stella.


CUPIDO NEL CUORE

Ti osservo da quando sei arrivato,
mio piccolo cupido.
E’ il tuo cuore che ti ha guidato fino a me
e non i tuoi occhi ciechi per l’amore straziante che ti è stato tolto.
Voli come una farfalla che con i
suoi piccoli petali profumati
colora il cielo delle sue nuvole
ed i prati dei suoi candidi movimenti.
“Ma perché hai donato il tuo dolce sorriso
al canto del vento per tramutarlo
nei tuoi respiri?”
Questo tenero silenzio
abbraccia le mie parole che con
il tuo calore si disperdono come eco.
Mi amerai fino alla fine
dei tuoi giorni, fino a quando la
tua debole anima si accascerà
sulle mie ginocchia che stanche accoglieranno il tuo riflesso.
Solo un bacio ti riporterà a me
ed allora tornerai al tuo volo
nel vento.
Ti amo amore.


LIBELLULA

Vola ciondolante la timida libellula,
fioca nella nebbia del primo autunno.
Nel prato ormai tinto, le ultime apine
cercano rifugio tra le foglie colorate
spinte dal vento di questa mattina.
La libellula quasi le sfiora con le
sue ali ormai stanche, nell’estrema
ricerca di te.
Lo senti il dolce profumo
dei funghi nella cesta ai piedi
del castagno? quietati libellula,
cogline il torpore: la tentazione
di tuffarti e di rimanere lì nascosta
aspettando che il freddo respiro di un
cerbiatto ti porti con sé.
Cosa fai ancora qui?!?
Fuggi dai cattivi pensieri, cercala…
“Eccoti!”, ti osservo. Apri la porta,
io ti aspetto sull’uscio, così posso rimanere con te per sempre.