Sera d’estate

A lato della strada sterrata
si incontravano
genitori e nonni
a discorrere del più e del meno.
Ognuno arrivava con la sedia
e la propria storia da raccontare.
Noi bambini prima di carosello
pensavamo solo a giocare:
a ruba bandiera, a nascondino,
a mosca cieca.
A quelli più vivaci capitava
di fare qualche marachella.
Allora, la mamma interessata,
interrompeva la conversazione
per distribuire…
qualche sano schiaffone.


Bambino particolare

È a metà del cammino,
la mamma che accompagna
a scuola il suo bambino.

Lui inizia a strattonare
perché a scuola,
non ci vuole proprio andare.

Lei quasi lo trascina
tenendolo per mano;
troppo piano lui cammina.

Non riesce a seguire la lezione
quel bambino particolare;
ha nel cuore il magone.

È disorientato, disadattato;
pensa alla mamma, al cortile,
a quello che a casa ha lasciato.

Il suo mondo non è la scuola;
rimane in silenzio, nell’ultimo banco…
senza dire una parola.


Cade la neve

Cade la neve lentamente, silenziosa.
Un candido manto copre ogni cosa.
Si ode un ovattato rintocco di campane.
Passeri, alla ricerca di briciole di pane.
Dalla finestra pare che tutto si sia fermato,
ora che il paesaggio è incantato.
Da bambino rimanevo ore nella neve a giocare;
non restavo di certo, come adesso,
alla finestra, a guardare.
Mi desta lo svolazzare dei passeri
sul mio davanzale…
corro a preparare le briciole di pane.


Per sempre

Sono le cinque del mattino;
nella stazione poco illuminata,
un ragazzo tiene la mano,
alla sua fidanzata.

Non lo vorrebbe fare…
è giunto il tempo di partire
per il servizio militare
e si sente male da morire.

Lontano per dodici mesi
dai suoi cari, dal suo lavoro
e da lei deve separarsi,
che è il suo tesoro.

Lui la consola
con un abbraccio,
una carezza, una parola.

“Il nostro amore
avrà un bellissimo futuro;
ti amerò per sempre
te lo giuro.”


L’anziana contadina

Lungo la strada
un po’ in salita, un po’ in discesa,
cammina con fatica un’anziana,
con due pesanti borse per la spesa.
Deve andare al mercato
a vendere i formaggi
che di notte ha preparato.
Non riesce più a camminare,
troppo pesante è il carico
che deve trasportare.
Lascia una borsa per poter continuare,
così, per una decina di metri,
riesce ad avanzare.
Ora si ferma, lascia l’unica borsa
e torna indietro a prender l’altra.
Avanti e poi indietro, avanti e poi indietro,
dopo un’ora arriva al mercato.
I clienti lo sanno bene,
che lei non può tornare a casa
con le borse piene;
l’anziana contadina,
si deve arrendere,
dopo un breve trattativa.
Torna a casa mestamente,
quel denaro guadagnato,
non è certo sufficiente.
Incontra il marito,
appena tornato dai campi,
completamente sfinito.
<< Cara che bello rivederti,
ero molto preoccupato,
con questo caldo,
sei andata al mercato. >>
<< Caro marito, che fatica,
non ce la faccio più
a camminare in salita. >>
<< Moglie mia non ti preoccupare,
è molto buono il tuo formaggio,
lo verranno qui a comprare.
Anche se scenderanno dai monti,
ai nostri clienti,
non faremo più sconti. >>


A Paola

Bene ricordo ancora
quando sei arrivata
sull’auto azzurra,
davanti alla tua casa.
Tua mamma scende
tenendo in braccio un fagotto;
era brutto tempo,
pioveva a dirotto.
Dall’ospedale eri arrivata,
dove da pochi giorni eri nata.
Paola era il tuo bel nome
ed eri talmente bella
da dedicarti una canzone.
Alla fermata dell’autobus,
ti vedevo ogni mattina.
Nella bottega di tua mamma,
per comprare la varechina.
In parrocchia da Don Serafino
tentavo di farti la corte,
ma ero solo un bambino.
Insieme abbiamo pattinato
lungo la nostra strada
nelle domeniche dell’austerity.
Eri la più brava a pattinare,
il tuo stile, la tua grazia
potevamo solo ammirare.
Un giorno d’estate, all’improvviso,
tutto è cambiato.
Proprio sulla strada,
dove ti sei tanto divertita,
per un tragico incidente
hai perso la tua giovane vita.
Dopo l’estate, si torna a scuola…
alla fermata dell’autobus,
nessuno dice una parola.

Dedicata a Paola, scomparsa in un incidente stradale a metà degli anni “70”