MARZIANO A EST

_ Sei
la mia ombra
che si riflette
sulle pareti
_ sei il mio canto
che attraversa
il mio pianto
_ non ho più minuti
secondo
te
sono cambiata
sono seconda
nel tuo cielo
ti senti
in felice
nel triste
pre- senti -mento
nelle
tenebre
_le tue
sono le mie
stanze
nell’isola
dell’uni_ verso
_ vieni
e bevi
un caffè
il tuo sonno
è eterno
esteso
il mio no
_ sogni con occhi verdi
di vetro
il vero
nel silenzio della tua arte.
_ ne arte
ne parte
non parto
con te
_ ti ho sentita
una sola volta
quando
hai appoggiato
il tuo volto
sulla mia spalla.
avrei potuto
avrei voluto
averti
sempre.
sei prima
sulla rima
della mia
vita
della mia
matita
_ hai acceso la luna
questa notte
porta fortuna
alle mie carte
il lupo
il buio
mi spaventano
tu no.
_ è magica
questa notte
la magica luna
ci protegge
levati
dal sole
che sale operante
_sei stupito
sei stupendo
lo sai che ho
sempre pensato
al tuo volto
per
prendere sonno
tranquillo.
_ come rondini
nel nido
nel mondo
astratto
non stringere
il nodo
_ vedo
vado
verso
il vuoto
_ non so più
Dove sei
tanto
sei mia
_ smettila
non parlare
sai solo
farmi
arrabbiare
¬_ non ci sono
gelsi
bozzoli
di seta
per fermare
la metamorfosi
tutti
metteremo
le ali.
_ il tuo respiro
mi avvolge
come quando
salivo sulle tue gambe
e mi leggevi
la storia:
ricordati
di pregare
l’angelo
ti ascolta.
_t’immagino
seduta
sulla nuvola
più morbida
accanto a me
_ non esisti più
esiste solo il
gioco
della tua fantasia
della tua follia
a est
sorge
si riprende
e tu no
-sei cadente
mi parli
dall’inferno
di Dante!
_ sono sola
mio gigante
chiudo gli occhi
per vederti
per sentirti
per dirti
che
non respiro
senza
poesia.
_ il suono del vento
sono contento
gli alberi
raccontano
la vita
la scala
verso
il cielo
se sali
non perdere
l’equilibrio
chiudi gli occhi
le finestre
della tua stanza.
_ cammino piano
per non svegliare
il tuo sonno
passo
dove posso
raggiungerti
non posso.


POESIA

DATEMI IL LA

datemi il LA
per partire
si,si,si per andare lontano
via con LA musica
provo
riprovo
ritrovo
il mio canto
il mio volo
sogno
il mio mondo solo.
Voi credete avvoltoi
che LA gioia
parta dagli altri
per venire a noi
mentre vale l’inverso.
Il mio volto riflesso
cerchi concentrici
è un pesce che scappa
già mi vedo
nella profondità fangosa
e i miei pensieri
si perdono
nella secca.
Oh! Nereo
Dio del mare
non mi cercare
non mi stressare
devo essere convinta
di ritornare
il destino
non ha previsto
il nostro cammino
sul percorso infinito
ma il nostro amore
non deve morire
perché esiste
e l’esistenza
non ha frontiere
ne pentimenti
ne rimorsi
ne limiti
perché nulla
accade per caso
o per gioco
ma per rafforzare
LA nostra forza interiore
non ci si può sottrarre
alla vita
nel silenzio
è questo il grido
è questo il richiamo
di un gabbiano ferito
nel volo
caduto per sbaglio
su di uno scoglio
senza finire
nel mare sporco
perché LA vita continua
sulla melodia
delle mie parole.
se l’amore
ha ancora un senso
in un mondo
che ormai ci da tutto
cerchiamo i valori
di un sentimento.
mi basta una penna
per scrivere LA mia vita
su un semplice foglio
di carta
un brindisi
con qualità
vite nera
di vita
vigneto merlot
viva Bacco
viva l’Amore
son due cose
che san consolare
l’uno passa
per LA gola
l’altro dagli occhi
arriva al cuore
bevete tutti
che io faccio
quel che fate voi
l’Amore
è qualcosa
da interpretare
scrivo
con l’inchiostro
di seppia
sulla pietra bianca:
ognuno ha diritto
a qualcosa di suo.
Inizia
una nuova canzone
LA melodia
è nel mio cuore
spezzato
distrutto
un tamburo rotto
che batte
nel tempo
suono a percussione
al ritmo incalzare
del mio
avvenimento
Sirio!
non cestinarmi
non ora
non ancora
leggimi
spediscimi via
anche per sempre
ma non cestinarmi
vorrei entrare
nel tuo volume
amica rilegata
sorella dei tuoi giorni
le ultime righe
sono rimaste sospese
lo so
sono solo
un appunto
scritto male.
Sirio!
pensi sia sufficiente
spostare mobili
per riordinare
LA tua vita?
O pulire il pavimento
per cancellare
il tuo passato?
Conosci LA parola
entusiasmo?
Allora ripetila
più volte al giorno!
Sirio!
ho bisogno
della tua specie
del speciale
ho paura
di perdermi
nella vita normale
aiutami
Nereo
mi fa male.
Si alza LA nebbia
Nella giornata afosa
e mi incanta
LA scena
un magico suono
che passa fra il canneto
riporta
l’immagine limpida
poi
tutto si spegne
al tramonto.


RISURREZIONE

 

Il silenzio si fa luce

ascolto acceso

dove termina il pensiero

la poesia conduce

nell’ignoto sentiero.

Mi aggrappo, peso,

dita sanguinanti

a sollevare  il corpo offeso

ancora un altro sforzo

per arrivare al cielo

in tasca una speranza

come cascata d’acqua

ricondurre l’uomo al vero.


BATTITO D’ALI

 

Oh! Terra fertile Dea, dove porta la strada, la strategia?

Nella strage dei confini, acqua inghiotte barconi di bambini.

Cielo di oggi quanti angeli conti? Viaggi di speranza ascolti:

Acqua, Terra, Aria! È battito d’ali o stridule urla?

Acqua, Terra, Aria! Un battito del cuore si salva.

Immagine muta. Di terra, di cielo, l’acqua racconta il vero.

Nel nido, nel mondo, alla gola stringe il nodo,

vedo, vado verso il vuoto, ali triangolari, nasi triangolari,  

Acqua, Terra, Aria si uniscono, teorema anima?

Madre terra, sono solo bambini in cerca di cibo, di pace!

Sono, un’upupa che accogli in giardino felice.

Acqua, Terra, Aria. È solo un battito d’a- lì a qui

e i loro sogni  volano più in alto di prima.


Le mie amiche

 

Le mie amiche sono tutte belle

hanno occhi che brillano

e braccia che abbracciano

le mie amiche osservano, osservano tanto

poi ascoltano, ascoltano, ascoltano.

Sono capaci di entrare nelle persone

fino a soffrire per uno che piange

e a gioire per uno che è contento.

Quando le mie amiche si trovano tutte insieme

hanno un’energia da far girare il pianeta.

Le mie amiche mi hanno insegnato

che non c’è niente di male ad essere sensibile

perché è un dono!

Le mie amiche sono tutte stelle

e proteggono il mondo.


Bruk   Tratto dal libro Rouhe

 

Aveva appena smesso di povere, il sole faceva brillare le piante, che gocciolando creavano un dolce suono. C’erano insetti di tutte le specie, tante lucciole illuminavano tavole imbandite di frutta, piccole formiche davano spettacolo per la loro forza, grilli ilari cantavano a squarciagola, libellule fiere dei loro esili corpicini, padroneggiavano nel cielo, le campanelle suonavano a festa, una mantide religiosa , annunciava l’inizio della preghiera.

Bruk era verde, verde dalla rabbia, e solo, solo come un verme, un verme solitario, la cicala gli andò vicino col suo vocino: – sei così brutto, tutto viscido, mi fai ribrezzo, non sai nemmeno volare, stai tutta la vita a strisciare.

La formica gli andò accanto come un tormento:- faticato vermiciattolo! Non sai lavorare, non sai risparmiare, sei un fallito, un bruco smarrito!

Ma Bruk, era un animale intelligente, perché mangiava la foglia, e andava contro la gente, sempre contro, contro corrente.

Si allontanò dalle male lingue, per dimenticare si mise a dormire. Nel sonno, lo colse un grande sogno; chiuso nel suo bozzolo di seta preziosa, s’immaginava di possedere, due grandi ali e una vita tranquilla, quando si svegliò, come per incanto, si era avverato tutto quanto!

Cominciò a volare con ali dipinte di giallo, di verde e di rosso, che gran stupore, come brillavano al sole! Come si muoveva felice nel cielo azzurro!

Si posò un solo istante a riposare, ma subito si fece cogliere dal profumo e di fiore in fiore, aiutò la procreazione, così cambiò nome: Si era trasformato in farfalla.


Il temporale tratto dal libro Rouhe.

 

Il bimbo, disteso sul verde tappeto, osservava la nuvola bianca, dalla forma di barca a vela: Parti! Diceva, e la barca partiva, navigava nel cielo, il bimbo si divertiva, ma ad un tratto, vide arrivare a velocità micidiale, la nuvola nera, uno squalo sembrava.

Ecco l’incontro, mamma che lampo, mamma che tuono, c’è il temporale! Il mare è in tempesta!

Gridava e correva con le manine in testa.

Non avere paura disse la mamma vestita di rosa: la nuvola nera è elegante marito, la nuvola bianca è la sua sposa, quella luce, è l’amore che unisce, quel frastuono annuncia il matrimonio in tutto il mondo, la pioggia cade di buon auspicio, ridenti germogli crescono, è arrivata la primavera!

Il bimbo piange ancora, perché ha perso la sua barca a vela.

 



STORIA DI VANESSA

Aveva appena smesso di piovere, il sole faceva brillare le piante che gocciolando creavano un dolce suono, c’erano insetti di tutte le specie, tante lucciole illuminavano tavole imbandite di frutta, piccole formiche davano spettacolo per la loro forza, grilli ilari cantavano a squarciagola, libellule fiere dei loro esili corpicini, padroneggiavano nel cielo, le campanelle suonavano a festa, una mantide religiosa annunciava l’inizio della preghiera, Bruk era verde, verde dalla rabbia e solo, solo come un verme, un verme solitario, la cicala gli andò vicino col suo vocino: _ sei così brutto tutto viscido, mi fai ribrezzo, non sai nemmeno volare, stai tutta la vita a strisciare, la formica gli andò accanto come un tormento: _ sfaticato vermiciattolo! Non sai lavorare, non sai risparmiare, sei un fallito, un bruco smarrito! Ma Bruk era un animale intelligente perché mangiava la foglia e andava contro la gente, sempre contro, contro corrente! Si allontanò dalle male lingue, per dimenticare … si mise a dormire, nel sonno lo colse un grande sogno, chiuso nel suo bozzolo di seta preziosa s’immaginava di possedere due grandi ali e una vita tranquilla, quando si svegliò, come per incanto, si era avverato tutto quanto! Cominciò a volare con ali dipinte: di nero, di giallo e di rosso, che gran stupore, come splendevano al sole!!! Come si muoveva felice nel cielo azzurro! Si posò un solo istante a riposare, ma subito si fece cogliere dal profumo, e di fiore in fiore aiutò la procreazione, così cambiò nome, si era trasformato in farfalla.