Poesie
VECCHIO CANCELLO
Vecchio austero cancello
Tu che volevi proteggere i tuoi inquilini
di abiti sfarzosi e di ricchi monili
lasciato sfuggire hai le loro vite
fra le tue sbarre di lance munite….
a nulla é valso di statue la guardia
perché il presente é andato lontano
in un ormai nebbioso passato
di cui le tracce si sono perse….
Sguardi all’orizzonte fra colline,
baciate da un tiepido sole che
di primavera brama e sogna.
Fra quelle sbarre chiuse
la mente passa attraverso
vedendo ombre di vecchi inquilini che
fra quei prati ancora posano il piede leggero.
I SENTIERI DELLA VITA
Ci sono piccoli sentieri che portano chissà,
lontano, vicino, non ha importanza,
è l’immaginazione a decidere.
Sarà un luogo magico dove la fantasia non ha confini,
dove tutto prende vita e colore…
Un vecchio steccato di legno
e un piccolo cancello,
orti rigogliosi, giardini fioriti.
Una vecchina seduta su una sedia impagliata,
il capo coperto da un fazzoletto per ripararsi dal sole…
con le mani ossute è intenta ad accarezzare il suo gatto,
compagno di chiacchiere antiche,
si raggomitola ancor di più sulle ginocchia,
i suoi occhi gialli si socchiudono
le fusa partono e parlano.
Ahi, che dolore!!
Una scheggia di legno nella mia mano,
non dovevo toccare!!
Guardo i prati il sole e vado avanti.
Il sentiero diventa sassi e pietra…
Alberi piegati ad arco come in un passaggio trionfale;
Ecco il suono di trombe,
sono il canto degli uccelli e il mormorio del ruscello…
come sono felici i miei piedi!
Ma dove porti?
La al mulino, e la ruota gira.
Chiudere gli occhi e inebriarsi,
nell’aria profumo di ciclamino.
E si scende fino al torrente,
impetuoso come un giovane innamorato
che corre dalla sua amata.
Il mio sentiero oggi riparte lungo un fiume,
lo seguo e lo inseguo,
mi mostra le sue stagioni,
le radici del tempo nella terra…
il sudore sulla fronte,
ritorno sui miei passi,
un piccolo sentiero mi riporta a casa.
VELI NELL’OMBRA
Casa del Sole…
Il nome ti si addiceva,
una vecchia villa maestosa sulla collina,
baciata dal sole nelle calde giornate estive.
Quel freddo però era dentro le tue mura,
dove l’inverno restava impigliato e prigioniero…
Pareti digiune di braccia materne
nelle cui mani s’agitava lo sfogo di donne ombra
deluse, sole, cariche di un peso amaro.
Si tessevano storie in quelle stanze fra i corridoi…
Teste velate passavano su lievi passi
avvolte in lunghe gonne fruscianti.
Chissà che sogni nascondevano,
brividi segreti e proibiti,
rinunce e falsi voti come vuoti a perdere.
Vite mozzate in nome di chi?!
Qualcuna forse nella sincerità agiva!
Ma tu no….
Ti han vista nasconderti con il tuo amato,
amato che generosamente amava,
dispensava amore e non solo con te!!
Ed era su di noi poi, piccole anime,
che vuotavi il calice amaro,
che urlavi l’infelicità del cuore,
la delusione di una donna tradita.
Ho voluto guardare con i vostri occhi
in modo che i vostri fatti m’incitassero a empatia.
Ho voluto ricordare quei pochi momenti di gioia
perché così pensarti mi sorridesse il volto
e provassi un pò d’affetto e…
Ed è li che voglio fermarmi e dirti finalmente “Addio”.