MARTINO IL FANTASMINO

favola breve dedicata a mia figlia Myrna..

Chi nella propria vita di bambino, non si è mai sentito raccontare dalla propria mamma una favola inventata sui due piedi, atta a tranquillizzare il proprio figlio, in un momento di sconforto o prima della nanna? Quante favole mia mamma inventava per me e mio fratello…e tutti e due, rapiti, esploravamo il mondo della fantasia, volando su strani tappeti insieme a personaggi incredibili. Tra fate e principi, streghe e pozioni magiche è così trascorsa la mia fanciullezza e mi ritrovo ad essere a mia volta mamma e con il dovere di inventare strane storie di regine, principesse, re e…… fantasmi. Eh…si, è proprio questa favola un pò atipica che vi voglio raccontare; la favola di Martino il fantasmino……

 

-Perchè non vuoi dormire questa sera Myrna?- domando sconsolata sbadigliando rumorosamente a mia figlia che alle undici di sera è arzilla come una gazzella che corre nell’infinita prateria.

 

_Ho detto che non ho sonno e non dormo!- risponde ostinata e con un cipiglio che fa vacillare la mia già precaria convinzione di riuscire nell’ardua impresa. Finchè nella mia testa prende forma un idea. Spengo la luce, non senza ulteriori proteste da parte sua e alterando la mia voce sussurro:-Ciao Myrna, sono Martino il Fantasmino- e per non spaventarla proseguo..-Sono l’amico di tutti i bambini, soprattutto di quelli che non vogliono dormire; così ho deciso di venire a trovarti. – Nella stanza cala il silenzio e, anche se mi viene da ridere, resto con il fiato sospeso in attesa di una sua reazione che non tarda a manifestare. Myrna scoppia a ridere come solo lei sa fare e replica:- Dai mamma, sei tu!!- devo riconoscere che la piccola è proprio furbetta e mi ci vuole tempo e pazienza per convincerla sia ad accettare Martino ma soprattutto riuscire a farla addormentare.

 

Così è iniziata questa pazza storia…

 

Martino era un piccolo fantasmino ribelle che quella notte vagava solitario indossando quello scomodissimo vestito a lenzuolo che, passo si passo no, lo faceva inciampare..- Accidenti, devo proprio andare da Luigina la sartina per farlo accorciare, altrimenti finirò steso-. Non aveva ancora finito la frase che il lenzuolo si annodò sul davanti e lo fece cadere dritto dritto in una pozzanghera di acqua melmosa e maleodorante. Si rialzò che aveva assunto un colorito grigiastro non ben definito. “-Oh….oh….e adesso??!! chi glielo dice alla mamma?- Martino sapeva che doveva a quel punto tornare a casa, ma l’idea del bagno che lo attendeva lo faceva tentennare non poco. Quello che più lo infastidiva, non era tanto lo stare in ammollo nel mastello, ma lo stare per ore steso appeso ad un filo per asciugare, voi riderete, ma era veramente umiliante. Così continuò a girovagare senza meta e anche un pò annoiato, alla ricerca di qualcosa di stimolante da fare. Spaventare la gente non lo divertiva più, anche perchè ormai tante persone avevano ben altro da fare che badare ad un lenzuolo svolazzante. Il più delle volte erano loro a terrorizzare Martino, con tutte le cose brutte che facevano al loro mondo. Ad un certo punto, da una finestra aperta, gli giunse una voce di mamma, alquanto rassegnata, che tentava di far dormire la sua bambina, ma con evidenti scarsi risultati. Silenziosamente entrò nella stanza e vide una dolcissima bambina con lunghi capelli ricci che la facevano somigliare ad una bambolina di porcellana. Ma con un visetto tanto birichino che attirò ancora di più l’interesse di questo lenzuolino animato. Avanzando verso il lettino della piccola, si sentiva un pò ridicolo, perchè il suo tener sollevato il lenzuolo per non inciampare lo faceva sentire come quelle regine che nel loro incedere regale sollevano con le dita i loro sontuosi abiti. -Ridicolo!!- pensò. Ma appena vide che Myrna cominciò a ridere, lasciò andare il lenzuolo e, come volevasi dimostrare, s’inciampò e dopo un poco elegante ruzzolone si ritrovò sul lettino faccia a faccia con la bimba che a quel punto non riusciva più a controllare le risa. – Non vedo cosa ci sia di così divertente- s’indispettì a quel punto Martino. – Dopotutto potevo anche farmi del male!!- continuò più imbarazzato che arrabbiato. Non aveva certo iniziato bene e aveva fatto la figura del fantasma maldestro. Così, per darsi un certo tono e contegno, si mise seduto sulla testiera del letto accavallando il lenzuolo, cosa certo non semplice per un fantasma. – Allora, mi dicono tu sia Myrna- disse assumendo un tono molto professionale e serioso. – E la mamma dice che tu sei Martino il Fantasmino, ma io non credo ai fantasmi, sono tutte storie..- ribattè Myrna incrociando le braccia. – Ma tu guarda…e allora cosa pensi io sia?, una tovaglia con le gambe?- replicò Martino. – Prima di tutto i fantasmi sono bianchi e non puzzano!- continuò imperterrita la bimba. In effetti Martino non potè ribattere e, guardandosi ed annusandosi, si rese conto di essere impresentabile. – Se vuoi posso pensarci io- disse la piccola….. – Oh no, il bagno no, non lo sopporto, troppa umidità mi fa venire i dolori. – La mamma ha una vasca particolare che lava e asciuga velocemente.- Così iniziò quello che per Martino fu un misto di tortura e divertimento. Perchè vi chiederete? Perchè Myrna lo prese e lo infilò nella lavatrice. Non vi dico cosa provò il povero lenzuolo tra prelavaggio, lavaggio, risciacquo, per non parlare poi della centrifuga. Volteggiava prima a destra e poi a sinistra sputacchiando detersivo salato misto a bolle di sapone. Trovò sollievo nel risciacquo che gli tolse quella schiuma che si era infilata dappertutto. Gli uscivano strane bolle dagli occhi, dalle orecchie e dal naso. Ma il momento più tragico e anche un pò comico fu quando si ritrovò a girare vorticosamente mentre il suo lenzuolo si attorcigliava in tutti i modi possibili. Si rirovò con un occhio spostato in alto e l’altro dietro..il naso che scendeva inesorabilmente verso la bocca ma con la sensazione favolosa di essere su un ottovolante. Alla fine Myrna lo tirò fuori da quella macchina infernale con il risultato che, bianco lo era di sicuro, ma pure tutto stropicciato ed anche un pò accorciato, il che non guastava. -Pulito sei pulito, però ci vuole ancora una piccola cosa- disse la piccola peste. Il che preoccupò non poco Martino. Infatti si ritrovò steso e allargato su di una asse di legno imbottita e in men che non si dica un ferro caldo scivolò sul suo corpo riportandolo agli antichi splendori. Martino si guardò allo specchio e si vide bello come un principe. Si voltò verso la sua ormai amica e la vide che si sfregava gli occhietti sbadigliando, si intenerì e pensò…- Guardala la furbetta, finalmente sta cedendo alle fatine del sonno!! Eh si…pechè per tutti i bimbi vi sono le fatine che spruzzano sui loro visi una polvere argentata magica che li fa cadere in un sonno popolato di fantastici sogni….. .-Mi tieni la mano?- chiese Myrna – E’ per me un onore- rispose Martino che si sdraiò accanto a lei e la coprì con il suo profumatissimo lenzuolo. In un angolo della stanza la mamma osserva commossa quella strana coppia abbracciata e sorride pensando di aver vinto la battaglia ed esce soddisfatta. Ma non si accorge che i due si stanno scambiando uno sguardo complice pronti a chissà quali nuove avventure.

 

VEDETE, I FANTASMI NON SONO CREATURE SPAVENTOSE, SONO SOLO CENTIMETRI DI TESSUTO CANDIDO COME L’ANIMA DEI BAMBINI, CON UN PICCOLO CUORE CHE METTONO A DISPOSIZIONE DELLA LORO FANTASIA. NIENTE TERRORIZZA SE NON CREATO DALLA MALVAGITA’ DELLE PERSONE.


IMPROBABILE SONNO RISTORATORE

SPLENDIDA NOTTE HO PASSATO, NEMMENO UN APPASSIONATO INCONTRO DI CORPI CALDI AVVINGHIATI IN PREDA AD ASSOLUTO DESIDERIO, POTEVA ESSERE COSI’! DOPO UNA RILASSANTE E FRESCA DOCCIA, UN MASSAGGIO AL CORPO CON CREMA ALL’ORCHIDEA E INDOSSATO UN IMPALPABILE CAMICIA DA NOTTE DI PIZZO ROSSA (DESCRIZIONE DA INCONTRO A LUCI ROSSE) MI SONO SDRAIATA VOLUTTUOSAMENTE SUL MIO COMODISSIMO LETTINO CON L’ “ASSURDA” PRETESA DI SCIVOLARE LENTAMENTE IN QUEL DOLCE OBLIO CHIAMATO COMUNEMENTE SONNO. DEGNO DONO CHE SPETTA A QUALSIASI ESSERE UMANO DOPO UNA DENSA GIORNATA LAVORATIVA. SCIVOLANDO SOTTO IL FRESCO LENZUOLO, HO SPENTO LA LUCE E CERCATO UNA COMODA POSIZIONE. CHE GODURIA, SENTI LE MEMBRA RILASSARSI, SENTI QUEL DELICATO STACCARSI DALLA REALTA’, SENTI CHE A BREVE NIENTE E NESSUNO DISTURBERA’ I TUOI SOGNI…SENTI…SENTI…SENTO UN AMMASSO PELOSO SCIVOLARE CONTRO LA MIA GAMBA DESTRA, POSIZIONARSI COMODAMENTE E INIZIARE UN CONCERTO DEGNO DELLA MIGLIORE SOLISTA CLASSICA. KIRA, LA MIA MICETTA DI CINQUE MESI, HA DECISO DI CONDIVIDERE UN PICCOLO (DIRE PICCOLO E’ UN EUFEMISMO) POSTICINO DI LETTO CON ME. SORRIDO, NON PROPRIAMENTE ENTUSIASTA, MA CON MENO VOGLIA DI ALZARMI E DI PORTARLA NELLA SUA CESTA. RIPRENDO IL RITO DEL RITROVARE LA GIUSTA POSIZIONE, SOLO CHE LA MIA GAMBA DESTRA E’ BLOCCATA DA KIRA, LA QUALE, NEL FRATTEMPO, MANCO SI FOSSE MESSA IN TRAZIONE, E’ DIVENTATA LUNGA UN METRO. CERCO DI POSIZIONARE LA SINISTRA IN MODO RILASSANTE QUANDO UN TONFO, MENO GENTILE E LEGGERO DI PRIMA, SI POSIZIONA ACCANTO ALLA MIA COSCIA SINISTRA. E’ PEDRO, GATTONE DI SEI CHILI, CHE PRETENDE DI SPINGERMI ALL’INTERNO DEL MIO LETTO PER ACCIAMBELLARSI SORNIONE. DA QUI INIZIANO LE GUERRE PUNICHE, NONCHE’ UNA FORZATA E NON RICHIESTA GINNASTICA NOTTURNA. GAMBA DESTRA PIEGATA A NOVANTA GRADI E GAMBA SINISTRA CHE SCIVOLA INESORABILMENTE FUORI DAL LETTO. CERCO DI TIRARLA SU MA UN MIAGOLIO STRAZIANTE MI AVVISA CHE DEVO AVER SCHIACCIATO PEDRO, CHE DI RIMANDO MI ARPIONA UNA ROTULA. SOBBALZANDO, SCOMODANDO TUTTI I SANTI DEL PARADISO PIU’ LE RISERVE, INVESTO KIRA CHE IN TUTTA RISPOSTA CAMBIA POSIZIONE TROVANDO GRADEVOLE LA MIA PANCIA. ORA BASTA, LI AFFERRO PER LA COLLOTTOLA E LI CATAPULTO LETTERALMENTE NEL GIARDINO. SOSPIRO SODDISFATTA E MI SDRAIO SU QUELLA SPECIE DI LETTO DOVE SEMBRA SIA PASSATA L’ARMATA RUSSA. RITUALE: OCCHI CHIUSI, ATTESA DEL SONNO, POSIZIONE COMODA E…….MIAGOLII IN STEREOFONIA SOTTO LA MIA FINESTRA. EH NO, NON MI FREGATE, TAPPI NELLE ORECCHIE RISOLVERANNO IL PROBLEMA, NON FOSSE CHE LE VOCI DEI DUE SCIAGURATI HANNO UNA TONALITA’ DEGNA DI MARIA CALLAS E LUCIANO PAVAROTTI NELLA LORO FORMA MIGLIORE, INSOMMA…QUASI ROMPONO IL MURO DEL SUONO! NERVI A FIOR DI PELLE, CAMICIA DA NOTTE CHE NON SI CAPISCE BENE DA CHE PARTE SIA GIRATA E CON PIEGHE AD ALTO LIVELLO, OCCHI CORRELATI DI OCCHIAIE ASCELLARI…FACCIO RIENTRARE I DUE SOLISTI VENETI, LI LASCIO ACCOMODARE SUL MIO LETTO E POI ENTRO IO, INCASTRANDOMI COME UN TASSELLO DI UN PUZZLE E, SCONSOLATA, ATTENDO CHE IL CONCERTO “FUSA-LIVE” TERMINI PER POTER FINALMENTE ACCEDERE AL SONNO DEI GIUSTI. POSSO COMUNQUE COMPIACERMI….PERCHE’ PENSO DI AVER INVENTATO E AGGIUNTO QUALCHE NUOVA POSIZIONE NEL MANUALE DEL….”GINNASTA PERFETTO!!!