Stella polare

Occhi nel silenzio
Di una luce soffusa
Vai amore sbiadito lungo il mare
Vai a immergerti nel freddo Nord
Fatto di orizzonti di ghiaccio
Nella notte stella polare,
Nella notte riaffiori
Ma è solo un nuovo abbandono
Occhi velati di luce soffusa
Non potrò mai amare
E con te scivola via l’ultima fiamma
Muore nell’acqua
Vai amore sbiadito lungo il mare
Vai a immergerti
Stella polare.


L’attore

Le tue parole sono inutili
Non hanno occhi
Non ti guardano
Non ti vedono
Recitano la loro parte sul palco di un teatro
Un solo spettatore
Solo io ad ascoltarti
Ad ascoltare il vuoto che parla
A riempirlo di ciò che voglio
Cosa c’è dietro l’ultimo sipario non lo saprò mai
Le tue parole non hanno occhi da guardare
Non hanno verità
Non ti puoi specchiare
Non hanno espressione sul volto
Il tuo volto
Non si posso interpretare
Sono parole senza verità.


Tra spine e rovi

Non voglio più essere spezzata dall’amore
Dagli abbandoni
Da una promessa nella mia testa
Poi la sconfitta di ogni cosa
Il pianto che si spezza in mille pietre contro il mio corpo
La speranza che si china
Anche i pensieri si spezzano come rami secchi
Il mio riflesso sullo specchio aggredisce la mia bellezza
Tutto si frantuma
Amore che piange
Amore che si irradia di buio
Il dolore mi trascina tra le sue braccia
Ogni volta che la mia vita bussa ad una porta
Non voglio più essere trafitta, sfiancata, risucchiata dal nulla che mi circonda
Questo abbandono che mi vive addosso
Che si nutre di me
Mette radici
Cresce l’albero della solitudine nella foresta di quest’anima
E io ti prego di lasciarmi qui
Dove non ci sarà più accesso nemmeno per te
Lascerò crescere le piante selvatiche
I rampicanti
Fitti di malinconia
Fitti di pensieri
Voglio restare qua tra le spine e rovi
Non ci sarà accesso
Non voglio più aver bisogno d’amore.


 

UN CUORE VUOTO

 

La nostra casa è  un cuore vuoto

L’angoscia mi schiaffeggia il viso

L’assenza mi colma gli occhi

Non trovo parole

Non trovo respiri

Solo porte aperte sul nulla

Un pensiero vola

Sì butta giù oltre il cornicione

Ma poi mi ridesto

Annegata nel mio letto

Catene di voglie e speranze sospese  mi tengono ancorata al respiro di questa terra.

 


 

L’ANGELO È  DIVENTATO CATTIVO

 

Come si sono trasformate in frecce acuminate le tue parole

Gli occhi sono diventati di carbone sprezzanti

I tuoi sguardi non accarezzano più

pungono come spine

L’Angelo è  diventato di pietra

Non ha più  sorrisi

Le piume sono diventate come la pece

Neanche il tempo di accorgermene

Come un lucifero

Come un traditore

L’Angelo non bacia più

Non ha più  dolcezza nelle vene

Il  suo sangue è  odio liquido

L’Angelo è  diventato cattivo.


MADAME FOLLIA

 

La follia ha bussato alla mia porta.Non volevo aprire.

-Hai sbagliato campanello, non ti conosco.

- Non mentire,Ti sono piu’ vicina di quanto credi. Sono gia’ stata in casa tua.Ho visto la tua camera  la conosco bene, ci sono stata spesso.Ci sono poesie che hai scritto proprio dopo che ero passata a farti compagnia.E’ piena di scatole vuote e di quaderni gonfi, ci sono libri che parlano di me e foto e  scritte sui muri.In seguito alle mie visite il tuo comodino viene invaso di pasticche, boccette, bicchieri, biscotti smangiucchiati, ci rimane sempre versato qualcosa di appiccicoso. Anche i vestiti si ritrovano nel disordine e i fogli sparsi sul pavimento.Ma poi rimetti con cura tutto a posto.Ci sono bambole dai cuori rotti e anche un angioletto sulla mensola e un carillon, credi che ti proteggano?  O ti circondi solo di tenerezze che non hai mai percepito attorno a te?Sulla parete accanto al comodino e’ appesa una foto di un passerotto che si ostina a resistere alla grandine, sopra ci hai scritto ”Resisto, dunque sono “. Quanto pensi ancora di resistere? Ti vuoi convincere?Poi c’e’ la foto di un uomo sorridente, e’ il tuo psichiatra, attorno al suo viso compaiono ogni tanto scritte nuove in corrispondenza delle mie visite.  Mi sa che ti scombussolo un po’.Apri il cofanetto sul como’, dentro ci sono i ricordi della tua vita. Talvolta nelle lettere con le tue amiche facevate accenno a me, non mi avevate ancora visto in faccia, forse mi esorcizzavate.Ci sono tracce di me anche sui tuoi diari.Ti da’ fastidio quando tocco e guardo le tue cose, vero?

Do tre giri di chiave nella toppa. Sento il cuore che sembra rimbalzare nelle vene. L’angoscia cresce a dismisura, il respiro si blocca nella bocca dello stomaco, non va ne’ su ne’ giu’.Ho freddo, saranno 30* e io ho freddo e tremo.Voglio morire e temo di morire allo stesso tempo.

Il mio sguardo si dirige verso le tende del salotto,le chiudo con tale furia che quasi le strappo. Vedo occhi ovunque mi starà  osservando?cerco il tavor,ma so che nessuna calma artificiale può venirmi in soccorso.Raggiungo il telefono a carponi, ansimando, mi sento paralizzata, ho i riflessi bloccati,ma realizzo che non ho nessun numero da chiamare.

Mi rivolgo direttamente a questa voce – Non puoi violare la proprieta’ privata, in casa mia entra solo chi voglio io

- Non ho bisogno del tuo invito. Mi fai entrare o sfondo la porta?

- Chiamo la polizia !

- Vuoi dire la psichiatria!Verranno a prendere te non me.

Vacillo,le sue parole  sono state come un colpo sferrato in pieno petto.

- Perche’ sei entrata a far parte del mio mondo? Le chiedo.

- Mi sono insinuata in una crepa, in una fragilita’, ho sentito franare  gracili fondamenta ed e’ stato semplice invadere tutto.Ho conosciuto anche tua madre, sai?Ma con lei sarebbe stato troppo facile. Non si sarebbe fatta torturare. Si sarebbe arresa prima come  tuo cugino.L’ho lasciata stare, la tua mente e’ piu’ interessante, tu resisti a oltranza.E’ una partita avvincente, ma perderai.

All’improvviso senza neanche il tempo di realizzare,l’ombra di un pipistrello si insinua  da sotto la porta e mi travolge e mi inghiotte in un mare di buio.

Riesco a tornare a galla. Annaspo, ma respiro, i cavalloni mi tormentano, mi scavalcano …

Finisco sbatacchiata di qua e di la’. Ho tanto freddo, brividi mi avvolgono , sono una foglia tremolante.

- C’e’ qualcuno? Grido inutilmente al nulla che mi circonda.Nessun soccorritore verrà a tirarmi in salvo, temo di affogare.

Ma ad un tratto appare un faro, riesco a vedere qualcosa, degli scogli, rocce, qualcosa di saldo, mi chiedo se siano le tue braccia.

Sono al sicuro . Per ora!

E’ stato solo un round …l’ ennesimo.La voce si allontana da me- A presto, ti avvolgo in  un abbraccio Amica Mia…