Nebbia

Con mano umida,
silenziosa
tutto avvolge.

Manto leggero
che odora di cantina,
suoni felpati,
luci tremule.

Madre premurosa,
il sudore del giorno
tenera ristora.


Simbiosi

Il lichene
lambisce,
fontane antiche.

Aggrappata al nulla,
vorrei partorire
radici e rami,
per cantare
la terra al cielo.


Ode al Populus

Liscia corteccia,
hai lentiggini a diamante,
con fiero busto adombri,
la tomba di Zeus.

Sei simbolo di resurrezione,
albero del popolo,
fiume di afflizione.

Dal tuo legno
lacrime,
gocce d’ambra
indurite dal sole,
sei trionfo di vita sulla morte.

Ninfa Leuke sfuggita ad Ade,
riflesso d’argento
immolato in eterno.

Dinanzi a Cerbero,
Ercole le tue foglie mise,
intreccio di rami,
ponte tra mondi.

Sorriso immortale,
sulla tua tavola
Leonardo dipinse.

Senza vento
tu tremi,
dal giorno in cui Giuda
nei tuoi rami,
la sua vergogna pose.