Il pensator fischiante

Nella monotonìa della stanza,
tra uno sbattere e uno spadellare
un fievole fischiettìo
interrompe la quiete.
A prestar l’orecchio
il suono è insistente,
penetrante e addirittura snervante,
nella testa di chi fischia
o di chi solo intona il motivetto.
Martella, martella e si fa sentire
e chi ascolta ora vuol sapere:
“Cosa ti turba, o pensatore?”.
Ore ed ore a cercar risposta:
dentro lei fischia,
ma fuori non si ascolta.


Il teatro della farsa

Gli occhi di uno spettatore ignaro
non osano comprendere
o vedere che intorno a lui
un sipario sta per calare.

Dinanzi ad una festa,
dinanzi a una ricca e gustosa cena,
dinanzi ad ospiti speranzosi,
gli occhi di uno spettatore ignaro
non si aprono, ma restano
chiusi nel loro oblìo.

Come possono non vedere, mi chiedo?
Come possono celare le apparenze?
Come possono non tastare l’atmosfera
dove si respira un’aria di ipocrisia?
Tutto è perfetto. Tutto va bene.
Non esiste dolore, non c’è stanchezza,
nè tristezza.

Tutti sono stati invitati a mascherare
i sentimenti, quelli più puri e autentici,
e inconsapevoli sono tutti partecipi
di questa messa in scena.
Solo un bimbo in cerca del suo fratellino,
riesce a far destare gli ospiti con cotanto stupore
che increduli non capiscono
che è proprio lì che si nasconde l’amore.


I ladri di emozioni

Sgattaiolano via come ratti,
sfuggiti alla vista del cacciatore.
Con la coda tra le gambe
e la paura in corpo di essere ripresi
entrano in casa come ladri
di emozioni, e ti strappano
da mano i tesori più preziosi.

Solo dopo realizzi,
solo dopo comprendi
che quel magone che ora
cresce dentro di te
è indice di ciò che provi:
è la tua anima ormai deturpata.