AL TEVERE

Qui sulle tue rive a ricordare
le tue acque limpide
scorrere verso il mare

Accoglievi nell’acque chiare,
chi aveva sete e un po’
di frescura volea trovare.

Ora sei solo! Addormentato,
cadente come un vecchio,
pallido, triste e malato.

Splendesti nel passato
tanto da essere osannato,
elevato, come un dio cantato.

All’arrivo dei bombardamenti,
tutto vedesti crollare
perfino i tuoi vecchi ponti.

Eppur quel giorno piangesti:
accogliendo tra le tue acque;
dei tuoi figli i resti.

Ora i vecchi salici piangenti
chinati su di te sembran dire:
Su coraggio vecchio mio andiamo avanti.

…Degà…


IL SALICE

Oh luna! Che risplendi e
illuminila chioma di questo
salice piangente
e rendi le foglie a te esposte
argentee e lucenti,
splendenti come i sogni
e le gioie di ieri.
Quelle nell’ombra, invece,
son scure come le tenebre
a marcar questo vuoto
che mi pesa e mi opprime.
Girami attorno oh luna!
ad illuminar questo buio
e riaccendi la fede
e la speranza di domani.

…Degà…


UN MAZZO DI FIORI

Mi son recato là dove son tutti,
dove non vedi nessuno.
Ho portato un mazzo di fiori.
Ho passeggiato guardando:
foto, iscrizioni e date.
Quello che se n’è andato
quasi centenario, l’altra che era
ancor troppo giovane e quel bimbo?
Che appena cominciava
ad assaporar la vita?
Che scopo ha nascere e chiudere
gli occhi subito dopo?
Un vecchio piange la sua donna,
le rughe mostrano che l’amore
non ha età né fine.
Un bimbo è insieme al padre,
si accosta ad una tomba e domanda:
-Papà ma quando torna la mamma?
In questo posto non v’è differenza;
Quando la Dama in nero arriva
non avverte non tiene conto dell’età.
Io rivolto ai bianchi marmi domando
tanti, perché?
Loro con i loro mesti silenzi, mi rispondono.

…Degà…