Il Gramo

 

{Chi sei tu fisso dentro quello specchio?}

Sembri me ma forse c’è qualcosa di diverso

Sembri il mio riflesso ma, non so, non è lo stesso

Sembri strano e ammetto che mi sento un po’ perplesso

{Rimandi a un sentimento nuovo e vecchio}

Sembri il vago accenno di qualcosa che ho già letto

Sembri quel vociare che la notte già m’aspetto

Sembri la presenza che purtroppo non accetto

{Sussurri con violenza nel mio orecchio}

Senza me sei niente puoi scordarti la mia assenza

Lascia che ti possegga ed acquista confidenza

Non vuoi la mia influenza ma dammi la tua essenza

E colma l’esigenza di questa tua mancanza

{Io sono la tua unica speranza}

 

Tu codardo ed io son forza

Accettarmi è la risposta

Noi Medardo il dimezzato

Tu sei il Buono ed io il Gramo

 

Mi sfidi in duello e la spada che avanza

Trafigge il mantello, ma non ha importanza

Riversa su me la tua sofferenza

E porta di entrambi la piena esperienza

Avvicinati, abbracciami, annientati e andiamo

Perché tu non sei però insieme siamo:

Bestemmia e orazione, sorriso ed inganno

La dolce amarezza c’allevia il tuo affanno

Benzina s’un fuoco c’ormai non perdura

Ed acqua s’un rogo di carne insicura

Alza la testa ma senza paura

E col solo sinistro osserva la Luna

Se non capirai ciò che vi accomuna

Ricorda, anche lei ha una faccia oscura.


 

Ossimoro mal riuscito

 

Dimmi che si prova

A capire le domande

E non sapere le risposte

A pensare di esser grande

E fare i conti senza l’oste

Dentro il mare e le sue onde

Cerchi idee mal riposte

Ma nelle acque più profonde

Solo verità supposte

 

Dimmi se anche tu

Venderesti la tua anima

Per un po’ di libertà

Per non essere una sagoma

Senza luminosità

Perché in fondo a questa favola

Sulle tue abilità

La risposta è solo una

Ed è serendipità

 

Dimmi cosa cerchi

La più grande piccolezza

O un immenso ormai sbiadito?

E tra l’eterna giovinezza

Ed un attimo infinito?

Provi ad essere all’altezza

Ma sei un misero impedito

Frutto dell’insicurezza

Di un ossimoro mal riuscito

 

Dimmi se preferisci

Essere spinto dalla brezza

Per non andare lento

O simulare una carezza

Camminando controvento

Non sentire la stanchezza

Non rimuove lo spavento

Ma lascia in gola l’amarezza

Di chi dà il suo uno e non il suo cento

 

Dimmi poi se ce la fai

Divorato dal rimorso

Dei “però” senza “nonostante”

Traghettato come un mostro

Prima da Ermes e poi da Caronte

Cerchi un nuovo capoverso

Per affrontare ciò che hai difronte

Ma seguendo il contrappasso

Vivrai da cavaliere errante

 

Dimmi infine se smetterai

Di pensare ad un passato

Non presente nel futuro

E al codardo che sei stato

Per un posto più al sicuro

Cresci, impara, hai sbagliato

Fai un sorriso meno oscuro

Usa ciò che hai imparato

Non sei più quell’insicuro.


 

L’unione

 

Giochi di luce e valori offuscanti

Calcoli il tempo e lo spazio davanti

Occhi celanti un accesso proibito

Arma in contrasto col male incombente

 

Dai un colpo e affondi in profondo il fendente

Fuori dissimuli un cuore che mente

Dentro desideri fuochi di amanti

Mantide, ammali e poi curi il subìto

 

Bianco custode del senno smarrito

Giochi a ruotare nel nero infinito

Orbiti intorno al mio corpo incosciente

Ma le maree ci fanno distanti

 

Luogo in cui vivono demoni e santi

Prendimi e sana il mio corpo ferito

Poi scappa via e ritorna splendente

Siamo e saremo speciali fra i tanti.