Poesie
IL VELO
25-02-16
Avvolge il tuo volto ambrato
come carezza di uomo innamorato.
Volano gli anni e la gente non cambia.
Bramosa di carpire i segreti dell’ignoto
e tuttavia timorosa e schiva di fronte al diverso.
Tu lo porti con orgoglio e naturalezza:
invece che nasconderla, accentua la tua bellezza.
Figlio dell’Europa, cos’è che ti spaventa?
A me, la tua ignoranza, la tua ipocrisia.
Tu che ti definisci cristiano, fratello per tutti i tuoi simili,
ti lasci corrompere facilmente dalla paura.
Il colore della tua pelle profuma di deserti africani.
I tuoi occhi, oscure stelle, riflettono mondi lontani.
Ti guardo storcere il tuo pallido naso e camminare avanti indietro,
come un felino davanti alle sbarre di una gabbia che si è costruito da solo.
Mi rifiuto di farti compagnia.
La tua diversità mi dà gioia, mi intenerisce e mi affascina.
Lasciati guardare, amica mia, sorella e amante,
perché io, in realtà, non vedo nessun velo.
ESTATE
31-5-2010
Ti maledico, estate
ipocrita stagione,
strappi sorrisi
di gioia
ai passanti,
corrompendoli
con qualche raggio
di sole.
La tua luce
invadente
brucia i miei occhi;
il tuo calore
pesante
fa sudare la mia carne.
Non ti accoglierò
compiacente
come tutti gli altri.
Non mi toccare, estate
non so che farmene
di te
che con mille pretese
tenti di raggiungere
il mio animo
dove ancora è inverno;
non so che farmene
di te
che col tuo sole
non puoi rischiarare
tanto in fondo.
Perciò lasciami
nella mia stanza,
gli scuri ben chiusi,
non osare filtrare
da quella finestra.
Mi faresti solo male, estate
come la carezza
di una donna
che non si può amare.
L’EROE
Un giovane d’oggi si sedette a guardare il telegiornale della sera: un primo servizio lo tenne aggiornato dei progressi fatti dalla politica nell’ultimo mese e lo scoprì essere identico al servizio del mese precedente; una voce fuori campo lo bombardò di cifre troppo difficili da immaginare per dargli un’idea della crisi economica in cui sguazzava la sua nazione; un anonimo giornalista intervistò una manciata di rabbiosi lavoratori precari o disoccupati che non avrebbero mai visto una pensione; infine, una cronaca approfondita lo ragguagliò sull’ultimo amore della soubrette di turno. Il giovane spense la televisione, le labbra leggermente increspate da un tiepido disgusto. Non sapeva se il giorno dopo avrebbe proseguito con lo studio,per ottenere una laurea di dubbia utilità. Non sapeva se avrebbero accettato la sua richiesta di lavoro, per aiutarsi nel pagare gli studi. Improvvisamente decise di “evadere”, di rilassarsi davanti a un film: Batman o Spiderman? Avete notato come negli ultimi anni si sia sviluppato nel cinema il genere superoistico e di come abbia avuto successo, proponendoci una sfilza di eroi tratti dai fumetti? Che cos’hanno questi personaggi, che ci piace così tanto? Forse perché, almeno loro, riescono sempre a spuntarla, a fare giustizia, o a riscattarsi, se fanno degli errori. Il giovane avrebbe voluto essere un supereroe; ma non pretendeva certo di salvare il mondo. Avrebbe voluto andar bene nel lavoro che faceva, ottenere ciò che gli spettava nella società in cui viveva, poter realizzare i suoi sogni e magari, un domani, costruirsi addirittura una famiglia tutta sua. Sì, sarebbe stato l’eroe migliore di tutti.