LA MIA RONDINE

Intreccia conversazioni con le polveri infuocate

Pur se rinchiusa nella sua conchiglia così nera.

 

Si lascia sfiorare, il grembo dei sogni umani

e ascolta, e parla, con quella bocca disegnata, così

vera e così lontana.

Dice la verità, si nasconde solo per altruismo

e con il suo ellittico andare costringe il

Tempo

a far dei miei sogni carte da giocare.


APRILE 2012

Nuotare,

per ore,

e quella sensazione di infinito

che mi lasci sulla pelle

e nelle mani;

e sul vetro del nostro unico testimone

tracce di profumi,

dita incrociate,

desideri inesauditi.

Esploderei in coriandoli, se potessi.

O in petali: di fiori di pesco.

Tu, mia primavera, Tu

mia Prima volta,

addormentati tra le mie braccia.

Fatti raccontare, da colui che solo sa,

quale forma stai dando a me,

prima perduta, ora viva.

Sei l’Amore e io,

che ti ho sempre cercato,

non ti ho riconosciuto all’inizio,

preda di sogni, prigionieri, anch’essi,

della povertà.

Ma è questione di cerchi,

blu,

che tu hai visto in me

ancor prima di me.


IO, VIVO

Davanti al mare

sto sulla sedia che sarà le mie gambe per sempre

e tu che mi guardi con pietà

sarai l’incubo della mia giovinezza,

un’oscura e meravigliosa

tempesta di sogni e paure,

una carrozza che può arrivare al Paradiso

o all’inferno,

labirinto di possibilità

istinto e logica…

 

Come un salice piangente

I miei arti tendono alla Terra

Mossi dalla sola brezza del vero Amore materno,

ma come un salice piangente,

con le radici in un’acqua profonda,

anche io sono frutto della vita

e della vita innamorato, per sempre.