A mio padre

E’ passato lo so,

tanto tempo oramai,

sembra ieri però,

che tu eri tra noi.

Ora che sei lassù,

hai lasciato quaggiù,

il tuo ricordo fra noi.

Se potessi tornare,

anche solo un minuto,

ti vorrei far sentire,

il mio amore per te.

Perché ora che tu,

che tu non ci sei più,

vorrei darti di più.

Qualche volta lo so,

ho sbagliato con te,

non riuscivo a capire,

che non eri più tu,

era la tua malattia,

che diceva per te,

quelle ingiuste parole,

nei riguardi di lei.

Tu l’amavi, ora so,

non la volevi lasciare,

la volevi portare,

per sempre con te.

Un amore così,

non esisterà più,

era immenso, ora so,

il tuo amore per lei.

Tu eri l’unico sai,

che capiva da sé,

il mio bisogno d’amore.

Vorrei esser con te.

Ora che non ci sei,

vorrei darti di più.

Sono stata per te,

un gattino amoroso,

il tuo cucciolo d’uomo,

era grande il tuo amore per me.

Tu sei dentro ai miei sogni,

a volte credo che tu,

tu sia dietro di me,

che accarezzi il mio viso,

che mi prendi la mano,

che tu culli i miei sogni,

lo capisco da qui,

che ho un bisogno struggente di te.

Solo questo però,

posso farti oramai,

portarti dei fiori,

accarezzare il tuo viso,

regalarti un sorriso,

parlare con te,

darti un raggio di sole,

questo posto l’ho scelto io per te.

Son sicura però,

che mio figlio è con te,

è il regalo più bello che ho fatto io a te.

Lui non ha neanche un nome,

son sicura però,

è una bimba per te.

Non sapevi che c’era,

ora è lì, accanto a te.

Sei felice lo so,

anche lei ha scelto te,

era fatta per te.

Accarezzala, dai,

poi sorridile un po’,

prendi tu la sua mano,

come hai fatto con me;

Amala anche per me.


 

Il mare

Il mare.

Un lontanissimo ricordo di me, bambina, in sella ad una moto: “Parilla” si chiamava la moto di mio padre. Con il Parilla mi portava al mare. Anzi, ci portava; ci salivamo sopra in quattro, la domenica mattina : mia madre, mia sorella ed io e Lui, lui che, naturalmente, guidava. Noi due bambine, strette tra i corpi di mio padre e di mia madre; ai lati, le borse col mangiare. Ed era come star seduti davanti al focolare, ed era come partire per il paese dei Balocchi, ed era come volare tra le nubi, tant’era bello andare al mare. Ma come son diverse le distanze, se misurate col metro da bambina! Com’era lontano, allora, il mare! Poi, quando finalmente mettevo i piedi a terra, coi sandaletti ed i calzini in mano, correvo a piedi nudi sulla sabbia, tra i pini, fino al mare. Meraviglia di Azzurro! Non si riusciva a capire dove finisse il mare e dove cominciasse il cielo. Ed io, in questo incantesimo di Azzurro, me ne stavo per ore, seduta sulla riva, ad ascoltarlo, questo mare. Ed erano le voci di Sirene, e di Pinocchio in pancia alla Balena, quelle che mi giungevano con l’onda, di là, di là dal mare. Storie di fate, di maghi, di regine, di streghe cattive e di fantasmi buoni popolavano i miei castelli di sabbia. Com’era bello, allora, andare al mare! Poi, quando il sole si faceva troppo forte e la mia pelle di bambina cominciava ad arrossare, la mamma mi chiamava in pineta per mangiare. Ricordo ancora, come se fosse ora, la sua vestaglia azzurra, a fiori, i suoi capelli lunghi, neri. Sembrava una regina. Dopo mangiato poi, ci mettevamo tutti a riposare. Ed ecco che arrivava Lui, mio padre e mi copriva col suo asciugamano come se fossi un talismano e, seduto accanto a me, scacciava dal mio sonno le zanzare. Ora sono di nuovo qui, davanti a questo stesso mare.

Ma no, non è lo stesso mare: è a pochi passi da casa poi, poi non è così Azzurro; poi, poi quelle voci che sento non sono di Sirene, sono le urla di quei Naufraghi che l’onda ha sbattuto con forza sulla scogliera.
E Loro, i Miei, dove sono?
Lui, mio padre, non c’è più, mi ha lasciato, non è più qui a scacciarmi le zanzare.
Lei, mia madre, ha la sua vita. Mia sorella, la sua, in un paese lontano.
Ed Io, Io dove sono?
Io sono qui da sola, profondamente triste e sola, che sto cercando di riempire questo vuoto con un pezzetto di mare.


 

Un attimo, una vita

Per un momento

Una pioggia di stelle,

un caldo fiocco di neve,

un volo sulle ali di una farfalla,

un prato verde al centro della terra.

Per un momento:

tutta la vita o solo

una frazione di secondo?

Che importa!

Ho capovolto il mondo.