BOCCA D’ORO

 

Sguardo osserva, occhio osa,

Il volere volare di ogni uomo che in una poesia, semplice, riposa.

Il volare del volere che si perde nel vuoto fra i veli di una sposa promessa

complice, ma mai abbracciata.

Il valore del volere che a stenti si sa quanto sia esteso

Il valore del poter volere che spesso si è scordato, nascosto o abbandonato.

Sguardo osserva, occhio osa,

Il volare del valore

che esplica la noia di un vivere ammalato,

segue sottomesso e commosso il volere del valore

di un essere umano vitale animale, violenza tarata lentamente

anche da chi non sente.

Una lacrima, ha paura del niente, il suo gusto non è più quello del sale.

Ormai insipida, consenziente, finalmente la mente ammette quel che sente:

giudice che guarda giudice che dice, bocca dalla quale fuoriesce oro e la Storia del mondo si arricchisce, bocca dalla quale fuoriesce nero e la massa s’incanala con le gambe al cielo e la testa sotto terra si conserva in forma di larva;

la fine è preparata con cura.

Quant’ é truce l’esistenza umana nel suo scorrere,

quanto la Tua Luce ha un potere senza limite, e quanto aspetto che la Tua Voce

mi sia da custode delle più belle cose che si possano creare o pensare

e mi sussurri a volte la bellezza dell’innocenza

o mi urli la bontà del coraggio di salvarla.


SCHEGGE D’INFINITO

 

Il sorriso di una farfalla in volo agita il sopracciglio del fiore illuminato

Sento una fontana d’oro nel rivolo scalpitare infantile a terra.

A valle, la voce di un pastore lento si perde in un’eco che solo e unicamente

le sue pecore perdute,

dal vento, sanno cogliere come margherite dorate da un campo autunnale.

 

Il pesce che fluttua sa che ascolto, timido e veloce,

il suo mormorare fugace mi cattura assorto.

Il suo fluttuare delicato intriso da un puro sentirsi libero,

nato leggero, miracolato, sa cogliere l’attimo di un’ Infinito Zuccherato,

del Vivere nel silenzi, dell’Andare più sfrenato;

senza sentirsi sazio della curiosità, né mai arrivato nelle sue profondità,

ammaliato dalla luce della vitalità, niente, l’ha mai incatenato.

 

Fiorisce nel luogo più ombreggiato la saggezza del come ascoltare, attento,

il crescere soffice e adagiato dell’erba di prato è un Dono che solo un bacio può rivelare;

Dono vivo in tutti noi sul più alto altare.

Mi lascio immaginare di vivere senza mai rinnegare, lacrimare senza mai provare dolore,

perché, fidatevi che il resto sgorga naturale, dalla bocca dell’Amore.


CREDERE NELLA VOCE

 

Esiste un centro del mondo

Esiste un canto velato e di grazia

in ogni persona che esista

Per ogni persona che ami la vita

é lei che, ridendo, deve trasmetterla.

Esiste un pianto che si può trasformare in sapienza e giustizia,

Esiste un piacere che non ti si ritorca contro,

Esiste una verità che non si tradisca, che non ci tradisca

Esiste la luce anche nel fondo del profondo

anche guardando dalla più elevata altezza,

anche dopo il più forte scontro,

sopravvissuti alla più compromettente sfida,

alla più suadente ebbrezza.

 

Esiste la fedeltà di un nocciolo dentro la sua pesca,

Esiste una mano, su un’altra, enormemente diversa,

distrattamente distante che non la stringe ma la carezza.

Esiste una brezza anche quando l’immobilità sembra regni sovrana.

Esiste la certezza che credere in qualcosa,

non sia mai una sconfitta.

Esiste la gentilezza del parlare una lingua sana ed umana

invece di parlarne una che sfrutta, nega e sfinisce

il profumo di una rosa che cresce

anche se l’aria ne è sopraffatta felice.

 

 

Io dico di si,

che la pace si pensa ma soprattutto si fa,

che l’amore saggio scorre ad una velocità magica,

che l’apertura di un abbraccio sia l’inizio per contenere un mondo,

che si possa attraversare l’oceano su qualsiasi barca,

basta trovarla o costruirla;

nel cielo ci sarà sempre una stella amica,

che ti guiderà mentre ascolti la tua fiducia che parla.

 

Io dico di si,

solo Tu, Tu solo,

puoi rendere consapevole l’umanità

a darsi Amore anche quando più non si guarda

degli uccelli il volo e si vede e si tocca una nebbia spietata intorno.

Convincerla che il Pianeta è tondo e che quindi un giorno

ognuno si incontrerà con ognuno,

nella casualità di una camminata pomeridiana,

di un sole che resta a digiuno finché non regni l’onestà viva

e allora non ci saranno più domande né risposte ma un semplice esistere insieme

meritevoli di vivere uno accanto all’altro e uno lontano dall’altro,

di amarsi nello stesso modo tenero,

di piantare il più bel seme in qualsiasi cuore e mano,

con le teste alzate verso il cielo, anche se nero,

ognuno simile ad ognuno, ognuno in pace,

ognuno fiero di parlare,

lasciando vincere di chiunque,

la voce.