SOLLIEVO

 

Libero e calmo discendo

quel vago declivio

che dal blu mare

e terra d’Abruzzo dei tuoi occhi

mi separa

e col molisano s’intona

un quas’inquieto pensiero

formato da un corpo di sollievo

dalla coda d’amore

dalla testa consapevole.

La volontà è affilata

le loro pagine più scure.

Ma tanto penso a te

scuro e caldo verso

dal sapore amaro e riflessivo

dolcemente eretico nella sua decisione.

Della marea sei la Luna

piena e gravida

di intenzioni giornaliere

a cui io graviterei inerme

giocherei con le mie paure

insieme alle tue onde

violente e non

dolci nel dolor.

Ma in fondo

un’eclissi non dura che un minuto

nei terrori che attrae, eterni.


 

DISINCANTO

 

Già m’immagino a te vicino

atteso e felice sfiorar di labbra

già le mani toccano

e sbocciano i rossi petali agli angoli della tua bocca

fioriscono gli umori

su tremori speciali.

Catturo l’istante

che nel sol gesto l’ho già assopito

si, cristallizzato nel sonno

di un sogno lungo, duro e triste

che a dar nome non so.

So che tu sei,

e spezzi ogni campana di vetro

che vado a comprare

coi risparmi del mattino e della sera

quando non vago tra i colli

del tuo seno.


 

PARLA MIA PROLE

 

di quale male ti ho afflitto

delle sofferenze da patire

senza ancor considerare

ciò che di buono ha da offrire.

Spogliàti dal costume dell'eternità

ballando antichi ritmi tribali

ci si scuote il capo

e lo si alza in cielo.

Puri momenti di parole non dette

esclamerai

quando il desiderio di ballare

ti verrà meno

e allora guarderai me

più il lato buono

che il mal di vivere

e come me accetterai quella lama oscura

che pende su tutti noi

come me vedrai prati grigi

su montagne vetrificate

come me affilerai i tuoi intenti

in un forno a microonde

come me venderai per politica

quattro discorsi insulsi

come me controllerai ogni sera

quello squarcio nel materasso.

e non ti servirà più piangere, nè gioire.