Poesia senza via

 

Ci sono poesie con significato nascosto, altre con significato esposto. 

Questa non ha via, nonostante il significato palese: si perde in indefinite distese

ha parole tese che covano emozioni sospese.

Come lo sbocciare delle rose, inizia e si ferma a maggio: è maggese

sboccia, poi svanisce. Rimane il graffio delle spine, che ferisce.

È emozione che non arriva anche se scocca, la corda giusta non la tocca: aspro in bocca. 

Non continua, non finisce. Solo inizio… Sull’orlo di un precipizio.

Come fiume che non si immette nel mare, non fluisce ma non si affievolisce:

fiume in piena in uno spazio di chiusura… Contro natura!

Pressione da immissario, che non ha destinatario.

È una catena, senza chiave e lucchetto… Perché segregati in un cassetto

la chiave andrebbe donata, azionata… E l’anima del lucchetto sprigionata.

Invece, è sigillata. Non sprigiona… Rimane intraducibile e ferma icona

di legame e unione ma nello stesso tempo prigione.

Un perimetro di stelle, non cadono, là ferme. Puoi solo guardare, inerme. 

E’ fiammella senza ruolo, non ha genere: non svolge il suo corso, fino alla cenere…

Non arriva al dunque… ma rimane accesa comunque!

Non brucia l’oggetto per cui è nata, annerisce l’anima carbonizzata.

Come lacrima ferma dentro gli occhi, non scende non ha trabocchi,

non ha percorso sul viso… Come purgatorio, mai paradiso. 

Un bacio a mezza luna, tra guancia e bocca… Sa di lacuna

tra le parole “ti amo” non è un apostrofo rosa: non unisce sta fermo, giace e riposa.

Né bianco, né nero… Nemmeno i colori dell’arcobaleno, non c’è tempesta né sereno

è cielo pieno: non esplode, si mantiene… È crisalide intermedia, niente bruchi né falene.

È tempo lungo: scorrere di anni, decenni… Non pieno: solo attimi e cenni

non è “panta rei”, questa poesia non è fluire come i cortei, ma l‘imbalsamato dei musei.

Né addio, né arrivederci: è scia di nave che naviga di andata ma anche di ritorno

stallo tra notte e giorno… Chiaroscuro intorno. 

Talea di pianta grassa senza radici: ma con attecchimento sicuro, senza sacrifici

non la interri nel vaso destinatario, ma in un vaso eternamente provvisorio

attecchisce lo stesso, ma senza giusto progresso: attecchisce ma non fiorisce

rimane bocciolo, un fiore senza il giusto suolo. 

Poesia di centro: sospesa tra fuori e dentro,

come in una finestra da cui senti un’orchestra

un contenuto dal suono acuto: sa di amore trattenuto.


 

Genitori

 

Racchiude tanti significati questa singola parola, 

difficili da dire in una volta sola!

Ma ci provo lo stesso, lo faccio adesso

e in futuro cercherò di farlo più spesso!

Pensando a questa parola particolare,

mi vengono in mente immagini straordinarie…

Mamma/papà: è la prima parola che si pronuncia,

forse perché già da allora, questi significati il cuore li annuncia!

Mamma: eri un corpo con due cuori, battevano insieme con meravigliosi ritmi sonori.

Continuano questi suoni, anche adesso che dal tuo grembo sono fuori.

Sei casa: ogni tua carezza mi dà sicurezza

e anche quando mi avventuro tu sei il mio luogo sicuro!

Papà: sei due braccia aperte, mi insegnavano a camminare,

rimanevano aperte per proteggermi se stavo per cadere e per farmi ritornare…

Quelle braccia sempre aperte, anche adesso sono certe:

per farmi esplorare incoraggi i miei passi 

e sono pronte a sorreggermi quando inciampo tra i sassi!

Sei maschera: dolcezza travestita da severità, mi insegni l’onestà!

Sei sacrificio-lavoro… Mi insegni la vita, la tua presenza è interna, è guida, è oro!

Sei barriera ferrea-fermezza, doni interezza in un mondo che spezza.

Siete spesso poli opposti, necessari per l’esistenza dell’equatore, 

come acqua e sole necessari per il fiore:

flessibilità e rigidità… E in noi sboccia l’equilibrio perfetto tra le due metà. 

Siete come gli angeli: anche se loro volano nei cieli,

vi somigliate lo stesso, non avete ali

ma le vostre accortezze e premure sono uguali!

Non siete vestiti di bianco ma state sempre al mio fianco,

proteggete dal pericolo e dall’errore e mi rendete una persona migliore!

E, per tutto questo vi porgo un fiore…

Di carta, diverso e particolare, del tutto personale…

Contiene tutte le cose che il mio cuore vi vuole sussurrare!

E’ il mio regalo: ogni petalo… Ascoltatelo.


 

Scuola virtuale

 

La scuola è finita

ma l’ultima campanella con le orecchie non l’abbiamo sentita!

Piuttosto ci risuona dentro,

perché sappiamo che ci sarà il nostro rientro!

Si è concluso questo anno scolastico

é stato certamente particolare, ma ugualmente fantastico!

Soprattutto questo secondo quadrimestre

senza compagni e senza maestre…

Un periodo strano, che ci ha visti interagire da lontano

ognuno nelle proprie 4 mura,

però abbiamo sempre trovato una fessura

dalla quale guardare il mondo fuori e abbiamo lo stesso trovato i colori!

Quando è iniziato tutto questo

speravamo sarebbe finito al più presto,

“andrà tutto bene” era la frase che accompagnava l’arcobaleno

ed ecco che va tornando il sereno!

I colori arrivano dopo il grigio temporale,

questa è la morale!

Abbiamo lottato e non abbiamo mollato

e per questo il sole è tornato! Più di prima viene apprezzato!

Le cose da cui dovevamo stare distanti,

adesso sono diventate più importanti

e un pomeriggio con gli amici ci rende tanto felici!

Ricordando l’arcobaleno: prima un semplice disegno, adesso è reale – lo vediamo dalle finestre:

questo è il saluto da parte dei tuoi maestri e delle tue maestre!