LA FEDE

Nella tempestosa notte del Mondo
Dio non placò venti e mari ai naufraghi
ma rese più luminosa la “Stella del Mare”
e poi all’orizzonte un’altro Astro spuntò,
“l’Astro Perenne”
Immutabile.
Il punto fisso che viene nel Mondo
per vincerlo il Mondo!
Dio non placò la tempesta nella buia notte del Mondo
affinchè forte divenisse la nostra Fede
attraversando mari in burrasca
in notti buie e tempestose con venti ostili.
Quando la Fede divenne più forte
si fece una gran Bonaccia
giunse l’Aurora
e spuntò “la Stella del Mattino”
all’alba di un giorno nuovo
e i nostri occhi videro Cieli nuovi e Terra nuova
dove i giovani colori
si mescolano agli antichi.


NELL’ANIMA MIA

nell’anima mia
ci son tutti i miei amici,
gli Eterni amici di Dio!
C’è il Cielo nell’ania mia
con gabbiani che volano in burrasca,
un Cielo di immensi stormi di uccelli
che volan tutti
creando echi d’Amore.
Nell’anima mia
ci sono Universi stellati
e stelle cadenti
che lasciano la brillante scia per sempre!
Nell’anima mia
c’è un Cielo di tramonti di fuoco
e verdi preterie dove liberi corrono bianchi cavalli.
E poi nell’anima mia
c’è il Monte Calvario
e una Croce
scolpita in me da sempre e per sempre
e una montagna da scalare
su cui morire
e poi spiccare il volo per senza più ritorno per l’Eternità.


LO SPIRITO DI DIO

Quanto bianco può essere il bianco
se la Luce si posa su di esso
come il Sole
sulla bianca spuma delle onde del mare
appena smosse dallo Spirito di Dio
che nel loro perpetuo susseguirsi
ricordano l’Immutabile e l’Eterno?
E da dove partono le onde
se non da un orizzonte che non esiste
che è solo Infinito?
Lo Spirito di Dio
non increspa solo la superficie del mare
ma smuove l’Anima del Mondo,
e la Sua Luce
irradia e illumina ogni profondità
anche la più recondita:
Mio Signore,
manda il Tuo Vento nelle mie profondità
a cacciar via ogni cosa che non deve esserci,
e manda la Tua Luce nei miei abissi
a diradare ogni oscurità.
Scorra in me,
creatura da te Redenta,
una stilla del Tuo Sangue
che possa guarire ogni mia infermità,
e che possa essere un po’ più degna
di essere da Te accarezzata
e di camminare al Tuo fianco…o mio Re!


ASTRO PERENNE

Se ci sei Tu Astro Perenne
neppure la Stella più lontana mi appare irraggiungibile,
non di certo per la smania di possederla…
si può forse imprigionare la Luce?
Si può solo lasciare che esploda dentro di te
per farla poi posare e irradiare su ogni cosa fuori di te.
Come rifulgi, oh Astro Perenne!
Fisso lo sguardo su di Te
splendida Stella
e nell’oblio cade la notte.
Tante volte, tante
Ti fissai senza vederTi,
imprigionata com’ero
in malinconie e solitudini
che “solo” il Mondo può dare!


C’E’ CHI….

C’è chi sa cantare come un Angelo
ma non ode nel cuore melodia alcuna,
e c’è chi non sa intonare neppure la più banale canzone
ma ode in sè giubilante la melodia dell’Universo tutto.
C’è chi esprime a parole ciò che mai visse veramente,
e c’è chi vive l’inesprimibile
senza poterlo spiegare mai.
C’è chi prova a descrivere l’Amore senza averlo conosciuto mai,
e c’è chi da sempre ama
senza saperlo narrare.
C’è chi inventa ricette per la Felicità
senza assaggiarla mai,
e c’è chi è sempre lieto sotto questo Cielo senza ricetta alcuna.
C’è chi è libero sotto il Cielo e non lo sa cogliere,
e chi è in carcere, e il Cielo lo afferra oltre le sbarre.
C’è chi ha attraversato chilometri di Universo
per giungere sulla Luna,
senza esserci mai veramente arrivato,
e c’è chi invece l’ha toccata la Luna
senza essersi mai allontanato dalla Terra.
C’è chi inventò gli aerei per imitare il volo degli uccelli
tanto li ammirava ed amava,
e c’è chi li usa come tiro al bersaglio tanto li odia.
Se qualcuno non è capace di cogliere la Bellezza nel più piccolo fiore
gli si potrebbe donare anche il Sole, lo butterebbe via.
Se qualcuno è insensibile allla più lieve carezza,
potrebbe essere abbracciato dal mondo intero,
non se ne accorgerebbe, ne coglierebbe solo la lusinga.
Se non si attribuisce valore alla più piccola Vita
non si dà valore alla Vita “tutta”.
Non esiste “piccola” o “grande” Vita,
esiste solo la “Vita”.


RITORNO A CASA

Appena posai il mio sguardo sul mondo, ricordo..
le prime cose che amai furono il Mare e gli occhi di mio padre.
Ogni volta che guardo il Mare è come se fosse la prima volta
e gli occhi di mio padre posso rivederli nel Cielo.
Io l’ho visto il Mare e l’ho toccato l’Amore!
Commuove sempre l’infanzia
e al tramonto di fuoco
stretti io e il mio fratellino guardavamo l’orizzonte, e il Mare
e le onde che giganteggiavano
e ci pareva di poterlo accarezzare il Mare
e ci pareva di poterci volare sù, sfiorandolo
e ci pareva di poterci tuffare senza più riemergere
ma senza neppure annegare mai
come quando si muore per davvero,
e per davvero si muore a tutto ciò che non è vita
ed è una morte doce, senza più ritorno alle cose che non furono mai.
Eppure riemergemmo liberi nel mondo
e con la mano nella mano
la notte non ci fece più paura.
Vedemmo la prima Stella del mattino come lampada ad indicarci la Via
e poi si riempì di stelle il Cielo,
IL Cielo silenzioso ed eloquente.
Mi voltai, e il mio fratellino non era più accanto a me.
Non mi ero neppure accorta quando era andato via.
Forse era stanco di guardare le stelle,
del silenzio di Dio
e del troppo parlare del Mare.
Seppi che si era perso nei meandri del mondo dei “piccoli” uomini,
in una stanza senza Sole
stanco del “vero” silenzio di chi, parlando, non aveva mai nulla da dire
e nostalgico della voce del Mare
e che disperato continuava a cercare nelle strette strade dei quartieri di questo Mondo
il Volto di Dio
senza incontrarlo mai.
Io ero sempre lì, di fronte al mare contemplando infiniti orizzonti possibili
e lo potevo vedere e toccare Dio
e volare tra i gabbiani con le ali dell’anima
come in una danza
e cavalcare le onde del Mare.
Ma mi mancava il mio fratellino
e mi mancava la sua stretta di mano e mi mancavano i suoi occhi di Cielo
e gli stessi di mio padre.
Si alternavano le stagioni, trascorrevano gli anni,
e i gabbiani volavano sempre controvento, balenando in burrasca.
I pesci si cimentavano in sincroniche danze,
il vento mi accarezzava e a volte mi trasportava con sè
e gli alberi che mi ricordavano l’Immortalità e l’Immutabilità di Dio.
Tutti fratellini, tutti amici….
Ma chiesi a Dio un fratellino della mia stessa forma e sostanza,
per poterlo abbracciare, tenerlo ancora per mano e condividere tutto ciò.
E quante volte col pensiero, fino ai confini del Mare l’ho portato insieme a me.
La tempesta infuriava e all’improvviso si fece una gran bonaccia.
Si placò anche il mare.
Non ricordavo più che giorno fosse, che anno fosse..
ma era giorno radioso e limpido.
Ma perchè i gabbiani volavano controvento se un nido non ce l’avevano.
Potevano smettere di faticare e lasciarsi trasportare ad ali spiegate ovunque volesse portarli il Vento.
E perchè anch’io ero ancora lì a cavalcare turbini e tempeste
se un nido non ce l’avevo?
Potevo lasciarmi trasportare anch’io sulle ali del Vento
ovunque mi portasse
fino a raggiungere i confini del mondo.
Un dì mi voltai e vidi il mio fratellino
che aveva ritrovato la strada verso Casa
la “nostra Casa”
che era il mare eloquente, il silenzioso Dio e poi tramonti, aurore, praterie senza confini, cavalli in libertà….
I suoi occhi non erano più di Cielo, ma di Terra
e le sue mani erano grandi, e le sue braccia forti.
Ci stringemmo e morimmo ancora a tutto ciò che non era Vita,
ed esultanti tornammo nel Mondo urlandogli
cosa fossero la “vera” Libertà e il “vero “Amore”!