Le parole non sono importanti

 

Un soffio leggero

placa il pensiero

carico di un passato

che non vuoi

che non serve più

e ora è svanito

rimane solo una lezione d’amore.

Le parole non sono importanti



L’Ombra

 

Solo un’Ombra rimane

il resto brucia.

Contro di me la tua battaglia

il tuo volto dietro al mio.

Troppe volte mi hai visto chinare la testa

senza lottare.

Un guerriero sconfitto

incapace di nuovi inizi

intrappolato dal giudizio e dall’obbedienza.

Le mani tremano

la carne brucia.

Lancia l’azione

non dar retta alla ragione.

Io qui sto male

il silenzioso inascoltato lamento.

La battaglia è finita

solo un’Ombra rimane.

Trionfante siede sulle ceneri dello sconosciuto universo

di chi non ha saputo essere

tra le mani i fili di un fantoccio di pezza


 

Il Prestigiatore

 

A Simone piaceva andare al Circo. Gli piaceva quel buffo pagliaccio che aveva un nasone più grosso di un pomodoro e scarponi verdi e gialli che lo facevano sempre inciampare.

Simone, quando lo vedeva, rideva a crepapelle e doveva tenersi stretta la pancia perché a volte gli scappava la pipì.

Ma quello che gli piaceva di più erano i giochi di prestigio.

Al Circo guardava incantato il Prestigiatore tirare fuori colombi e conigli dal cappello! Anche lui da grande voleva fare il Prestigiatore!

Ma la mamma e il papà gli dicevano “Tu da grande farai il dottore, come il tuo papà”.

Simone non voleva fare il dottore, punture e medicine gli facevano schifo, Bleah…

Lui voleva fare i giochi di prestigio e tirare fuori conigli dal cappello. 

Questo numero lo aveva provato tante volte, quando andava dai nonni in campagna, perché la’ di conigli ce n’erano tanti. 

Però ai conigli quel gioco non piaceva. Quando Simone si avvicinava alla gabbia, c’era un gran fuggi fuggi. Tutti i conigli correvano a nascondersi nelle tane, ma lui era svelto ad acchiapparli. Li prendeva per le lunghe orecchie e via dentro il cappello.

Con l’aiuto del nonno guardava sul computer i trucchi di magia e poi li studiava, perché anche per diventare un bravo Prestigiatore bisogna studiare.

Poi metteva il cappello, il mantello e con in mano la bacchetta magica si esibiva davanti a nonni, zii e cugini, tutti seduti ad applaudire il grande Prestigiatore.

Anche qualche gallina curiosa assisteva allo spettacolo; i conigli, invece, se ne stavano ben bene alla larga.

Però Simone era un po’ triste, perché i suoi genitori non venivano mai a vedere i suoi spettacoli.

Il nonno, che conosceva bene i sogni di Simone, perché lui glieli raccontava, sapeva che i sogni sono importanti per un bambino e nessuno deve portarglieli via. 

Così un giorno andò in soffitta e in un vecchio baule trovò i quaderni di scuola del papà di Simone e glieli portò. Quando il papà di Simone lesse i suoi vecchi quaderni, cominciò a ridere, si era ricordato che da bambino voleva fare il “presentatore”.

Abbracciò felice suo padre, che gli disse: “Lascia vivere a Simone i suoi sogni e se un giorno sceglierà di fare il Prestigiatore, sarà sempre meglio un buon Prestigiatore che un cattivo Dottore”.

“Hai ragione papà”, disse il papà di Simone. “Andiamo che devo presentare lo spettacolo”.

“Signore e Signori vi presento Simone, che ci stupirà con i suoi giochi di prestigio!”

Il coniglio era già pronto nel cappello.