DIALOGHI E MELODIE DI ANIME SMARRITE

Devo aver fatto una faccia insolita, mentre leggevo un messaggio appena arrivato sul mio cellulare, quando un collega seduto di fianco, si accorse della smorfia e mi chiese “Cos’hai? Tutto bene?” . Mi sentivo amabilmente smarrito e accennai un sorriso. Mi trovavo intorno ad un tavolo, in un tipico ristorante sito al confine tra Toscana ed Emilia, a parecchi chilometri da casa mia e conversavo di lavoro con alcune persone. Quel messaggio riportava la parola “Notte” seguito da una foto allegata. L’orologio indicava le 22,15 di un’umida serata ottobrina e la matrice di quella parola, portava la firma di una ragazza più giovane di me, che conoscevo bene e molto probabilmente stava per addormentarsi. Forse usò quella parola come una scusa, per scambiare due chiacchiere con me, a quell’ora può capitare di sentirsi soli. E ho pure pensato che le fosse accaduto qualcosa. Aprii immediatamente la pagina del Social che condividiamo e aveva appena postato una frase a doppio effetto. Quindi nessun errore di invio da parte sua; era connessa e mi pensava. L’esclusività del fatto non era leggerla, ma di aver ricevuto il suo messaggio proprio nel preciso momento che la pensavo profondamente! A chi non è capitato un attacco di telepatia? Sovente mi fermo a meditare su di lei, a casa, nei turni di lavoro o quando ascolto una canzone e subito scatta l’atto compulsivo di scriverle una parola gentile. In risposta ricevo sempre questa sua frase “Non so perché, ma riesci a trovare le parole giuste, nel momento giusto” . Questo accade con frequenza, ed è ovvio che non si tratta di una tipa qualunque, ma di una persona speciale. La conosco da un paio di decenni e da qualche anno il nostro feeling si è consolidato in maniera forte. Negli ultimi tempi però’ il  rapporto ha sùbito un leggero distacco, per via della sua decisione di seguire all’estero il settore che le ha aperto la strada del lavoro, con prospettive diverse. Ne sono orgoglioso intendiamoci, ma all’inizio mi creò malumore e avvilimento. Soffro i rapporti distanti, anche se i nostri pensieri ci tengono vicini. Raramente ci incontriamo a causa della distanza e io difficilmente posso raggiungerla, anche se nei continui messaggi è sempre lei che propone come buono, il prossimo week end per incontrarci da qualche parte. Ma non è così, ormai da un anno. Sono abbastanza impegnato, alla mia età i ritmi quotidiani subiscono una certa flemma e i doveri familiari restano comunque prioritari, anche se mia moglie, attenta com’è, ha il sentore che la mia privacy è avvolta da una discreta presenza femminile, che io in qualche modo riesco a proteggere. Non mi chiede nulla a proposito, per rispetto o forse per una sottile gelosia che elegantemente copre, ma comprende i miei stati d’animo, anzi, talvolta li asseconda, però mi conosce bene e nonostante tutto, si fida. E sovente interagisco con quella ragazza, escluso di sera. Il mio I-phone dopo le ore 20 non è disponibile su Whattsapp e non è usuale navigare a su internet, dopo cena. Sono certo che è anche la modalità della ragazza, che spegne il cellulare molto presto. Come se tra noi vigesse un tacito accordo. L’ultima volta che ci siamo visti è stato nel nord dell’Italia. Aveva un gran bisogno di dialogare, ripeteva che il suo stato d’animo era fragile e forte ogni giorno nello stesso modo e talvolta si sentiva smarrita, sensibile, ma tutto scorreva velocemente, perchè la sua mente era formattata e ogni sua cosa disponeva di una cella, compresa quelle delle emozioni, ma quando parlava con me era tutta un’altra cosa e si lasciava andare, senza pudore e con suo immenso stupore. Per tre ore l’ascoltai incantato, seduti all’interno di una pasticceria, dove odori e i fumi di caffè si confondono. Ad un certo punto scrivemmo il nostro nome, sul palmo della mano, il suo sella mia, il mio sulla sua. Dopodiché ci salutammo e il ricordo dell’ultimo abbraccio con lei, mi tiene sospeso teneramente nel mio personale mondo. E il web! Se non ci fosse la tecnologia, avremmo macchiato di inchiostro risme di carta per ore e incollato francobolli su cartoline illustrate. Invece riusciamo ad inviarci in tempo reale dei divertenti selfie. Ebbene, quella sera al ristorante, mentre mi appartavo per risponderle, capii quanto in un pensiero scritto, ci sia la necessità di stare vicini ad una persona e quanto possa rallegrare l’animo di un uomo, riceverla. La vita ci scorre davanti velocemente e degli anni vissuti non rammentiamo quasi nulla, come se la maggior parte degli avvenimenti ci avessero sfiorato. E continuiamo a nutrirci di sacrifici, file e lunghe attese, progetti da condividere con persone sconosciute, malfidate o solo interessate, per concludere di fretta che cosa? Un contratto d’affari o un impegno noiosamente portato avanti . Tutto ciò mi spinse dritto ad una conclusione; inadeguatezza! Proprio così, un vero senso di inutilità mi stava aassalendo e non importava più niente di quello che i presenti continuavano a dirsi. Avevo solo il gran desiderio di raggiungere quella ragazza. Non potevo far passare un altro giorno e aspettare con ansia il momento di incontrarla, fosse anche per l’ultima volta. Dovevo guardarla negli occhi per dirle tutto ciò che sentivo, che pensavo. Non era una questione di pelle, ma di anima. Presi tempo e decisi di non scriverle. Andai in hotel, feci una doccia e mi coricai. Il mattino seguente la sveglia suonò presto, mi alzai e appena vestito scesi di sotto e salii su un taxi “Direzione aeroporto, grazie”. Nel giro di un’ora avevo tutto il necessario per imbarcarmi, biglietto compreso; destinazione Londra. L’aereo decollò alle 7 in punto e due ore dopo mi trovavo sul suolo londinese. Conoscevo l’indirizzo dove lei risiedeva, un taxi mi lasciò davanti casa sua. A quell’ora stava preparandosi un caffè. Comprai dei fiori e le inviai un messaggio sul cellulare, come risposta al suo della sera precedente “Buongiorno tesoro, guarda dalla finestra…”. Vidi la sua sagoma dietro la tenda, raggiunse la porta e l’aprì; era davanti a me, sorridente. Ci abbracciammo forte. Capita anche questo, tra padre e figlia.