­ Chiedo la tua mano…Zingara ­

Hai reso

la mia vita invivibile

e mi son arreso

all’esserti invisibile,

se almeno

lo fossi veramente

perlomeno

ci saresti visibilmente,

potrei evadere

da quella prigione

ed invadere

il tuo ambiente

facendomene una ragione,

tutto questo verosimilmente

tra balli, costumi e usanze

in mezzo alla tua gente

tanto per ridurre le distanze,

osservandoti come ti muovi

quando sorridi e a chi parli

scoprendo atteggiamenti nuovi

e i tuoi modi associarli,

a quell’estro che ti contraddistingue

e ti rende unica

mentre nessuno mi distingue

o ti comunica,

che ti stò ammirando

a tua insaputa

e al tuo fianco camminando

in libertà assoluta,

senza che ti defili

dal mio sguardo

scorrendo i tuoi profili

senza farmi alcun riguardo,

in un sinuoso ondeggiare

sfiorandoti i capelli corvini

e la mia bocca appoggiare

sulle tue labbra sottili

in un volteggiare

di schiocchi e battiti di mano

al suonar di violini,

come un appassionato gitano

che ti regge ai fianchi

e si stringe al petto

tra merletti e ricami bianchi

allo scalpitio di stivaletto,

se arrivassi a tutto questo

mi sarebbe ancor plausibile

adulare quell’esser tuo moresco

pur restandoti…invisibile.

ByBICIO (29/07/2010) ore 2:07


­ Io stò con Greenpeace ­

Li colpiscono alla schiena

in qualunque modo

con continui attacchi

senza provar rimorso

o alcuna pena

da gran vigliacchi,

uno scempio in corso

una crudele tortura

in questo modo

con la pesca d’altura

sono i cacciatori di frodo,

una mattanza in continuo aumento

ci vuole uno snodo

un punto di frattura

puniamoli per tradimento

e strangoliamoli con un nodo

come si faceva in dittatura,

voglio sentire che si supplichi

nel loro lamento

voglio vedere che si applichi

lo stesso tormento,

l’unico affine

che hanno loro

sono agli utili

urliamo fine

a queste stragi inutili.

ByBICIO (25/05/2010) ORE 11:48


­ Penna nera ­

All’uniforme in cielo plumbeo

s’è aperto un pertugio

in vetta di rupe argeneteo

spicca il rifugio,

a tintinnio di saluto

s’innalza il boccale

come mano sul velluto

si va via liscio di bancale,

all’incrociare di numeri

d’un chiassoso vociare

men che meno effimeri

si usa approcciare,

ad una invogliante Signora

bisogna sottostare

al giogo della mora

di acute urla sovrastare,

ora dopo ora

si giunge allo sfacelo

con la scimmia in groppa

apriti o cielo

tutti sbronzi di grappa

sopraggiunge la sera,

si discende dalla montagna

al fischiettar di capinera

che al barcollar accompagna

ove nessuno ha scalato

ma gli è stata compagna,

dopo essersi scolato

per un pomeriggio intero

quel bicchierino sudato

allo smarrir di sentiero,

da vigoroso soldato

in tutta baldanza

all’urto di un pino

senza dargli alcuna importanza

perchè io son più duro…

io sono un Alpino !

ByBICIO (05/02/2015) ore del…silenzio !