L’ubriaco

Una musica antica accompagnava l’ubriaco
nella strada verso casa.
Né compagni né amici
tantomeno altri bicchieri
che potessero riempire il vuoto
che aveva dentro da anni ed anni.
Solo lampioni, lampioni volontari
ad aiutarlo, a sorreggerlo,
a dare all’ubriaco qualcosa o qualcuno
da abbracciare…
mai nessuno…
resta solo con se stesso
e una bottiglia fra le mani
vuota
e una nuvola di fumo
che si espande alta dalla sua sigaretta.
Non la fuma neppure…
La tiene in mano
facendola fumare all’aria
solo per poter stringere qualcosa fra le dita
e se per caso, o sbaglio
la sigaretta cade a terra
l’ubriaco immagina il gesto
e lo paragona alla sua vita.
Anche lui cadrà a terra
in una notte fredda
ed anche lui rimarrà agonizzante
fra piedi che lo calpestano
senza che nessuno lo raccolga.


Il tuo sorriso

Ho cercato il tuo sorriso
ho provato a toccarlo
sperando che esistesse grazie a me.
Ora l’ho perso
e non posso più farne parte
ma ho visto che c’è ancora
e dal mio angolino
piango felice
al pensiero del tuo sorriso
che non ha bisogno di me
per esistere.


NEANCHE I CANI

Il vino accendeva la luce della speranza
rendendo chiara questa tetra stanza,
la felicità di qualche piccola ora,
il tempo più bello, senza paura.

La testa viaggiava in un altro universo
io che mi sentivo tanto diverso,
in quei momenti mi trasformavo,
non ero più della vita uno schiavo.

La gente passava e non salutava,
ma la mia mente intanto vagava
pensando a discorsi impastati,
impastati dal vino e da bicchieri vuotati.

Purtroppo una sbornia non dura in eterno
e quando finisce arriva l’inverno.
La vita torna scialba e tranquilla
osservano l’oste che il vino distilla.

La testa mi duole e ne sono contento,
ricorderò meglio il mio momento,
il momento nel quale ero qualcuno,
quando del vino non ero a digiuno.

Ai bordi della strada con una bottiglia nuova
la apro sorridendo sperando non piova.
Un ceppo acceso mi scalda le mani,
ripenso alla mia vita…
…neanche i cani.