OLTRE

Al di là della tua pelle
Dove mi vorrei perdere
Dentro il tuo vuoto
In cui poter volare
Intorno alla tua anima
Per poter danzare
Accanto alle tue mani
Da prendere per andare
Oltre.


ANTONIA

Ti ho visto Antonia
Con la coda dell’occhio
errare sposa per il mondo
Con passo incerto tra petali di rose
Succhiando il nettare e le spine
E disarmando eserciti d’argilla
Come una calda pioggia d’estate
La presbiopia di un bene
Che ardeva andare al di là del mare
Lontano dal fragore sordo
Di passioni indifferenti.


RIDEVA – RACCONTO BREVE

” Si stava facendo scuro e la dolce brezza marina di maggio gonfiava le chiome degli aranci, giù negli agrumeti. Compare Alfio gettò un’ultima furtiva occhiata al sottile spicchio rosso che tramontava dietro la montagna e con gambe malferme si diresse verso il pergolato. La sedia cigolante su cui sempre più spesso ultimamente soleva abbandonarsi verso la fine della giornata pareva un miraggio. Arrivò finalmente e lentamente si accasciò. Vanni con voce stanca gli chiese : ” c’è mai stata una donna, compare?”. Alfio stette in silenzio, sembrava contemplare la prima stella della sera, in realtà cercava il filo dei ricordi, un filo, ogni perla un ricordo, glielo aveva detto la nonna ancora piccino :”alfiuzzo caro, vivi! Vivi! Buttati, la vita è come il filo di una collana e le perle sono i ricordi che potrai creare giorno per giorno.” Trasse un profondo respiro e mormorò :” c’è stata una donna Vanni. Abbiamo ballato una sola estate. Le nostre animuzze hanno ballato, giocato, si sono toccate, accarezzate come mai mano ha sfiorato corpo. Amore? Non lo so. Cos’è poi l’amore? Possedersi? Giurarsi eterna fedeltà ? La passione di un attimo? Non lo so. So solo che per quei pochi giorni la mia anima ha incontrato un’altra anima e hanno ballato insieme. Non si potevano più staccare, non volevano lasciarsi più. Forse quello è amore, non avere nulla da pretendere, nulla da chiedere, solo giocare insieme e ridere. Che bel sorriso che aveva, illuminava la notte! Ricordo ancora che camminando mano nella mano una sera ho sentito tutti i miei mille pezzi sparsi, i cocci di una vita ricomporsi e tornare ciascuno al posto suo. Era perfetto. La vita avrebbe potuto terminare in quel preciso istante e sarebbe stato lo stesso perfetto. L’epilogo, la conclusione felice di una magra esistenza. Tu mi chiedi se c’è stata una donna dunque. Sì, c’è stata una donna. Una sola. E quanto l’ho amata”. Al sentire quelle parole Vanni iniziò a tremare e pianse, mentre Alfio, chiudendo gli occhi principiò a sognare. Sognò quel viso, quel viso d’angelo che non aveva mai più rivisto, e mentre dormiva rideva.