Pezzi di vetro in gola

Come un gatto casalingo
vago
vago in casa
tra le luci
i barlumi e
le loro malinconiche ombre.
Al buio
cerco di non dar sazio
magari provo a sognare
magari provo a ricordare la felicità
mentre il mio corpo giovanile
sublime ed imperfetto
è rapito dall’ira
dalla consapevolezza
consapevolezza recondita ma presente
di poter scavalcare il muro
ma ahimè
la radici sono difficili da estirpare se
se ahimè
il tempo non le ha divorate
rendendole fradicie,
a mio malincuore.
E’ onerosa e gratuita
la libertà
gratuita e onerosa.
Spulcio nei cestini
della mia anima
nel letto
sospirando
e cercando
qualcosa
qualcosa che occupi
affatichi la mia forza
le mie dolci energie.
Che prezzo ha
che prezzo ha
questa sporca libertà?


Francesca

Trattengo gli orgasmi
mentre la mia anima
si contorce in piacevolissimi spasmi,
li rinchiude in segreto
ma non resistono le palpebre
che calano, fermando il tempo
e le tenebre si colorano
delle tue sublimi forme.
Le forme le vedo
non mi scottano più.
Un vuoto alla pancia,
tutto questo in un istante
non è paura
non è fame
è il mio pensiero infuocato
tu l’invitante protagonista.


Come grandi musei siamo

Come grandi musei siamo!
Chi ha la facciata più bella,
chi meno.
Ci son visitatori
che
si soffermano alle voci e
non ti guarderanno mai,
altri che si fermeranno
alla semplice vista della facciata,
altri ancora che
con lentezza ed interesse
scruteranno tutto dentro di te
e uscendo ti lasceranno
un contributo.
Non esiste museo
per quanto siano silenti
i suoi desideri
che vuol rimanere vuoto di gente.