E INTRASENTIRE, RISORPRENDERE POI…

E intrasentire, risorprendere poi
(eco lene, trasognata fascinazione)
la voce della cincia in quest’arsi
precisa del tempo, in questo molle
indugio del mattino che indolente
sullo stelo della flessibile avena si culla,
che glauca svaria nella chiarìa
di seta della sua veste nuova.


 

O SERA ESTENUATA

O sera estenuata
oggi ancora sui tetti
sulle strade ti posi,
lene ti adagi,
alitando un poco
i panni dimenticati alla finestra,
e il velluto denso delle petunie
viola e rosate sulla scalinata
che più e più s’imbianca
pure ti accoglie segreta
nei suoi padiglioni fondi.


 

STRADA, LUNGA STRADA VIVA

Ora sei mia :
svanita, perduta la grande luce che ti feriva,
anche della marea d’uomini non è più nulla,
e tu riattingi la tua anima antichissima,
segreta,
alla verginità primigenia della terra ritorni,
alla natura ti ricongiungi;
anche un poco ostile,
trepida di mistero e d’ombra ti fai.
Ora dai boschi verrà il vento estroso
( l’attendi ? )
e cancellerà le peste vane,
e non ci sarà più segno d’uomo.
Strada, lunga strada viva,
distesa dentro la notte allucinata,
il tuo respiro d’ansia commisuravi
alle lacerazioni di luce
di quella povera stella lassù.