Rifiuto di un innamorato

Con il cuore nella mente,

non guardavi al mio sentimento.

Indietreggiavi davanti

al portone ormai socchiuso,

quasi con paura del buio.

 

Ti scrissi una canzone,

tu non la origliasti.

Ti mormorai parole angeliche,

tu non le leggesti.

 

E’ con l’amarezza infinita,

umile come la serva

del più fiorente regnante,

serro il portone,

facendo di prigione

il mio dolore.


Mare

Non parlare,

ma ascoltami.

Non guardare,

ma toccami.

Tu che del tuo infinito, te ne fai un vanto.

Tu che ti esalti e mi intimidisci,

quasi a voler sfidare la tua Origine.

Tu che sai essere raccolto quando accarezzi le tue gemme.

Silenzioso nel tuo fragore,

placido  con i tuoi segreti.

Lo zefiro amico increspa la tua movenza,

facendo danzare la tua veste.

Adulatore, non ascoltare,

ma leggimi.

Seducimi con i tuoi sapori, sognami con il tuo sfarzo.

Ti lascio al rosso della sera, al cereo chiaror della luna,

in compagnia del silente nessuno.

Ti affido la mia devozione:

concedimi la tua dolce forza,

savio compagno.


Pagliaccio

Cosa racchiudono i tuoi occhi tristi e malinconici.

Tu che del riso, te ne fai un vanto.

Tu che rallegri la mia bocca,

che giochi con i miei pensieri.

Dove hai messo il mio amico gioioso,

quello che di una burla, ne esalta il gioco.

Come posso aiutarti?

Dimmi, hai bisogno di un amico?

Eccomi, un bacio ti dono,

ma non per burla,

ma dall’infinito del mio cuore.