IL CAMPETTO

Guardo la casa, appena costruita,
e penso al campetto, che non c’è più.
Nel campetto, tra l’erba verde e i sassi,
si ritrovavano tutti i bambini
del quartiere.
Vi hanno costruito le porte
e hanno giocato a calcetto;
vi hanno piantato le tende;
lo hanno pulito
e vi hanno trascorso
ore di allegria.
Vi hanno portato
i gattini di Biagio,
a rincorrersi tra l’erba e i sassi;
anche Nico
andava a correre nel campetto,
con i cani dei vicini.
Ora al suo posto,
c’è una casa rossa,
con un fazzoletto di giardino,
tanto per dare
una parvenza di verde.
E io ripenso a quel campetto,
un po’ erboso
e un po’ sterrato,
al sole che lo illuminava,
al lago che si formava
dopo la pioggia
e il mio cuore
si riempie di nostalgia
per il campetto che non c’è più
e per gli anni sereni,
in cui i figli erano piccoli
e giocavano sotto casa.


IL GIARDINO DI NATALIA

Come un sogno,
tra realtà e fantasia,
a volte ricordo
il giardino di Natalia,
il giardino dei miei giochi,
della mia infanzia,
forse uno dei luoghi,
dove ho vissuto
momenti felici,
senza tristezza,
senza ansia.
Ed ecco che corro
tra i cespugli
di gelsomini rampicanti,
grappoli di glicini,
fiori colorati
e profumi inebrianti.
E nel ricordo intenso,
in fondo al cuore,
delle mie amiche
le voci gioiose risento
e la carezza del sole
sulla pelle ambrata
e odori forti di erba,
di fiori,
di terra bagnata.


IL PROFUMO DEI RICORDI

Il profumo dei ricordi,
dei miei ricordi,
è il profumo dolce e forte
del gelsomino, quello che a primavera
cresceva rampicante
nel giardino sotto casa,
e inondava l’aria
della sua essenza deliziosa
È il profumo delle violette,
di quelle piccole e timide,
che crescono nelle prode
dei viottoli di campagna,
che noi coglievamo
formando graziosi mazzolini,
circondati da verdi foglie cuoriformi
e portavamo alla mamma
o alla maestra,
e che, quando io ero maestra,
ricevevo in dono
dai miei alunni di campagna.
È il profumo del pino,
forte e balsamico,
che respiravo
quando trascorrevamo bellissime giornate
nelle pinete di montagna.
È il profumo dei fiori bianchi
dei tigli,
che a primavera inondava l’aria
della villa comunale
di Chieti.
È il profumo della terra bagnata,
dopo un breve temporale estivo,
quando il cielo si tinge
dei colori dell’arcobaleno.
È il profumo del borotalco,
che riempiva la casa,
quando i miei figli
erano piccoli.
Il gelsomino, la violetta,
il tiglio, il pino,
la terra bagnata, il borotalco,
riportano alla mia mente
dei ricordi indelebili,
quelli, forse,
del periodo più bello
della mia vita.