L’OMBRA MALEFICA

di Franca G, Dolce

Un’ombra malefica allunga la sua mano,

e come una strega percorre il mio cuore,

lo avvinghia con le sue unghia in una morsa,

quasi volesse striderlo e soffocarlo.

Eppure intorno a lui ho posto molte difese,

una coltre di rose rosse profumate d’amore,

uno scudo fatto di molte speranze,

una daga di parole taglienti fatte di saggezza,

e un’alta siepe di buone intenzioni,

lo circondano e lo proteggono

da chi vorrebbe sporcarlo e rovinarlo.

La fitta ombra cerca uno spiraglio,

oppure una piccola fessura inopportuna,

per insinuarsi strisciando come serpe,

fra le difese che ho posto nel mio cuore,

per portare tanto sconquasso

alla mia tranquilla esistenza,

se non son lesta a ripararle e chiuderle

per impedire a quel veleno di entrare.


COME UN’AQUILA SOLITARIA

Esuli pensieri popolano la mia mente,

vagano come ombre e mi portano lontano,

migrano raminghe laggiù dove tanto caldo è il sole,

cercano un luogo su cui posarsi a riposare.

Come un’aquila solitaria sorvolo quelle valli

piene di astri e fucsie, di crisantemi e dalie,

sembra non finire mai quel viaggio astrale.

I miei occhi guardano dall’alto e scrutano l’orizzonte che la benigna natura mostra all’intelletto, ma non vedo ancora ciò che l’ anima anela .

Mi abbasso ancor di più a osservare il paesaggio,

con larghi giri scruto tutto quanto,

ed ecco nascosto fra rocce ed alti fusti,

il luogo tanto ricercato dal mio cuore.

Mi inoltro fra il fogliame folto e varieggiato,

presa da una febbre che tutta mi divora ,

e ringrazio quel pensiero che mi ha portato

finalmente da colui che mi ha tanto amato, e che io ho tante volte crudelmente ho rifiutato, ma che oggi il mio cuor ho tanto desiderato !

Di Franca G. Dolce


IL VATE

Scavavo dentro le rughe del mio cuore,

alla ricerca del perchè di quello strano malessere,

raminghe ombre dell’animo adombravano il mio essere,

domande senza senso fluttuavano nella mente. Visioni di luoghi mai visti prima mi stupivano, quando un forte richiamo mi scosse.

M’incamminai veloce per gli scoscesi sentieri,

finchè arrivai la’ dove cielo e terra s’incontrano e fondono in un tutt’uno.

In quella cornice un antico monastero sorgeva,

un gran vegliardo mirava l’orizzonte, come fosse in attesa di qualcuno.

I lunghi capelli di un grigio lucente, la lunga veste dello stesso colore,

le larghe e lunghe maniche svolazzavano accarezzate dalla tenue brezza.

Il viso sembrava di cartapesta bruciata, gli occhi ancor vispi e fulgenti,

al mio arrivo si allargarono al sorriso.Il vate aprì le braccia per accogliermi,

mentre le sue labbra si dischiudevano

per dirmi ormai tranquillizzato : -”ti aspettavo”.

Gli confidai il mio malessere interiore, mentre egli ascoltava senza proferir parola, infine aprì le braccia con gran gesto, e mostrandomi tutto il monte e il monastero, profetizzò :-”il tuo malessere è nel constatare

che l’iniquita’ e il male dilagano nel mondo, dando la sensazione che tutto sia ormai perduto.

Ci si trova come davanti ad un cancello chiuso,

in cui s’intravede il deserto e la desolazione,

e non si puo’ far nulla per cambiar la situazione.

E’ solo allora che si sente il richiamo del vate, che indica come uscirne al piu’ presto, andando nei luoghi dove la spiritualita’ si manifesta,

dove si sente tangibile del Divino la presenza.

Per questo figlia oggi hai sentito l’attrattiva,

che ti ha condotta fino a questa rocca,dove l’altezza unita alla solitudine,

fanno alzare lo sguardo verso l’infinito.

Solo adesso potrai capire il vero significato del dolore che provi nel veder come si perdono i popoli del mondo, che vanno in cerca solo del profitto e del piacere, solo adesso capirai la fecondità che t’ha portato,

nel piangere per quella perdita di anime preziose,

solo adesso potrai diventare una fiaccola d’amore !”


IL MIO AUTUNNO

Attraverso i vetri della mia finestra,

fuori il paesaggio guardo curiosa,

alberi con manti molto variegati

fan cadere stanchi le secche foglie,

che come manto coprono le radici

sprofondate oramai nelle brume zolle,

sonnolente e spogliate dalle verdi livree.

Adesso cade ancor sporadico e solitario

qualche fiocco di neve, che guarda spaesato

debole e stanco nel suo venir dal cielo

la fredda terra, e piangendo si scioglie

non appena tocca l’ostile suolo.

Come veli continuano a cader le foglie,

e ben presto quegli alberi son spogli,

han perduto del passato lo splendore,

e appaiono a chi li guarda addolorato,

come legna morta, buona da bruciar.

Sul fuoco sbollenta festosa una padella,

il suo vapor si condensa e appanna il vetro,

che diventa come per magia una lavagna,

dove scriver si può con un sol dito.

Un ardito pensiero attraversa la mia mente,

allora col dito provo a scrivere una frase:

”autunno sei la stagione più struggente!”

Guardo emozionata lo scritto e lo rimiro,

poi vi soffio il mio respir , lo cancello e riscrivo:

anch’io sono adesso dentro il mio autunno!”

Il pensier si sposta al mio prossimo futuro,

mentre lo sguardo si perde fra il caduco fogliame,

che oramai copre il nudo suolo

come un manto a protegger le radici,

dov’esse ben presto tutte si sbricioleranno,

all’inesorabil  freddo si arrenderanno,

trasformandosi in brulla e spoglia terra.

Guardo ora sconsolata l’albero spogliato,

che del passato splendore non ha più niente,

ma andando oltre con l’occhio della mente,

vedo fra breve avvicinarsi la nuova stagione,

dove lentamente l’albero riprende vita e rifiorisce.

Allora una nuova luce splende nel mio volto,

fiduciosa mi avvio verso il mio futuro divenire.

No, son sicura, non morirò, mi trasformerò,

mi trasfigurerò, in un’altra cosa mi tramuterò,

forse cenere e terra anch’io diventerò,

ma nello spirito sempre viva resterò!


I PRATI CELESTI

Una fresca rugiada bagna il mio viso, che dalla notturna calura lo rinfresca,

alzo gli occhi e guardo curiosa quelli che sembrano dei celesti  prati.

Rimango estasiata di quello splendore, mille lucciole vi brillano sopra

dandogli aspetto di un’ etereo bagliore e in men che non si dica sono lassù;

Sorrido e dal core esce un sospiro vorrei aver le ali per potervi andare!

Allora il mio pensiero corre veloce mi libro leggera fra la dolce brezza

che mi fa sentire la sua carezza.

Spalanco gli occhi percorrendo il cielo ci son  mille occhi che mi inseguono,

chiedendomi chi sono e da dove vengo,Io contenta con un largo sorriso li saluto,

dicendo loro che son di passaggio voglio conoscer solo quel paesaggio,

che visto da lontano sembra un bel prato costellato di luci come un diamante.

Sorella mi dicono, quelle son  stelle che brillano in cielo, e son numerose!

Sono migliaia, e son poste lontano! Fra l’una e l’altra c’è tanto spazio,

ma visti da voi sembran vicini, ma l’universo è molto grande

che la tua testolina nemmeno comprende!

Chiedo curiosa a quegli occhi parlanti com’è  possibile che ci sian così tante stelle che girano precise senza mai sbagliarsi

Esse mi rispondono che  è un mistero,l’universo è stato creato da un pensiero

di un Dio generoso, che mai riposa, che di creare e ricreare mai si stanca,

e che gioisce di ogni cosa che la sua mente, fervida fornace

partorisce di continuo come una madre.

Siam grati e lui che ci ha plasmati, ci ha dato uno spirito per poter capire

i tanti misteri dell’universo  poter essere un po’ come lui,

se usiamo tanto la fantasia.

Siamo anche noi, un poco scienziati e un poco creatori,

alcuni siamo considerati dei grandi geni,delle menti eccellenti che sanno creare,

che sanno capire tanti segreti, carpirli alla natura per farli conoscere

e proporre nuove e grandi cose: siamo i geni della natura.

Anche fra voi ci sono tanti intelletti, che spesso pero’ diventano dei veri nemici

di quel Dio che ha dato loro il dono e la capacità per poter capire.

Essi si credono onnipotenti ma son solo dei grandi superbi,

che se egli toglie lor la favella come tanti animali essi diventano,

buoni solo a viver la vita come esseri senza intelletto,

senza capacità di poter creare qualcosa che non sia in loro istintiva.

Salutai perplessa tutti quegli esseri che mi parlavano di grandi cose,

tornai di colpo nel mondo reale,e ripensai a tutte quelle parole,

e le serbai come perle  preziose dentro lo scrigno del mio cuore.


PENNELLATE DI MILLE COLORI

Pennellate di diversi colori vorrei dare a questo mondo,

per farlo diventare più bello ed accogliente.

Vorrei dare una pennellata di color rosso vivo

a tutti quei visi grigi con lo sguardo torvo e stanco,

per farli riposare in un mondo di serenità e pace.

Una pennellata spalmerei di bianco lucente

a quelle anime ormai annerite dal tempo,

per renderle di nuovo bianche e splendenti;

Una pennellata di una tonalità di rosa corallo

per gli spiriti che hanno perso ogni speranza,

e vivono come se non si aspettassero più nulla dalla vita.

Una pennellata di azzurro fiordaliso,

per coloro che non credono più a niente,

per renderli coscienti che credere in qualcosa,                                                                                 ne vale sempre la pena e ogni sacrificio.

Una speciale pennellata  di oro brillante

per quella gente che ha gli  occhi come spenti

per renderli nuovamente felici e sorridenti.

Ed infine una pennellata di nuova vita

dal colore dai riflessi di arancio a tutte quelle anime

che ormai sono come sepolcri imbiancati,

per farle rivivere e dar loro un nuovo domani,

pieno di sincerità, di amore  e allegria.


 

Come potrei scordar

 

Come potrei scordar l’antico canto del cuore,
che innamorato alza al cielo il suo inno d’amore.
Come potrei scordar quelle carezze sulla pelle,
mentre le sue labbra scendevano ammaestrate
su di essa a far rabbrividire i sensi.
Come potrei scordar quegli occhi appassionati
che si immergevano nei miei come fossero un lago.
Come potrei scordar quei lunghi baci appassionati,
in cui le nostre anime si fondevano in un tutt’uno.
Come potrei scordarti amore mio agognato,
aspettato tanto a lungo nel cammino della vita.
Un amore maturo ci è stato dato da vivere,
eppur così intenso che sembra giovanile.
Il cuor freme d’amor e di tenerezza,
in cui la freschezza della giovinezza,
si unisce alla maturità della nostra età.
Come aquile solitarie voliamo su nel cielo,
sorvolando vette e cime che sembrano lontane,
e su cespi di ginestre ci posiamo a riposare,
godendo della misteriosa bellezza
che alberga senza sosta nei cuori che son pieni di tenerezza e d’amore!


 

Un evviva per i tuoi meravigliosi anni mamma

 

Due occhi pieni di cielo e di sogni,
in cui si rispecchiano le valli
ed i monti in cui è vissuta.
I colori dell’autunno le cullano l’anima,
ed i ricordi dell’amore vissuto con il suo amato
si rispecchiano e lo mostra
nel viso sorridente e gentile.
In quest’era che è vissuta,
ha viaggiato sulle ali del tempo,
sfidando tempeste e cavalcando arcobaleni,
con il ricordo di cose andate, ma mai perdute.
Alziamo i calici pieni di bollicine spumeggianti
che oggi per il suo compleanno gridano gioiose insieme a noi il loro
“Evviva per i tuoi meravigliosi anni mamma!”


 

La felicità

 

Spesso andiamo per sentieri sconosciuti,
inseguendo luci che abbagliano la vista,
ma più ancor abbagliano la mente,
credendo che ci portano alla vera felicità.
Son luci meretrici e ingannatrici,
per far credere che tutto danno per soddisfare i sensi,
ma che delusione…..soddisfatti i sensi e le mille voglie che affollano la mente,
la solitudine e la insoddisfazione la fanno da padrone.
Tu non dar peso alla loro brillantezza,
ma segui la via che ti è stata assegnata,
la tua stella magari non ti sembra luminosa,
oppure stenti a vederla o a riconoscerla a priori.
Ma fra mille luci che cercano di sviarti,
il tuo cuore riconosce e ti indica la via.
Solo allora saprai che la vera felicità,
non sta nelle case del potere,
o nelle mille voglie che vogliono esser soddisfarti,
ma nelle piccole cose giornaliere,
ma soprattutto nell’abbraccio amoroso di chi ami!