COME PAGINA BIANCA

(“Se vuoi ingannare il tempo,vestiti come lui”Shakespeare-Macbeth)
La mia vita,una pagina bianca
o quasi,
che la mente
stanca
ha cancellato
con la spugna
del dolore.
Nulla rimane
di quell’ingenuità
che faceva credere
nei giochi ingannevoli
delle illusioni.
Nulla rimane
del verde o del blu,
aloni
di un sogno impossibile.
Le mani vuote
stringono
il grigio
dell’autunno che avanza.


LA VOCE DEL VENTO

La voce del vento,
lieve sussurro,
un sogno da rivivere.
Pensieri che ondeggiano
colorati
di emozioni,
spazi verdi,
lunghe bianche strade
nella campagna
e la voglia di vivere,
canto alla vita
il battito del cuore.
Tenero come carezza,
sensuale,
allegramente folle
il mio giovane amore.
Una nuvola
offusca il sereno,
l’aria gelida
scuote ora
le cime degli alberi
ben saldi sulle radici.
Rimpianto,
confusione,
un turbine:
è come vivere
una doppia vita,
ma l’impossibile
non accade.
Poi il vento
si adagia
sulla collina,
immemore
e tutto torna tranquillo,
silenzioso.
Non più pensieri,
niente!
Finalmente
senza paura
guardo in faccia
il mio destino.


RISVEGLIO

Le tremule foglie
del grande albero
accarezzano
la brezza mattutina.
E’l’alba,
quel leggero fruscio
nell’innato silenzio,
separa
sogno e veglia.
Apro gli occhi pesanti
per le cose
che vorrei
non vedere,
non sentire.
Chiusa nella sofferenza
ascolto
solo
quello che il mio dolore
urla.
Sommesso ronzio d’api
profumo amaro
nell’aria.
E’una giornata strana,
diversa,
vivo nel presente
e nel futuro
allo stesso tempo.
“La bellezza è
negli occhi di chi guarda”.
Mi rivesto
del verde
dolce amaro
e riprendo
il cammino.


 

Sulle ali di un sogno

Estate,
consumo il mio tempo
in un sottile abbandono.
Cerco inconsciamente,
i fantasmi di quel castello
che è la mia vita.
Silenzio,
un lungo istante
raccolto,
un fruscio
nel cuore,
le tue dita sulla pelle,
la profondità del tuo sguardo.
Rincorro
i bagliori rossastri
del tramonto
sul mare.
Un attimo
poi l’aria mi sfiora
con una fredda carezza.
I fantasmi
si perdono all’orizzonte,
ondeggiano sull’acqua:
riflessi d’argento.


 

TRAMONTO

Il sole si adagia ormai
sulla collina,
un altro giorno
saluta
l’arrivo della sera.
Me ne vado
anch’io,
non busserò
alla tua porta,
non lo farò…
non più sole accecante,
tutto calmo,
tutto tranquillo.
Quella pennellata
di colore
si posa sulle mie ferite
e mi regala una nuova tonalità