LE SCARPETTE ROSA

Uno spazio immenso pieno di specchi circonda me, piccola piccola
aggrappata ad una sbarra di legno mentre mi spio nel riflesso, seria e preoccupata
in attesa di giudizio;
un grande respiro, il petto si gonfia impaziente alla prima nota e come d’incanto
divento donna, pronta a sfidare con orgoglio e presunzione quel durissimo pavimento
dalle mille prove , il cui profumo entra nel naso, nella pelle, nel cuore e resta;
il suono che ogni passo incide sul legno è un percorso intimo , è il mio disegno,
il corpo e il terreno si fondono, si sentono, si aiutano;
sfido ciò che mi guarda e catturo quello che sfugge,
alla fine del volteggio, lungo una vita intera, mi fermo alla sbarra di legno, ormai più bassa e più consumata
e sento maturo il mio fidarmi di te, sento di poter lasciarti prendere il mio braccio e lasciare che sia tu a farmi girare e girare ancora, con un gioco di equilibri fatto di forti prese, di dolci indicazioni e di sguardi rassicuranti,
le tue braccia intorno al mio corpo mi sostengono e assecondano il mio perimetro con sensuali carezze,
ci fermiamo insieme, immobili davanti a tutti quegli specchi, che ci hanno visto piangere, sudare, amare, temere, crescere;
ancora innamorati , ancora fieri della nostra passione, ancora emozionati dallo stesso rumore che fa il gesso sul legno e da quell’odore tanto strano da sorriderne al pensiero che quando ci pervade ci fa sentire a casa ovunque.
Il buio, il silenzio poi l’onnipotenza del palcoscenico ci abbracciano e bastano a riempire i nostri cuori assetati di consensi ;
Noi sopra tutti e sopra tutto, vi guardiamo senza volto ma sentiamo i vostri applausi,
sappiamo che ci siete e ne volete ancora e sapete che solo noi, possiamo farvi sentire quegli attimi di tensione e di piacere , solo noi possiamo darvi l’illusione di volare lontano;
usate i nostri corpi per immaginare, per sentirvi leggeri e per assaporare la maestosità
dell’armonia e se vi capita pensate a quella piccola bimba davanti alla sua grande sbarra di legno e applaudite ad un grande amore.


APNEA

Ascolto a pelo d’acqua il respiro tuo, mi osservi,
nella stanza mi guardi dall’alto mentre scendo più giù,
fino a perdere i tratti del mio corpo che l’acqua confonde,
come guardarsi in uno specchio rotto,
piccole onde si infrangono in uno spazio così piccolo, accogliente come una culla ma duro come il marmo.
La poca luce che lasci entrare dalla finestra socchiusa fa brillare l’apice dei miei piccoli movimenti e disegna su di me un altro corpo,
sembra coprirmi di una pellicola fragile che scompare al minimo muoversi.
Mi abbandono tra le braccia di un ovattato silenzio,
so che mi guardi mentre interrompo il respiro.
I rumori sembrano echi in uno spazio troppo grande per me che se riemergo, devo ascoltarli tutti.
So, che devo sentire nuovamente freddo sulla pelle,
so, che devo lasciarmi accogliere dalle tue braccia calde del tepore della casa
e abbandonarmi, come un corpo da rianimare allo strofinìo delle tue mani che
asciugandomi, ricordano che il tempo ha ripreso a scorrere;
ma attendo ancora un istante, un lunghissimo istante che cristallizza pensieri ed emozioni, mentre aspetti che io esca, che riprenda a respirare e che apra gli occhi, temi che quel sottile e trasparente strato separi il mio mondo dal tuo, vorresti tuffarti o forse no, hai paura di scoprire cosa c’è tra qui e il fondo, segui con lo sguardo se i miei occhi cominciano a stancarsi, la mia bocca ad aprirsi e a soffrire di quello stato.
Mi agito, provo, resisto, bevo, sembro convinta ma non mi piace, soffoco, mi alzo ti bagno e sorrido stropicciando gli occhi,
sono tornata.


L’EQUILIBRISTA

Diritto e concentrato
Il tuo sguardo verso l’ottenimento,
sfidi l’equilibrio, beffeggi la natura che ti vincola in bilico tra le cose,
non ti curi dell’errore a te concesso e credi sia pronto a prenderti in braccio qualora cadessi…..
l’infinito intorno non cattura nemmeno un solo battito delle tue ciglia, nemmeno un soffio di vento riesce a distrarti dal punto;
punto che quando toccherai prenderà la tua forma, rifletterà l’immagine superba di colui che ha preso, di colui che è riuscito a compiere.
Quel punto diventerà morbido come il corpo di una donna,
immenso come un oceano,
fiero come un leone,
invincibile come una spada affilata.
Ma l’equilibrio svanisce con la sazietà e dopo aver percorso quel filo precario ed impossibile con tutte le tue forze,
saprai che dall’altra parte ormai tutto hai visto e tutto conosci,
lo sguardo soddisfatto tornerà a nutrirsi dell’intorno, a riassaporare i profumi dal basso aspettando nuovamente la giocosa sfida d’equilibrio tra i pensieri , le emozioni e la terra, curioso di scoprire che rumore fa cadere……