PENSIERI VAGABONDI LUNGO LE RIVE DEL TEVERE

Ci speravo! Ci speravo propio!
Sarebbe stato tutto risolto, le cose sarebbero cominciate a marciare in senso regolare. Invece, figurati, ti pare che la sorte, per una volta girasse a mio vantaggio. Non cercavo niente di strano, niente di anormale, volevo solo una strada che si aprisse alla mia espressione, al mio bagaglio, alla mia umanità. Invece, figurati, da quando in qua l’individualista riesce ad affermarsi sulla massa; da quando in qua una persona mostra se stessa al Sociale ed al popolo, che stà a guardare solo quel che vogliono far vedere, senza scoprire valori e contenuto: prima facevano Carosello, adesso la creatività è andata ben oltre; squallidi!
Eppure mi sono illuso di poterci riuscire, di poter mostrarmi al pubblico bello e forte come sono. Invece, eccomi ancora mondezza nuotare nella merda.
Ora che fare? E’ tutto perso. Gli affari, il lavoro, la gente che mi vuol bene, i familiari che sanno solo chiedere, le mie passioni che ho troppo idealizzato per sperare di realizzarle , le mie speranze così belle quando utopizzate , ed oramai tutte cadute senza più nessuna consistenza.
Potrei deridere tutto e tutti; negare la Vita che mi cancella la personalità ed azzera il suo valore, così subdolo e meschino.
La gente direbbe che sono stato un vigliacco, ma che mi frega? Che valore hanno gli altri, inermi e presuntuosi organi di massa? Io almeno, da persona discernente e pensante, rifiuto: voi no! quindi io ho qualcosa più di voi, anche se distruttivo, ma almeno razionale. Mi fa un baffo Becket, cari saluti ad Ibsen, il dramma mio lo scandisco io, senza che vengano a fare elucubrazioni disperate partendo da una situazione sciagurata; è tutta una ironia, una presa in giro, un gioco ridicolo sul filo del paradosso, una cattiveria inspiegabile e legata solo al contrasto con la realtà; giusto con Luigi Pirandello posso raccontare le storie ironiche e paradossali che sfociano nelle eventualità delle tremende sciagure umane; che autore Pirandello! dicono che scrivesse tragedie, drammi; invece mostrava la derisione della realtà; tutto era buffo per rendere l’uomo ridicolo nella sua pavoneggiante miseria.
E quindi io, da persona, rifiuto e non mi integro ove vorrebbero inserirmi; solo così, perso e sconfitto, riesco ad essere me stesso; quindi l’evoluzione mentale mi ha portato ad aver capito l’Essenza delle Cose, la natura dell’Essere ed il significato dell’Universo che si può al limite concettualizzare ma mai si potrà definire. Ed allora trovo ovvio e naturale sottrarmi all’opportunismo ed alla falsità, alla massificazione ed all’invadenza del Potere, alla meschinità ed ai brodini caldi, all’integrazione ed alle partite di football, alla stratificazione sociale ed alle vacanze sulla spiaggia, all’umiliazione ed alle patatine fritte.
Pensateci voi a queste cose, che siete tanto belli, bravi ed intelligenti.
Io preferisco essere incapace, brutto e stupido; perlomeno sono Io.
Finchè sono. E quando non sarò più, sarò per sempre. Perchè un’Entità non ha la durata di un corpo, una vita non muore quando terminano le pulsazioni cardiache ed il sangue non viene più irrorato. Una persona, un Uomo, ha dentro qualcosa che non svanisce ed è la sua forza; qualcosa che lo conduce durante la vita, che lo sublima nell’Infinito.
Chi preferisce farsi strapazzare come un burattino, segua tranquillo i canoni imposti dalla Società, uniformandosi a tutti i principi più inconsistenti in cui viene effettuato lo sfruttamento dal Potere, che poi è l’Economia.
Quindi io taglio i fili.
Ora, invece, sai che faccio? Scendo le scale e passeggio lungo il fiume. Vedi come sono diverso? Non lo fa nessuno, di solito; poi, con questo clima, a quest’ora, con questo tempo!
Eppure, guarda, ora scendo le scale e passeggio lungo il fiume; vado fino a Castel Sant’Angelo, poi risalgo; se mi và; se no vado fino a Corso Vittorio Emanuele, se mi gira arrivo fino a Porta Portese … e si po’ nun turnammo cchiù … cagna vita e nun ce penzà …
Vado fino al mare e faccio un bagno: stupido che immagino programmi che non hanno nè capo nè coda; tanto basta un niente perchè tutto cambi e i dati siano diversi: è stupido predire il futuro, quel che sarà non può mai essere predetto, neanche quando le intenzioni sono definite; figuriamoci stasera!
Casomai vedo una donna (una donna!) che annega nel fiume ed io mi butto e la salvo. Casomai per farmi prendere a ceffoni per aver voluto negare la sua volontà di suicidio. Con che diritto sono capitato, bello e bbuono, mettendomi in mezzo per negare la sua volontà , che aveva ponderato come la sua unica strada con un senso?
Potremmo discutere su come poter raggiungere la morte insieme, casomai con un metodo più sicuro ed indolore.
No, il suicidio è all’apice del compimento dell’Ego, un gesto così interiore ed individuale non può essere condiviso con alcuno, perderebbe senso.
Eppure, guarda te, sto facendo tutti questi ragionamenti assurdi e puerili, ed il Tevere qua sotto appare imperturbabile, espressione di una realtà costante ed immota: Poco dopo entrato nel Lazio e poi sotto Ponte Milvio, l’acqua ha qualche sussulto, per irregolarità del fondo, dopo chilometri di placido fluire, ma subito riprende il suo corso che sembra quasi immobile, pur scorrendo fino al Tirreno.
Cosa vuole dire, dico, cosa vuole dire?
Come dare un’interpretazione standard, ogni versione può essere corretta, nonostante che può tendere verso il bene o verso il male; le contraddizioni sono alla base del fluire degli avvenimenti.
Il fiume scorre, moti rivoluzionari sono inutili perchè il corso dell’acqua perdura senza alterazioni e quindi le bagattelle in cui si contende l’Umanità hanno un senso effimero ed apparente: momentaneo, circostanziale, temporale … senza senso.
Oppure, anche questo, il fiume appare immobile, ma scorre fino al mare; quindi l’apparenza può avere un senso impreciso e subdolo: può ingannare perchè falso.
Sarà simbolo della pace, della tranquillità? della sensazione, della delicatezza e dei movimenti soffusi? dell’immensità che non si cura delle meschinità
Ma datti requie, anima persa! Non t’illudere di teorizzare la verità di un fiume che scorre lungo il suo corso da millenni e su di esso la Storia è cambiata infinite volte, lasciandolo imperturbato, nonostante tutte le sommosse che qualcuno credeva fossero rivoluzionarie, ma che non cambiano oltre che la situazione sociale: e lui sempre là, che scorre e fluisce alla solita maniera.
E noi ad affannarci: perchè?
Pecchè, pecchè, pecchè, pecch”o Papa nun è Re!
Qui il Papa si era rinchiuso dopo la presa di Roma dei Piemontesi.
E ti credo, i Piemontesi non erano mica tanto teneri! Vittorio Emanuele aveva conquistato lo Stato Pontificio, il Papa non potevano eliminarlo perchè simbolo di una religione affermata in tutto il Mondo e che guidava le sorti degli Imperi; pensa da quanti secoli! Da quando, terminate le persecuzioni, iniziarono loro a perseguire, una volta concluso l’Editto con Costantino; ma d’allora hanno fatto talmente tante ‘nfamità, che se . le avesse visto il Cristo a cui si ispiravano, li avrebbe tutti sconfessati; e così, povero Papa, lo hanno lasciato chiuso qua, a Castel Sant’Angelo. Poteva svolgere le sue mansioni religiose placido e tranquillo, lontano ed al di fuori delle interferenze politiche.
La cosa non poteva durare, la potenza temporale del Papa non poteva essere messa in un cantuccio per dimenticarla, è sempre stata della massima influenza e negarla voleva dire darsi la zappa sui piedi; e poi, in fondo, ha sempre fatto comodo compiere le più terribili stragi, partire per le guerre “di liberazione” o infliggere pene e reprimere nuclei che disturbano la Società, barricandosi dietro la Fede ed operare “per volere Divino”. Fa comodo, quando lo Stato non arriva ad affermare la propria autorità, ecco che arriva la Religione che apre le strade ai peggiori crimini, indirizzati e necessari per portare la pace ed il bene in nome di Dio … gliel’avessero detto a Cristo che le sue teorie, la sua divinazione dell’anima portava a questo, chissà se se la sarebbe sentita di portare sulla Terra la parola di Dio; forse, pensandoci bene, capiva che era meglio lasciar stare l’uomo alla sua sorte negletta ed andare da qualche altra parte dell’Universo a salvare qualcun’altro più diligente e meritevole.
Che poi, dove andava? Ci sarà qualche altra forma di vita nell’Universo, che è così immenso e sconfinato che si può solo concettualizzare, ma non riusciremo mai a capirlo ed a concepirlo. Beh, ma che vuol dire, se tante volte avesse voluto salvare qualcuno, poteva sempre crearlo, contento di farsi dire grazie da chi sarebbe stato riconoscente. No però, neanche questo, Lui, se c’era dall’inizio dei Tempi (altro concetto astratto) sapeva bene chi metteva sulla Terra e le ignominie che sarebbero accadute, quindi è proprio l’Uomo ad essere stato scelto; altri, chissà. Però, se sapeva quanto cattiva ed autolesionista sarebbe diventata l’Umanità, perchè ci ha permesso di subire certa penosa condanna durante tutta l’Eternità! Poteva creare un essere un po’ più buono … o casomai creare un altro essere, proprio da noi doveva venire a rompere le balle, tanto lo sapeva che saremmo diventati cattivi, anzi, perfidi; chi l’ha chiamato? Perchè non farci continuare a vivere un’onesta e naturale vita da Ominide, senza sfociare nella soluzione perdente che ha realizzato l’Uomo.
Ma che mi lascio andare a questi ritorcimenti teologici, se potessi parlare con Tommaso o Agostino, tanto per dirne due “giusti”, mi metterebbero a tappeto. Senza tanti sfoghi spiritualistici o ricerche metafisiche dell’ultimo invasato che sfrutta la dispersione dell’animo per arroccarsi su piedistalli che non hanno neanche la forza del polestirolo ed hanno una temporalità che domani non ha più nessuna consistenza. Però l’uomo ha bisogno di spiritualità, se no dove si aggrappa? Ma tanto è inutile fare i discorsi seri, tanto viene qualcuno e te li smonta. Il più forte è chi ha maggior logorrea e riesce a prevaricare con le chiacchiere su chi, casomai, ha in mano solo dati di fatto: per poi essere subito smontato quando incontra qualcun altro che, oltre alla parlantina, riesce a portare avanti teorie fantasiose che sono rispondenti alla moda!
Ma basta, basta! Sono ignorante e sono fiero di esserlo, non mi perderò in tante elucubrazioni assurde e dalla consistenza dell’aria. Tanto le cose vanno avanti senza raziocinio, non vi sarà mai alcuna affermazione del “bello” e del “buono” (definizione coniata da Talete, Anassimene ed Anassimandro, ma molto tempo fa). Il Mondo si sta perdendo, noi siamo nel Mondo, siamo gente persa. Sillogico (questo giochetto, invece, ce lo ha suggerito Socrate).
Non c’è nessun modo migliore per disperdere il raziocinio che parlare di religione. Stavamo dicendo che là si era chiuso il Papa dopo la presa di Roma, guarda che strampalate idee son venute fuori.
Però così non poteva andare avanti a lungo, il Concordato era necessario, alla Chiesa ed allo Stato
Ed ecco Benito che ha messo tutto a posto. E’ stata una mossa necessaria, l’ha dovuta fare e l’ha saputa fare. Da allora Chiesa e Stato si vogliono tanto bene, e guarda cosa è successo!
Però non è stata l’unica cosa riuscita che ha saputo fare Benito; certo, poveretto lui e chi gli ha dato retta (ovvero tutti gli italiani), ma di cose utili ne ha fatte tante, casomai con un atteggiamento ed una grandiosità farsesca. Ma qualcosa l’ha pure realizzata. Ha bonificato l’Agro Pontino, ha ampliato città, quartieri, ha dato un senso sportivo ad una Nazione che
non era molto preparata, è riuscito a fermare l’emigrazione ed ora le carte si sono rivoltate, ha organizzato in modo che tutti avessero lavoro, tante altre cose, casomai on un atteggiamento ironico e paradossale, ma la buona volontà e l’ha messa; ha fatto pure la guerra, stronzo, è si è fregato. Ti pare a te, lui, di matrice socialista, sindacalista emiliano, salito al potere ed irretito nel mito colonialista, si è trovato a dover affiliarsi, con evidente atteggiamento subalterno, a quell’esaltato di Hitler. Va bè, in fondo è stata una mossa involuta ma obbligata: Gli hanno messo le sanzioni, gli hanno chiuso tutte le strade, l’unico che lo ha fatto sentire duce è stato quel pazzo megalomane. Che poi, invasato com’era, col suo genio malefico ed indiavolato ha fatto tremare tutto il Mondo; non è durato molto, ma si è elevato a dittatore della Terra imbrigliando e facendosi inneggiare dall’ideologia di un popolo che, nonostante la sua grandezza ed il suo spirito di perfezionismo, manca di personalità collettiva.
Comunque, se mi dicessero: ti chiudiamo a Castel Sant’Angelo e non esci più, io ci metterei la firma. Guarda com’è bello, com’è grande, ed i giardini stupendi! Se io vivessi qui farei entrare chi vuole, per godere insieme dell’arte; farei continue mostre, con il bel tempo concerti nel Parco, attività culturali ma anche ludiche, farei svolgere dibattiti e conferenze, adeguerei le strutture per erigere un parco giochi per bambini, sarebbe bello far funzionare un asilo e così, tra l’altro, si darebbe lavoro a tante maestrine, un’ area potrebbe essere disposta a ricovero anziani.; dopo tutto quel che hanno dato, i vecchi meritano rispetto, cura e assistenza degna di una persona che deve trovare riscontro di quanto alla Società ha dato.
Ma anche se non ha dato niente, merita per quel che è, perchè persona e quindi degno d’amore .
Pensa, casomai i vecchi, dopo essere stati nel localino qua dietro a borgo Pio a giocare a carte, possono fare due passi e trovare accoglienza in un centro bellissimo a loro riservato: dopo una steccata a biliardo, un bicchiere di vino, una partitella a carte. Sì, fanno sempre i giochi più tradizionali, ma se non sei bravissimo ti lasciano a 0 con una risata; ed i commenti tra loro durante il gioco sono di un colorito vivace, ove traspare, però, la loro vecchiezza.
Non è giusto buttar via chi non è più utile, nel senso che non produce. Se ora noi produciamo, e stiamo attenti a quel che produciamo che di cazzate ne facciamo grosse ed autolesioniste, possiamo farlo solo perchè loro son venuti prima di noi, e ci hanno dato le basi.
Che poi, se pur non ci hanno dato niente di cui elaborare per poi migliorare, ci hanno dato la loro umanità: dal Dirigente d’Azienda al Barbone, dall’Intellettuale al Perdigiorno, dal Pensatore all’Uomo di Strada, dal Professore al Vagabondo.
Non è giusto rifiutare e bandire i vecchi, che sono arrivati ad un traguardo che ci attende tutti.
No, via della Conciliazione non la faccio: troppo grande e splendente, che porta alla magnificenza ed alla imperiosità di San Pietro; pare che la percorri ed arrivi in Paradiso; io stasera in Paradiso non ci voglio andare. Anche questa strada è un’opera fatta da Benito: se non avesse sventrato il Borgo, San Pietro sarebbe apparsa improvvisamente, grandiosa, dai vicoli; invece adesso la sua maestosità s’impone passato il ponte sul Tevere. Però una cosa del genere se la poteva anche risparmiare; credo che avrei preferito immergermi nell’immensità grandiosa della basilica, uscito dai vicoletti ove il popolino vive la sua quotidianità fatta di cose normalissime ed angustie esistenziali.
Ma in fondo, durante il ventennio, non erano apprezzati i valori popolari e non potevano prevalere le circostanze misere e quotidiane, dato che volevano infondere nei cittadini di tutta la nazione una maestosità ed una grandezza strutturale, che poi si è verificata dalla consistenza dell’acqua e sapone.
Però non voglio andare nemmeno per piazza Risorgimento e via Cola di Rienzo : troppe luci, troppo grande e sfavillante: fa la parte di quelli che ti dicono come e quando, il bello ed il brutto, il buono ed il cattivo … non è serata.
Però Cola di Rienzo è stato un personaggio grandioso, il Masaniello di Roma: non c’è niente di più bello che trascinare il popolo verso un’idea, un’espressione, una speranza, un’utopia … la realizzazione.
Poi ci pensano sempre loro a far finire le cose belle; ma sarebbe troppo sperare di realizzare i movimenti di massa; le rivoluzioni sono progressiste quando sorgono, per gli ideali che portano avanti; certo non per come finiscono; ed i personaggi che le hanno condotte nessuno mai li dimenticherà e saranno sempre punto di riferimento per chi ama ed aspira verso la Libertà.
Vedi quel che dicevo prima, un personaggio può sparire perchè non ha senso ed è solo organo della catena di montaggio della Razza Umana; oppure può conquistare l’immortalità, perchè parte determinante dell’evoluzione, anche se non lo ricorda nessuno.
Il ragionamento sembra contorto, ma lo è sempre meno di quello che le tante religioni pretendono di affermare come valore universale, poi ad ogni religione il suo contorcimento di fede per rendersi credibile . Trovo ovvio che un’anima, trascinata da una forza sì grande e sì bella, si libri nell’aere per dare un senso al futuro; anche se poi ci penseranno i meschini ed i pavidi, stolti e negletti a far ricadere le sorti della vita nel gretto e nell’istantaneo.
Vado per queste vie secondarie, più strette, più riservate: l’egemonia e la grandezza stasera sono un dato prevaricatore ed usurpante.
Sembra di raccogliere un discorso che Roma ti sussurra; è un discorso che fa tutte le sere, a chiunque; ma cambia nel senso, a seconda dell’ambiente, scandito dal rumore delle scarpe del passante solitario; dal messaggio del tempo e del clima, dell’umore e delle situazioni che riempiono l’intimo.

Ed eccomi qua, a casa; tanto dovevo girare, dovevo ritrovarmi qui a via Germanico, come un pulcino che comincia a zompettare e dopo due salti ritorna sotto l’ala della chioccia.
Tutti i contorcimenti mentali che ho fatto … possibile … mi sono solo perso. Però, ecco questo sì, volevo uccidermi, alla faccia del bene e del male; potrei pure farlo, ma quale senso avrebbe?, non ho più coerenza delle mie azioni.
Ripartire … ma come faccio?
Eppure è ancor più difficile negare, dare un senso all’abbattimento delle circostanze.
A stò punto so solo dire che ho in testa una confusione madornale; non ci capisco più niente; fino a poco fa credevo che fosse un elemento di forza non sapere quale fosse il punto culmine dell’Essenza; credevo che rifiutare tutto sarebbe stato come entrare nella propria personalità, che non ha sembianze e non ha confini. Eppure adesso non sono più sicuro neanche di questo, perchè tutto è smentito; pare assurdo, ma come faccio a morire se non ho nessuna garanzia della vita?
Cogito ergo sum.
Caro Cartesio, te la sei sbrigata con una formuletta. Ma dimmi, allora, perchè il tuo cogitare non è un’installazione meccanica e non è condizionato da come vuol essere indirizzato il gioco, casomai da qualche infante extraterrestre.
Ma chi guida? Il problema è questo, chi guida? Qui entrano in campo le incertezze ed i dubbi metafisici in cui le religioni hanno avuto campo spianato nell’affermazione di qualcuno, o qualcosa, al di sopra e di inconoscibile: qualcosa di assoluto. Tanto è quello che ci sovrasta, ma non sapremo mai cos’è. Però lo preghiamo, “abbi pietà di noi”; è meglio tenerselo buono.

Io stanotte mi sento troppo frastornato, non ce la faccio più a niente. Forse dormirò, ma credo neanche questo. Posso ubriacarmi; allora forse mi verrà a mente un pensiero giusto. Ma l’alcool è come la droga, passato l’effetto non esiste più, l’unica alternativa è ritornare ubriachi per rientrare nello stato d’esaltazione, ma allora diventi un alcolizzato ed hai perso tutto, l’anima e te stesso.
Bere sì, è bello e fa piacere, ma senza oltrepassare mai il limite dell’autocoscienza.
Madonna, come sono diventato saggio! Ho perso proprio l’origine della personalità, neanche avesse un po’ di raziocinio, non mi fido più di me stesso, chissà cosa mi viene in mente adesso se continuo a vagheggiare idiozie.
. Non cerchiamo più di trovare principi logici e razionali perchè non esistono, e credo non siano mai esistiti; ma non è più possibile affermare che “credo” perchè, sparito tutto, non esiste più neanche il “credo”; non sono più sicuro delle mie certezze e non ricordo più se le ho mai avute; perhè adesso mi sembra tutto ridicolo.
Entro in camera e vado a letto; e domani sarà deludente uscire onde ammantarmi delle tremende sciagure umane: come sempre… come diceva quello? “Panta Rei”!

E ghiammoncenne a ffà ‘nculo tutte quante!

signori, BUONA NOTTE


SOGNI D’ORO

Com’è bello, la sera, dopo aver cenato – sparecchiato – aver visto alla televisione i programmi che approfondiscono la cultura, finalmente, chiudere la lucetta del comodino se c’è, augurare buonanotte alla cara moglie se c’è, chiudere gli occhi e dormire in Santa Pace. E’ bello lasciarsi andare e riposare, abbandonando tutti i crucci e trascurando tutti i problemi che avranno di nuovo un ruolo incombente solo al giorno dopo, quando ricomincerà l’attività ad esprimersi, districandosi in tutte le forme idonee, calcolando le situazioni che hanno infiniti risvolti.
E’ importante appisolarsi sereni, evitando d’essere agitati dai casi della vita, che offuscano il Destino e sarà difficile da rendere positivi per quanto riguarda l’andamento delle vicissitudini che deve affrontare la nostra persona. Possiamo, certo, rincuorarci dell’eventualità che siamo persone… come si dice? … corrette (sì, corrette) e tendiamo ad elaborare gli avvenimenti senza far del Male ad altri; perchè, se volessimo, allora potremmo fare i Fatti Nostri, e gli altri verrebbero schiacciati dai nostri interessi. Ma Noi siamo tanto Buoni ed anche troppo, quindi non ci approfittiamo di situazioni che possono creare disagio, e ci poniamo verso la Storia come Martiri che si dispongono a fare solo del Bene: certo, entro i limiti di uno svolgimento di Vita in un contesto Civile. Nel senso che non ci permetteremo di eseguire alcunchè di negativo e perfido, basta che non ce lo fanno a Noi: perchè, allora, la nostra cattiveria sarà solo causata e volta in risposta a chi ci fa del male. Che poi, non è detto che bisogna per forza difendersi da persone, a volte sono le situazioni che tendono a schiacciarci e noi, poverini, siamo costretti all’opposizione per non essere brutalizzati.
Ma quando andiamo a letto, chiudiamo gli occhi e qualsiasi Realtà perde consistenza. Non esiste più il Vero e l’Ignoto, l’Inaspettato e l’Oscuro, l’Incredibile ed il Falso; tutto è quel che vogliamo, e la cosa più bella è che ci fa piacere, perchè ci fa comodo, credere sia potenzialmente vero quel che vogliamo, senza inconvenienti; perchè è in sogno, dormienti o solo incoscienti, che realizziamo tutto (dico Tutto) quel che è al massimo della Nostra Aspirazione.
Cosa può obbiettare al Sogno la realtà in cui s’immerge? Pensa, ci sono addirittura dei poveri sventurati, ignoranti ed un po’ coglioni, che pur di vivere il Sogno si somministrano sostanze che danno un effetto allucinante; nel senso che vivono quel che non c’è e che esiste solo nella loro astrazione mentale; ma è un gioco perdente, per due motivi principali. Prima cosa, la vita reale ed i rapporti umani vengono resi limitati e degradati, dovendo rimaner chiusi in un giro succube finché la Vita prepotentemente riesce a rimanere entro la persona; e poi i Sogni che vengono non li puoi coordinare e non hanno la storia che si vuol dare, ma seguono principi che partono dal nostro interior, ma si dipartono per vie inimmaginabili. Il più delle volte, questo è vero, si scoprono nuove realtà e la carica di cui ci si sente infervorati porta a sentirsi elevati nello Spirito e nell’Arte; e qualche volta è successo veramente; ci sono Spiritualisti ed Artisti che si elevavano Sotto Effetto, raggiungendo uno stadio in cui, praticamente, lo sono ogni momento.
Ma quando sei sotto effetto, e vorrei dirlo a tutti coloro che convinti si somministrano Roba Pesante o Leggera, a parte che quando non sei in Stato d’Allucinazione vivi una Realtà tremenda, nella Falsità e entro Limiti Paurosi; ma poi, anche quando sei Fatto, ammesso pure che stai contento e ti elevi all’Ennesimo Cielo, ma non sei tu che coordini la tua (presunta) Elevazione, ma sei vittima dell’Effetto.
Infatti, a seconda di quel che ti somministri, così Parti; la direzione è mutevole, a secondo della sostanza somministrata, ed anche la potenza dello Sballo è variabile: a secondo del tipo di Roba ed a seconda della sua quantità; per non parlare della qualità, che è un grave pericolo.
Quindi, il tuo sogno allucinato, è tuo perchè lo fai Tu; ma è condizionato da quel che hai scelto, o ti sei trovato obbligato a scegliere, per la somministrazione. Quindi, tu che sogni, dire che il Sogno sia tuo, non è plausibile perchè non sei tu che coordini e muovi gli schemi per ideare la Realtà, ma esci dal Reale e viaggi lungo idealizzazioni di cui conosci solo la partenza, ma ignori dove andrai a finire.
E poi, hanno mica torto tutti i BenPensanti che, molto paternalisticamente, ti rendono presente che ti riduci ‘na Munnezza. Certo, le cause prime per indurti a sognare di librarti nello Spazio Infinito vien proprio da loro, che è tutta gente meschina e vittima della Società che da loro stessi è condotta. Ma l’effetto della ricerca del Sogno attraverso l’allucinazione non porta niente bene; anzi, porta Proprio Male.
Invece, dico io, è così Bello sognare quel che vorresti, che ti puoi illudere tranquillamente d’essere Grande e Famoso. Per quel che non hai fatto, ma senti che avresti le capacità giuste per farlo; manca solamente qualcuno che abbia ricezione per la tua Astratta Ideologia, un Contesto Adeguato per la Grandezza delle tue intenzioni, un po’ di Fortuna, che potrebbe risolvere Tutto con la realizzazione dell’Impossibile, che non è mai detto non possa accadere. Il problema, di cui ti senti fiero, è quello che credi di essere un Puro; come se la Purezza fosse cosa propria di questo Mondo. Allora sei rifiutato e bandito, allontanato e declassato, perchè hanno paura della tua Grandezza, sei troppo Bravo, sei un Vero Uomo (anche se non si sa spiegare il senso), la tua Personalità così dominante ridicolizzerebbe tutto, ed allora sei ripudiato. Chi può dir che non è vero?
Allora, quando sogno, io riesco attraverso il sostegno della Natura ad affermare tutti i valori che impongono la mia personalità; non nel mio ambiente lavorativo – non nella città ove abito – non nella nazione in cui è stata eretta la città di cui sopra – nemmeno in tutto il continente o, ancor meno, in tutto il Mondo: in sogno riuscirò ad esaltare la mia Essenza in tutto l’Universo, anche perchè riuscirò ad elevarmi oltre la dimensione umana e capirò, io solo, la Verità dell’Infinito.
Pure questo è un giochetto, ormai, millenario, e tantissime sono state le formulazioni che hanno tentato di dare un Senso ed un Limite a quel che mai è stato capito dall’uomo (infimo essere inserito nell’Eterno, che potrebbe anche essere denominato Infinito o qualsiasi altro nome indefinito; tanto è qualcosa che si immagina non abbia confini, perchè al di là di qualsiasi confine, potrebbe esserci sempre il Niente, ed il Niente è un’essenza che esiste).
In sogno è tutto Vero, perchè è tutto mio; certo, è qualcosa di piccolo come è piccola la mia persona, ma io sono di statura e d’importanza che non vado oltre me stesso, chiunque io sia; quindi, non c’è problema, penso qualcosa che mi appartiene e mi dà soddisfazione. Tutto quadra, vero? Mi venite a dire che ognuno di noi, piccolo che possa essere, ha il diritto, come il dovere, di impegnarsi per evolvere e sviluppare la propria realtà e questa deve essere inserita per dare spinta all’Umanità di crescere ed esprimersi verso la Conoscenza e l’Erudizione, che non hanno limiti e quindi non verrà mai definita una stazione d’arrivo, ma proseguirà nel Corso dell’Esistenza, finchè la Vita continuerà la sua dinamica.
Pare quasi un sermone enunciato da un padre della chiesa ai discepoli che si sono riuniti nella comunità diocesana. Certo, certi pareri sono talmente pietosi da muovere a compassione verso chi crede nella sua possibile verità, tanto da articolare la credenza oltre l’assurdo e farsi uno scudo con la spiritosa “fede” per Cristum dominum nostrum.
Non stiamo qui a disquisire in proposito, perchè diventeremmo stolti se scadremmo a discernere di stoltizie. Invece riconosciamo di essere stolti, proprio perchè sono (per non ripetere ancora la parola) idiote tutte quelle teorie astratte ed assolute che cercano di trovare un senso ed una forma alla Vita e, quindi, una dimensione ancestrale dell’Esser Uomo. Noi siamo qualcosa di minuscolo ed insignificante, che non ha uno scopo o un motivo specifico, ma è un’inezia inserita in un Sistema… Infinito, appunto; e la nostra formazione, l’evoluzione, la fine precoce e causata, soverchiano le predeterminate leggi naturali, la forma e la dimensione del Mondo che, dopo questa breve parentesi umana senza quasi (quasi) alcun peso, continuerà a scandire il Tempo nell’Immensa Stratosfera che nell’Infinito segue le Naturali Evoluzioni dell’Essere.
E noi qui, come tanti ebeti, a fare tutte le costruzioni mentali cercando di trovare nella Terra ragioni e significati giustificativi del Tutto. Allora, scusate, avevano molto più ragione nel MedioEvo in quanto erano convinti che la Terra fosse al centro dell’Universo, anche se poi non spiegavano come poteva essere che un Universo, che non ha confini, possa avere un centro. Ma questo, appunto, non c’entra: in fondo, l’Universo senza confini siamo noi che lo abbiamo riconosciuto. Chissà, a quei tempi, quali potevano essere considerati i limiti; anche se poi, ammesso che oltre Tutto ci sia il Niente, anche allora dovevano dimostrare che l’ assenza di qualsiasi forma di Essenza, implichi una Assenza. Sì, perchè se non c’è niente, vuol dire che il Niente c’è; ed il Niente è forse l’Essenza più grande ed importante dell’Infinito.
Certo, pure nel MedioEvo non erano tanto teneri, non è che si facessero tante domande e poi, quel che comandavano fosse la Verità, tutti dovevano crederci; così la Terra era al centro dell’Universo e non bisognava disquisirci oltre.
Così, arriva un povero Giordano Bruno che, col suo Genio e frutto del suo Studio, ti viene a dire che lo Spazio è Infinito, e pur di farlo tacere in modo emblematico lo mettono al Rogo (a Campo de’ Fiori ove la sua statua, messa da Benito rivolta verso il Vaticano, ammonisce ancora chi lo ha bruciato che la Ragione non brucerà mai). Certo, c’è stato pure un Roberto Bellarmino che cercava di salvarlo: bastava che sconfessasse le Verità scoperte; ma ti pare a te che un Giordano Bruno sia disposto a dire: mi sono sbagliato, per aver salva la vita? Ed è andato sul rogo sorridendo, lanciando la domanda all’Inquisizione se, alte le Fiamme, avrebbe sofferto più lui, o loro vedendolo bruciare. Certo, c’è da dire che Giordano Bruno di Eresie, stimate tali, ne diceva diverse, questa non era l’unica, ed anche altre si sono rivelate esatte; ma se avesse smentito questa della Terra rotante attorno al Sole, bastava a salvarlo dal supplizio; ed invece Giordano l’ha affrontato consapevole, più di altri un po’ meno coinvolti nella scelta della propria sorte, tipo Tommaso Campanella. Però, per esempio, Giordano è stato più grande di un ormai vecchio e malato Galileo che, si muove quanto volete, ma di fronte alla Corte Ecclesiastica ha abiurato che la Terra girasse su se stessa e attorno al Sole, come poi la Chiesa ha dovuto ammettere; e scusate ma in fondo si intendeva in un altro senso, la Chiesa non sbaglia mai. Invece Giordano è salito al Rogo, ciò vuol dire che è salito in Cielo per la sua Forza e la sua Cultura, in cui credeva fino alla Morte.
Considerando tutte queste disquisizioni, verificando che tutto l’impegno verso la Scienza e la Conoscenza dell’Uomo lo conducono inesorabilmente verso la Fine nell’Esistenza molto più velocemente di quanto sarebbe stato concepito dall’Evoluzione, che nella Formazione dell’Universo ha fatto il piccolo sbaglio di formare un essere capace di uscire dalle Regole Naturali creando Distruzione per Ignoranza, vorrei sapere con quale teoria s’immagina che può venir qualcuno ad asserire che bisogna limitare il Sonno, che serve solo ad acquisir la forza che ci rende operativi nella Vita.
Ammesso, ma proprio in linea teorica, che esistesse una persona così, le sue induzioni all’Azione sarebbero solo una grande, macroscopica, strunzata (con accento sulla 1° a). Perchè l’Uomo è in grado, ha poter di far del bene; rendere tutte le scoperte e le creazioni un’esaltazione produttiva e volta verso lo sviluppo; ma solo in sogno.
Non ci vuole molto a rendersi conto che tutte le operazioni e tutte le indagini mistificate verso lo sviluppo, sono un’arma messa in evidenza soltanto per dominare. Ci sarebbe un particolare per cui l’Uomo, effettivamente, può ritenersi volto verso un senso Superiore, e questo è l’Arte. Qualsiasi espressione, eseguita con uno spirito unico, frutto di un bagaglio importante, dal risultato estetico o comunque espressivo, questa è Arte, ed esalta l’Uomo al di sopra dei suoi valori ed annulla la sua Nullità: questa è carina, come si fa ad annullare la Nullità, dio solo lo sa; sembra quasi un bis in idem, che anche questo non c’entra niente, ma dà importanza dire così. Il problema è che l’Arte, per quanto superiore ed oltre i Confini dello Spirito, è sempre stata strumentalizzata, per non farla uscire allo scoperto, in modo che formasse un elemento che rendesse, davvero, l’Uomo superiore. Ed allora l’Arte, viene commissionata, l’Arte costa, l’Arte viene pubblicizzata e, se non rispetta le regole sociali, non viene compresa. Esempio classico di quest’affermazione può essere Van Ghog, ma, rimanendo sempre nel classico, possiamo dire anche un Caravaggio, che era un mascalzone che se la cavava perchè era “un genio”, ma è finito male, chissà come. Un altro che non si sa com’è finito è Majorana, grandioso e stravagante scienziato che si cerca ancora di non dargli l’importanza determinante che ha avuto nella Fisica, perchè non era un inserito e non studiava in funzione di chi avrebbe utilizzato le sue scoperte per costruire la Bomba Atomica. Ma poi ce ne sono tanti altri d’Artisti, che casomai si sono imposti per la loro Arte, ma esclusi dal giro commerciale e vilipesi perchè non facevano parte degli asserviti introdotti ai piedi di coloro che comandavano le sorti della nazione in cui si trovavano. Poi, casomai, dopo morti, col passar degli anni se non di secoli, il loro valore è stato scoperto, ma solo perchè la situazione, il contesto in cui operavano si è mutato. Comunque è questo il mezzo per annullare l’Arte come valore d’esaltazione dello Spirito e della Materia.
Non che l’Arte non sia Arte, ma non vale come Arte. Nel senso che viene privata della sua dinamica Artistica. Addirittura un Leonardo da Vinci si doveva vendere al miglior committente; anche se, quando era commissionato dell’invenzione dei mezzi di distruzione, non poteva non mostrare la sua Genialità, ma li programmava enormi e dall’impatto distruttivo catastrofico; pur, per non realizzare alcun mezzo di distruzione, li formava talmente pesanti e talmente complicati nell’esecuzione, che mai furono potuti essere messi all’opera in nessuna battaglia. Quindi, Leonardo era un Genio perchè elaborava armi talmente perfette, che i poveri soldatini che spedivano a guerreggiare non sapevano come farli funzionare. E’ stato quindi un modo, ci piace pensare, per esprimere la sua Arte ma non porsi come elemento bellico verso l’Umanità, che ha potuto assorbire solo quel che ha potuto effettivamente arrivare all’Eterno ed all’Infinito: il suo Genio.
In questa situazione, io che stavo dormendo tanto bello, mò mi devo svegliare, e pe’ fà che? Devo alzarmi, devo stare con la gente, devo avere rapporti, devo fabbricare, costruire, parlare, rinunciare, agognare, sopportare, disquisire, molestare, oppugnare, contrastare, gingillare, vomitare, distruggere, edificare, studiare, impedire, cantare, gorgheggiare, stonare, strillare, urlare… piangere.
Sai che faccio, invece: mi giro dall’altra parte e m’ addormo ‘nata vota. Ancora un poco, per sognare e rilassarmi. Per non essere schiavizzato dalle convenzioni e dagli opportunismi, per non sorridere perchè mi conviene e non fare il muso duro a chi non conta niente, non mangiare alla solita ora e non dire che il film visto era bellissimo.
Voglio stare nel letto, dormendo o non dormendo, perchè voglio sognare, voglio realizzare il Bello e il Buono, voglio andare su sfere che si elevano su piani superiori, voglio credere che siano vere tutte quelle cose che mi dicevano quando ero bambino, voglio passare da una realtà bella ad un’altra sempre più in alto, voglio mostrare quel che so fare e ve lo posso ben far vedere, ma solo in sogno. Allora:

Sogni d’Oro.


SCEMATA

Non è facile, per chi si ritiene intelligente, scrivere una “scemata”: bisogna capire ed interpretare un atteggiamento “scemo” per presentarlo in maniera ridicola e buffa, tanto da far ridere la moltitudine che è intelligente. E pare overo.
Quindi, secondo questo principio, una scemata non potrà essere un componimento che, direttamente, uno scemo presenta ad altri scemi ed il contenuto è una scemata: se così fosse, non divertirebbe e non farebbe ridere nessuno, perchè sarebbe qualcosa di scadente ed insulso presentato malissimo.
Una scemata dev’essere qualcosa formulato e presentato da una persona intelligente che, compreso il senso del ridicolo e capito qual’è il risvolto delle pagliacciate, lo rende un componimento addirittura intellettuale e, facendo scene buffe e parodistiche, diverte gli spettatori.
La cosa non ci piace in partenza, perchè c’è una discrepanza incolmabile; se una persona è intelligente, come fa a capire, interpretare, presentare una scemata? La sua interpretazione sarà per forza fasulla, perchè deduce e quindi cerca cause e conseguenze secondo il filo logico; quindi il risultato che può elaborare un intelligente che cerca di esprimere una cosa scema è per forza una falsità, e chi si diverte è raggirato.
Guarda, invece, tanti spettacoli che si vedono sui tanti canali televisivi; sono fatti da dementi che non hanno assolutamente alcun lume della ragione; è tutta gente cretina che non ha mai avvicinato mentalmente il concetto di logica. Allora sì, alla televisione ed in tanti spettacoli in tanti posti – cinema, teatri, piazze … – si possono ammirare tanti scemi che recitano esattamente copioni scemi, con scenografie e ambienti organizzati da altri scemi.
Sono veramente delle scemate, quindi vengono applauditi da spettatori scemi.
Non dite che non calza, perchè il ragionamento è lineare, chi vuole arzigogolare e dire che le cose sceme sono fatte da persone intelligenti, non può sostenere che un contenuto può essere espresso da chi non lo contiene, in quanto la visione che ne ha è per forza esterna e parziale.

Tutta questa lunga premessa per trovare il motivo che qualcuno capisca il mio scritto, che ho in mente di esporre ora e tutti quelli che verranno nel corso della mia storia. Solo questo avrà un titolo proprio, perchè non potrò intitolare tutti i fogli da me battuti alla stessa maniera. Però credo di aver dimostrato che le parole che scrivo sono veramente una scemata: perchè io, è incontestabile e per me è un vanto, sono scemo.
Infatti è da scemo aspirare verso Mete che hanno una dimensione solo nella fantasia. Unica Meta che ha una dimensione reale può essere quella “di Sorrento”, paesino fantastico che si trova lungo la costa tirrenica, attaccata a Piano di Sorrento, Sant’Agnello e poi subito Sorrento. Sembra che questa sia l’unica Meta reale, ma è vero fino ad un certo punto, perchè il posto ha una realtà concreta, ma la sua essenza è celestiale, quindi è un paese divino!
Le Mete che io , invece, adesso cerco di presentarmi, hanno un senso molto più astratto, cerco l’assoluto e sono contento solo quando riesco ad entrare nell’infinito. Non è assolutamente facile, lo so, per alcuni viene ritenuto impossibile, ma la mia esperienza, forse illusoria, mi induce a credere che il caso può avverarsi.
Il modo più facile e più sicuro è trovare una donna. Bisogna trovare una donna, che però non sia giusta, attenzione, per nulla affatto: dev’essere Giusta! La diversità è determinante. Posso essere sicuro dell’affermazione, perchè di donne giuste ne ho incontrate tante, ma manca sempre qualcosa e ti lasciano solo ed insoddisfatto a ricordare quant’era bello immaginare maiuscolo un rapporto che era minuscolo. Punto e a capo.
Tanto ardua è stata la mia ricerca del maiuscolo che mi sono anche illuso di averlo trovato, e l’ho idealizzato senza riserve e senza mezze misure; così mi sono astratto dalla realtà ed ho voluto vivere in un mondo di sogno, librandomi nell’aére cullato dolcemente; era inevitabile che dovessi riprendermi dal torpore, però la sveglia potevano porgermela più delicatamente, non così violenta e frastornante. Ho capito, così, di aver solo immaginato quel che non poteva essere, ma le poche donne che così avevo innalzato idealizzandole, mi hanno scosso e mi hanno devastato inducendomi che la poesia deve restare nei libri e, pur l’importanza del loro studio, non è possibile traslare il poetico nella realtà.
Ciò mi ha dato un abbattimento allucinante; quel che avevo creduto, quel che avevo sperato, quel che avevo cercato … tutto assurdo, tutto astratto, immagini degne d’essere fantasticate e di essere raccontate come romanzi; ma niente di concreto e di reale: tutto fantasia.
Avrei potuto capire la lezione che il Mondo voleva presentarmi, ma io, da stupido come asserito nel preambolo, non mi son voluto uniformare a soluzioni squallide e spersonalizzanti. Potevo mai, io, così individualista e così astratto nella ricerca, tanto che non mi spaventa cercare l’assurdo, adeguarmi ai concetti dominanti ed imposti dalla Società alla Massa? Figurati, sarei stato ridicolo ed avrei perso la scommessa con la vita, che mi avrebbe uniformato come lei voleva tirandomi fuori da me stesso e privandomi della mia personalità. Ed allora, ridendo, l’ho mandata via, perchè la soluzione che mi presentava non si adeguava al mio spirito, conduttore esistenziale. Però, così mi piace pensare ed in fondo qualsiasi cosa voglio credere può avere una dimensione reale, la vita ci ha ripensato e, di fronte ad un mio rifiuto così drastico e categorico, pur di non rimanere ridicolizzata dal mio sorriso e dalla mia convinzione, pur di non ammettere che il Bene dev’essere soppresso perchè non ha spazio, ha chiesto di continuare la partita, si sono nuovamente mischiate le carte ed è iniziata un’altra mano. Ma questa volta non mi faccio far fesso, sarò scemo e forse per questo non mi faccio far fesso. La vita me la vivo con tutta la forza ma non mi deve mancar niente di quello che mi appare necessario. Tanto anche se sono svilito nel lavoro e mi trovo senza un soldo, non me ne frega niente. Non ho mai dato peso nè valore al costume ed alla mia parvenza. Vorrei solo che non mi mancasse umanità.
Certo, prima, quando ero ragazzo credevo di poter attuare il Mito che sogno ancora; per un fine superiore ed edificante, che si risolvesse nell’evoluzione e nel progresso dell’Umanità e dell’Essenza, dei Rapporti e del Lavoro. Adesso ho dovuto constatare che certi miei atteggiamenti non trovano spazio ed i ragionamenti di uno scemo non vengono raccolti come lo scemo si illude . Allora, se vogliamo giocare un’altra mano, non tiriamo subito così sfacciatamente i carichi, che poi arriva la briscoletta che non vale un punto e si ruba l’asso. Però non ci accontentiamo di prendere le figure, sono i carichi che fanno la partita ed io ho imparato a giocare; tutte le traversìe, le molteplici esperienze, le delusioni catastrofiche, le illusioni che si stavano concretizzando ed invece sono volate via, la mia scemità che mi ha sempre condotto e di cui son sempre stato fiero, mi hanno dato un senso coerente, che purtroppo si deve rinchiudere nel mio individualismo. Peccato, perchè vorrei star bene al Mondo, ma se il Mondo non sta bene, io che sono nel Mondo, non posso star bene; ma non riesco a parlare al Mondo, sono troppo scemo, il mio messaggio ed i miei contenuti sono fantasie che non piacciono neanche ai bambini. Infatti, pensa, neanche i miei figli mi danno retta più di tanto; hai voglia di rincorrerli e di metterti al loro servizio; abbandoniamoci all’illusione che sono istigati dalle madri, che si sono rivelate sagge e decise nella perfidia e nella ricerca dell’interesse materiale e momentaneo. Posso anche capirle, potevo trasmettere ai miei figli un contenuto ed un bagaglio pieno di altruismo e scemita? E’ ovvio, le madri vogliono bene ai loro figli ed è naturale che stabiliscano loro quel che è giusto venga impartito e quel che non dev’essere sobillato perchè i figli, casomai animati dalla loro gioventù, che è sempre deviante in ogni persona, si sarebbero potuti anche immaginare che il papà presentasse dei profili interessanti sui quali ragionare. No, no, non è possibile; i figli non devono ragionare e non devono pensare con la testa loro, come cerca di fare quello sconsiderato del padre; già è tanto che studiano, sono tutt’e due bravissimi al compiuter, mentre il padre non lo sa proprio usare. Poi il figlio, proprio perchè figlio, fa comodo tenerselo appresso; certo, con tutto il bene e l’amore materno, casomai con i vestiti regalati che non vanno più dall’anno scorso e con le mutande sporche, ma un figlio è sempre comodo perchè in qualsiasi circostanza crea un alone di tenerezza e ben disposizione nei tuoi riguardi, che non lo sopporti quando piange o fa le storie, ma ti aiuta a ricevere sorrisi. Poveri figli miei, se vostro padre fosse stato un po’ più intelligente!
Vostro padre si trova qua, ora che è riuscito finalmente a trovare il posto ed il tempo ideale per ritirarsi con se stesso e scrivere le sue scemate; la vita continua, non ne sono contento perchè non me la sento bene di concedere un’altra chanches all’esistenza di trovare un senso, ma certi giudizi si potranno dare solo a partita conclusa, e con le carte che ho in mano, visto il piatto, posso fare un buon gioco.
E’ essenziale, lo devo ammettere, che nella stanza vicino, adesso, ci sia chi sta alimentando il camino alla musica di Brahms; però Franco Battiato non c’entra niente, non è la 4° sinfonia ma una selezione tra le sue più grandi opere.
Se non avessi trovato chi nella stanza attigua si sta scaldando al camino, ben triste sarebbe stata la mia partita e non avrei trovato basi per affermare, io, le mie scemate; che sono proprio assurde, ma tanto ci tengo. Starei ancora sbandato cercando l’ideale sempre vacuo, senza sonno e senza riposo, cercando quel che so mi avrebbe donato solo delusione, avendo bisogno di sentirmi scontento, constatando la degradazione e la viltà, l’abbrutimento nell’opportunismo e nella meschinità.
Ed invece, come poterselo aspettare?, è arrivato chi mi sa stare vicino e con il suo calore e le sue carezze mi dona pace, dandomi forza e serenità; serenità nella lotta, perchè non possiamo avvilirci a percorrere la strada in discesa che ci conduce ad una altezza da cui arriveremo di slancio fino al mare fondo. Ma la delicatezza e la raffinatezza sono doti che riempiono l’anima e il cuore; il resto non ha Essenza. Casomai questa è un po’ tiratella, sta sempre attenta alle piccole cose ed ha sempre paura di uscire fuori dalle nostre povere. possibilità; mentre a me piacerebbe, lo ammetto, avere i dinari per cambiare il Mondo; ma quanto mi hanno concesso di prestito non basta, e fa bene chi mi sta vicino a ricordarmelo: ogni tanto, non sempre!
Forse è un’altra chimera, che si unisce alla mia ricerca d’attuazione delle mie Mete ma, mi spiace per lei, l’unica Meta raggiunta e che conosco, quella “di Sorrento”, non l’ha mai vista. Ma se sarà così forte da sopportarmi come cavaliere ancora per un poco, vorrò andare con Lei anche a Meta di Sorrento, perchè non può mancarle qualcosa di intrinseco al concetto di “bellezza” ed “amore”; quindi saranno imprescindibili una nostra visita Capri e Merano, in cui vorrò presentarle il mio sogno e la mia passione,
Ma tu dici che durerà? Quanto a sperarci! Chi trovo adesso a confortarmi è senz’altro diversa da tutte le altre sagge e compite persone che mi son trovato a me innanzi; ma io, più che non fidandomi di lei, non mi fido di me stesso. Ho voluto credere a donne che si sono rivelate il contrario di quanto abbiamo cantato insieme; perchè adesso, per la prima volta, le situazioni dovrebbero presentarsi diversamente e dovrebbe avverarsi quel che ho sempre cercato senza mai trovarlo?
Ma sto cercando di fare un ragionamento logico e conseguenziale; per me che sono uno scemo non è possibile, verrebbe fuori qualcosa di sbagliato. Allora, come sempre, mi lascio andare al mio sentimento e spero, ancora una volta con basi che sento non vaghe ma reali, che finalmente la mia vita abbia trovato lo sbocco che sempre ha cercato, senza mai trovarlo.
Sarebbe bello, finalmente, anche per uno scemo, trovare Amore.

Francesco Angellotti