Il canto della musa

Un dì ,
nel sole d’autunno,
un canto, si udì
in quella quiete soave.
Mi voltai verso la voce di fanciulla,
solo per rubar un sorriso
senza veder nessun viso.
In una nuvola di sensi,
mi sentì sommerso
ma come per magia
quella voce svaniva
Mi domandai:
oh musa incantata
tu che tanto lodi
e tanto sei amata,
fuggi da lungi
per non essere ricercata!
Tu che illudi e non tendi la mano,
al tuo corteggiatore,
porti invano via ogni emozione.
Ma non rimane che la speme
di quel dolce cantor.


Lo sguardo di lei

Cantar le lodi
dell’infinito amor,
negli intrecci sguardi
che attraversano il cuor,
tale da scalfire,
i remoti angoli.
Sembra chiuso come
in un sigillo nella cassaforte
che non si riesce a trovar la combinazione.
Ove un semplice sguardo
dolce e affascinante
spezza impetuosamente quel sigillo.
Senza nulla opporre lasci
che l’amor venga rapito
da quei dolci attacchi.
Abbandonarsi senza nulla dire
per lodar immensamente
per quel dolce rapimento.


Novembre

Nel sole caldo di Catania
sdraiati sulla sabbia dorata
a guardar le onde del mare.
Villeggianti camminano tutti contenti,
nello splendor della città.
L’allegria e i canti degli ambulanti
per il profumo delle castagne
con il calor del fuoco dell’Etna.
I pargoli gioiosi che
attendano i doni,
nel rimembrar i nostri cari.
Con stupor della gente,
nell’ammirar una pioggia
di foglie cadente
nel ricordar
che siam novembre.