UNA PREGHIERA ALLA VITA

Sebben io sappia ch’è natura
il lento passo di nostra vita
che incede e frenar non possa
el suo cammin, almen di tanto in tanto,
un pò di sosta sia alla stanchezza,
che cruda, ogni dì c’incombe e profonde.
Come vorria che per noi almen
minor duol infonder possa, più lievi sian
li tristi ricordi al suo passaggio,
che al cor nostro, sentir male essi fan.
Dè, o vita, più lento rendi
el tuo cammin, e sempre più lontano
il tuo desio possa venir.


IL CAMMINO DEL TEMPO

Qual fiume che lento scorre,
è il tempo che fren non vede
e procede, inesorabil, el suo cammin,
ciò ch’elli incontra non vede e trascina,
porta via col suo incedere,
anco li più impervi massi,
niuna pietà de farti mal,
imperturbabil avanza, ma piano,
elli è scevro di provocar duol,
ma al suo traguardo giunger vuole,
quantunque sappia e v’è certezza,
che poi il risultato di tutto ciò,
ad una fine, ahimè porterà.


UN ‘ALBA SENZA TRAMONTO:

Non tramontar, mio sole,
non tramonto al mio amor sia,
presente in me sia l’opra
che dignità m’invader voglia
sempre costante alli miei dì.
Infonder, trasfonder gioia ad ogni alba
ecco quel ch’el cor mio vorria,
mai tramonto,ch’io veder possa.
Li dolori possan, almen un pò cessar
che in nostra vita con veemenza
incombon, ma attonito possa veder
tal sogno pian pian divenir realtà.


Un grido di dolore

Tu, ch’al mio duol ferma
e crudel fosti e sempre sei,
scevra d’umana reconoscentia
ch’io non credea affatto in te.
Sortir cotanto sdegno,
capace donna fosti,
non poss’io recordarti,
con l’allor mio affetto
e clamoroso tramonto di esso
hai avuto e per sempre avrai.
Or un nulla sei per me,
e pell’altrui uomini,
pria di loro ardor per te,
tanta speranza per me sia,
che conoscan te qual tu meschina sei.


Ristoro e gioia

O caro letto, tesor tu sia,
che pria di tanti lochi
per me valor hai ancor più,
e ristor sempre profondi.
Or tu dia felice ardor,
e viver faccia passiani
e, con infocata speme,
gioia sempre promanar tu puoi.
Ineffabil amico che lietezza,
in contesti vari tu diffondi,
dammi sempre vita
che sempre tanto dar tu sai.


A mia madre

Quando i tuoi occhi sorridono,
quando gioia veggo nel tuo volto,
donna, madre ch’all’altrui duol scevra
de l’affanni tuoi, conforto dar sai.
Nel cor tuo, la bellezza ,ogni dì,
animo nobil sempre intravedo,
tutto questo grande ti rende.
Mai sorriso all’umil gente che a te duol,
pensieri, affanni a te confida, fai mancar
Sia pur l’acciacchi tuoi incombon,
sempre conforto sai promanar.
Oh, mamma, del tuo volto gioioso,
non mi privar, ch’io d’esso
sempre bisogno di certo n’avrò.


Inno all’Amore

Cader non farme, ch’al giogo speme
de trovar sia la donna che di brame degna,
passioni, ardente amor la mia compagna
che nel cor mio ne venga canto .
Tanto pianto a stancar non abbia,
che speme ora possa colmar
le tante delusioni de vita.
Un gesto, qualche dolce breve frase,
che tu lo voglia, farme riaffiorar
fiducia ostentata, e sublimar
quel che ogni dì intendo e voglio.


Delusione e speranza di vita

Invalicabil monte me costringe,
impavide angosce, niuna tregua,
disilluso, tormentoso cammin
pervade, cala la speme nel cor mio
ove emerge, ardito, el pianto
qual gemito antico di bimbo
che duol dicea, esso soffria.
Or quest’uom porto non vede,
troppi l’anni ch’elli spera,
cerca, ancor sogna,
ma el suo grido vano, giammai udito,
tanta speme chiede,
almeno or possa gaudio sortir,
ch’al soffrir ne sia compenso.


Il sorriso di una madre

Mamma, quando il tuo sorriso
pian si diffonde in questa casa,
tanta è la luce in essa,
perché diffondi la speranza
che niun riesce a dar;
tutto scarno in sé confonde,
senza d’esso, nulla vale,
ogni cosa priva di color.
Sei tu il valor, perché promani
con la presenza tua, baglior.
Essenza di vita in questo loco
sia pur misero esso sia,
grande ricchezza d’animo
ch’è dentro te senza tramonti.
Sol alba sei, e sempre giorno
v’è nel cor de chi t’è accanto.