Inutile ostentazione

 

Da diverso tempo non grido più
Ho imparato a soffocare le mie compulsioni
Forse ho finito per archiviare una parte di me agli occhi degli altri
Non importa, mi dico
Il mio vortice interiore è prerogativa mia
Forse ora lo incanalo meglio in direzioni migliori
A volte, certo, tenere a bada non è semplice
E’ come lavorare continuamente
Forse il tappo poi salta ma non fa niente
Ci sono popoli che danno valore alle crepe che si formano inevitabili
Altri, più ipocriti, che al contrario fingono che non si rompa mai nulla
E tu amico mio ti conosci un po’ meglio adesso
Sai gestire il tuo caos o è lui a gestire te
Forse non me lo dirai nemmeno
Perché dopotutto io non te lo chiederò neanche
Perché sai ho anche imparato ad avere rispetto delle emotività degli altri
Ho scelto di andare in bici piuttosto che su un trattore
Ma ricorda i tuoi occhi non possono mentire
Tu che ti affanni ad offrirmi i tuoi successi
Io ti direi di coltivarli gelosamente senza ostentarli troppo
Perché la tua vera ricchezza sono le risorse che hai dentro


Le anime del porto 

 

Le anime del porto si affollavano quella notte
Era mezza estate e nell’aria c’era profumo di mare
Si guardava il cielo stellato e si cercavano risposte sognate
C’era chi già ballava e chi invece arrivava più tardi ad un locale
Lì ci si cercava tra la folla sommersi da cocktail e musica banale
Finché poi ci si è ritrovati ed il contesto ha fatto la restante parte
Perfino quella canzone faceva da dolce cornice
Tutti osservavano giovani vite danzare vicine
Era tempo degli addii e di progetti che erano quasi impossibili da fare
Poi arrivò l’alba ed il sole sorse dall’acqua
Le anime del porto uscirono dal locale e presero a passeggiare lungo la spiaggia
Mano nella mano
Si dicevano parole che restituivano una vita
Spesa tra dubbi ed insicurezze inutili
Ci furono sguardi, sorrisi, perfino baci
Le anime del porto si salutarono così, sulla sabbia fresca delle prime luci del mattino
Una di loro restò lì ferma, forse a contemplare quell’orizzonte
L’altra prese a correre, lasciandosi quei ricordi alle spalle
Un misto di felicità, follia ed incredulità
Unite ad una lieve malinconia
Un aereo di lì a poco l’avrebbe ricondotta a casa
Ma quella notte le anime del porto si erano trovate veramente a casa loro
Una casa improvvisata, fatta di poco, delle cose più semplici
Le migliori che si potessero portar dietro negli anni
Attimi che furono come carezze delicate
Di quei giorni rimasero solo alcune foto e nulla più
Come fosse stata solo una fantasia
Capitò di leggere poi tempo dopo una frase che descriveva a pieno quel momento vissuto
Si comprese quindi che le anime del porto non erano perfette
Ma semplicemente erano esistite, perfette per quell’istante 


Anima sbiadita

 

Essere fluidi
Vorrei fosse la soluzione
Cambia sempre di continuo
Non riesco a trattenerla con me
Meglio tenersi in movimento
Non posso evitarlo
E’ un sali scendi tutto il tempo
Sarebbe bello accarezzare veramente un tuo dettaglio
E’ ora di andare e spostarci
In un posto dove trovare altri spunti
Mischio un po’ le carte
Lascio che tutto mi abbandoni fino a sparire
Vorrei fare sempre pulizia
Ma non mi fa respirare
Il disordine è più avvolgente
Vince sempre il sogno di un viaggio
Passione travolgente
Musica vibrante
Notti fin troppo uguali
Che non mi stancherei mai di vivere
Non riesco a ricordarti come vorrei
Non sei più con me
Tranne il tuo nome che riecheggia tra i racconti
A volte è l’inerzia a farci andare avanti
Unita alla nostra voglia di non arrenderci
Di credere in qualcosa
Sono colui che a volte è senza passato
Quello che si è reinventato
La gente nulla sa e non vuol capire
Io lascio che sia la mia anima a sbiadire
Ciò che resta è una persona che si è adattata
Ha imparato che la rivoluzione è superata
Chi vince oggi è chi sa fluttuare
Chi ha capito come giocare
Chi sa bene che non ci sono regole
Chi come me costruisce emozioni invece di tegole