La morte

Eccola al telefono giungere
la morte. la tragedia si propaga
l’animo di tutti lei sa pungere
nell’attimo il pianto si dilaga

secondo voi che cosa è la morte?
che sta aspettando la nostra sorte
che cosa sta oltre la nostra vita?
nessun l’al di là con certezza lo cita

la morte con sé dà tante domande
arriva improvvisa con mistero
della terra colpisce ogni lande

risponde solo un vestito nero
all’uomo né in scienza né in arte
trova le risposte, cerca dio vero


Il mare

Ed ecco quella aliena pianura
magico strano così lui appare
e gli occhi ci dicono il mare
i piedi impauriti sulla terra dura

non hanno il coraggio di avanzare
su un luogo che non ha una forma
sulla terra incide la sua orma
sarà cieco quando lo rivedrà il mare

A paura fugge vuole scappare
corre lontano chiude le mani
è stanco di stringere gli occhi

oggi li apre davanti al mare
potrebbe fuggire andar lontano
invece lui lo fissa e lo tocca


 

Dedicata a un uomo diverso da me

Io non posso la tua lingua parlare
e ora tu mi devi ascoltare

Cerco di vivere la tua prigione
ma questo dono io ti voglio dare

la guerra copre la tua felicità
ogni giorno te la devi cavare

dal sangue sulla tua terra tu fuggi
e la pace non riesci a trovare

tu corri verso libertà e vita
la tua speranza è di attraccare

ricorda dio ha concesso libertà
nessun uomo te la può strappare

perchè tu diverso uomo per storia
forte le ragioni tue puoi gridare


 

RICORDATI UOMO TU SEI POETA

Mi misero in pesanti catene
sono fermo. io non posso andare
stavo scontando le mie lunghe pene
per nulla ero stato imprigionato

era buio non c’erano i colori
il silenzio: non c’era alcun suono
il naso mio non sentiva odori
Nulla intorno. l’aria era ferma

se questo sarà il mio futuro
io non morirò su questo muro
un marcio scheletro non sarò
la mia anima al nulla non darò

dinanzi a me scruto uno specchio
l’oggetto che quanto me era vecchio
il mio riflesso fermo mi sussurrò:
Ricordati uomo, tu sei poeta.

Non apparve la carta mia consumata
e né la mia vecchia penna amata
ma ebbi lo straordinario dono
la fantasia ora più forte sono

io ero nel nulla nel niente ieri
ma oggi sono tra i miei pensieri
ieri il silenzio io possedevo
e oggi io, uomo posso urlare

oggi con le mani posso gridare
sulle pareti di questa gabbia
vuota. come il deserto di sabbia
comincio a scriver con le mie mani

dopo lunghi giorni di stesura
la parete era diventata dura
si ruppero le mie catene. caddi
ero libero anche nei miei gesti


Lasciatevi andare dinanzi alle stelle

l’ominide muta l’uomo resta
tende le gambe piega il mento
e lui sta di fronte al firmamento
s’inchina il corpo pensa la testa

lo schiavo della guerra dei governi
posò il mitra l’arma della morte
di fronte a quei suoi astri eterni
a sé apri all’uomo le sue porte

posò la zappa l’uomo della terra
scelse il più bel fior dalla sua serra
il miglior grano da lui mai raccolto
è nulla eguale all’astro colto

gli alunni chiamò il prof in notte
vieni dove l’uomo bimbo si sente
di fronte al ciel ascolta la mente
il bimbo resta fisso non ha rotte

E smise di recitare l’attore
il firmamento fu il suo fattore
tolse la maschera vede le stelle
e sente l’uomo suo sulla sua pelle

Di tutti e nessun l’astro scordato
tutti smisero col proprio da farsi
tutti verso l’alto hanno guardato
e pensiero cominciano a darsi

un bimbo colla mano ha chiamato
nella notte tutti stanno nel prato
sotto il ciel la testa hanno piegato

bello infinito inafferrato
il cielo da dio creatore dato
così poetico il ciel stellato

cielo che mille volte ho guardato
ricco di scienza io ti ho studiato
così scientifico l’astro mostrato

e tutti il tutto hanno mollato
sotto le sue stelle in un campo
l’immenso soffitto hanno guardato

la mente pensa. nasce filosofia
non è bestia l’uomo e ora pensa
ricca di pensier la mente è densa

da questo scrigno escono domande
e si lasciano andare verso il tutto
loro giungeranno in ogni lande

chiacchierano sotto le stelle
sulle domandi grandi e belle
che senza risposta si schierano


INESPRESSIONE

sono qui. io non sento io non vivo
io vedo ma non posso parlare
della morte io attendo l’arrivo

guardo la porta della mia prigione
non sento non posso ascoltare
di una guerra non voluta campione

cerco le mie gambe tra le lenzuola
per sempre io non potrò camminare
io non ho mai consumato una suola

io che resto bloccato dalla soma
non posso sognare di rialzarmi
io vivo questo maledetto coma

io vivo io provo le emozioni
ma per sempre non potrò esprimerle


Alzheimeir

Per me un nuovo giorno senza nome
adesso che colore ha il cielo
non capisco è realtà o è sogno
una voce accorre se ho bisogno

Per me parole ma nessun futuro
sono impotente in questa prigione
sempre scappa da me la ragione
il mio passato è un bianco muro

racconta la mia vita le mie storie
adesso scrivi sulla mia parete
descrivi gli errori e le glorie

morirò ricordandomi chi sono
quando la mia lapide guarderò
sarà allora che mi riconoscerò