Morire per non più amare

(2012) Menzione d’onore : Concorso Inter-nazionale Vitruvio 2013)

Basta un niente, e ritorna il male
un ricordo che sfuma nella mente
e il mio battito torna fatale
le mie mani ti cercano disperatamente.

Poi tornano e prendono la mira
tra le mani la penna unica via
il cuore gonfio appena respira
dalla penna sfugge tutta la malinconia.

Un ricordo e un altro ancora
lacrime fissano ogni frangente
il dolore non ha raggiunto la sua ora
nel mio cuore dimora permanente.

Non più vista né più incontrata
dai miei occhi ti sei nascosta
sebbene dappertutto cercata
dovrei guardare in direzione opposta.

Nel passato ti dovrò cercare
tra le rovine del mio cuore
così ancora ti potrò amare
l’amore allevierà ogni dolore.

Passano i mesi e sono più innamorato
tu per me nemmeno un pensiero
forse hai già tutto dimenticato
chi amava di più ed era sincero.

Non va più via quest’agonia
troppo male da dimenticare
dovrei distruggere la tua allegria
o morire per non più amare.


L’anima dannata

(2013) ( Dilpoma di Merito: Concorso Internazionale “Città di Parete” 2013)

Caldo e freddo lo spirito
stelle nere punti che s’illuminano
nel silenzio dell’energia del bianco
estatico privo di direzione.

Cerchi galleggiano sfumando
pensieri bucati al suo interno
caduti a terra con dolore
dall’alto di torri d’avorio.

Non reali ma dal mio parare
resi veri, concreti e poi inventati
linee e punti anneriti e uniti
disegnano gli occhi impauriti.

Urla non escono che mute
da labbra seppure spalancate
la morte passeggia tra le dita
infine finisce i miei rimpianti.

Delusione come vento bollente
forme astratte spettinano capelli
l’amore fuggito per sempre
ferisce e umilia ogni mio battito.

I colori caldi a pastello
al contatto volgono al viola
tristezze respirano paure
paure della stessa paura.

L’anima così dannata
la morte non la sorprenderà
sempre tardi la raggiungerà
poiché morta già.


Lividi

(2014)

Lividi dipinti ad encausto da dolori
riscaldati, osservo distaccato
a respirare tra i pori della pelle.

Sopravvissuti galleggiano oleosi
a pelo d’acqua sull’epidermide
che inebetita non né ricorda gli urti.

Sofferenza tutt’altro che prosaica
ma purpurea nella sua dignità,
oppure mendace elegia
di un’anima macilente.


Cuore calpestato

(2014)

Non mi resta che un cuore negletto
eppure aveva amato così bene!
Eccomi invece a ripulirlo dal loglio,
infine lo ritrovo in gramaglie.

Tutto per un cuore inurbano
appare ora onusto di tagli,
dai colori screziati agli occhi,
in verità scabro al tatto!

Così che dalle sue dolorose urla
rinasce elegiaco,con malinconici carmi.


Stille silenziose

(2015)

Da quanto tempo il mio braccio
non sta intorno al tuo collo?
E tu non senti freddo proprio lì?
Io che cammino nell’amore
dimmi perché mi sono perso?
Forse perché l’intimità,
la tua intimità,
non l’avrò spogliandoti.
L’avrò solo ascoltandoti,
giacché tu donna oltre a dare tanto
hai molto da dire,
come stille scendono le tue parole,
parla dunque !
Poiché anche se silenziose,
seppur sembri che non le veda,
ricorda invece che io le ascolto.