ALCUNI BREVI EPISODI DI VITA

CONCERTO DI ANASTACIA E SUE CONSEGUENZE

Questa storia risale al 2005.

In quel periodo conobbi due ragazze che chiameremo Sabrina e Flavia, presentatemi dal mio amico Giuseppe che aveva la specialità di organizzarmi delle uscite sempre con delle ragazze racchie! E quelle poche volte che riuscivo ad incontrarlo con una ragazza carina, riuscivo solo a farmela presentare, perché aveva la paura anzi la fobia che se organizzava qualcosa per farmela conoscere meglio, io alla fine me la trombassi, mentre lui no (sorvolerò sul fatto che Giuseppe convive tuttora con la sua ragazza).
Tornando al racconto, una sera mi organizzò un’uscita per farmi conoscere Sabrina e Flavia e si può dire che di due non se ne faceva una carina, comunque Flavia almeno era simpatica.
Mentre parlavamo del più e del meno venni a sapere che a Sabrina sarebbe piaciuto andare al concerto di Anastacia.
Siccome anche a me sembrava una buona idea, perché ero interessato al concerto e non avevo voglia di andarci da solo, pensai male di organizzare un’uscita con le due ciospe per andare a vedere il concerto.
A dire il vero quella matta di Sabrina un 5 ½ poteva anche “strapparlo”, peccato però che avesse anche un carattere impossibile, invece Flavia era molto simpatica, ma non le do il voto per rispetto.
Comunque compro i biglietti ed alla data prestabilita andiamo al concerto.
Passo a prendere Sabrina che abitava a Calderara di Reno e poi insieme andiamo da Flavia che abitava non molto distante da lì.
Poi tutti e tre partiamo alla volta del Palamalaguti di Casalecchio dove si teneva il concerto.
All’inizio le cose non andarono male, trovammo subito parcheggio ed entrammo, ma poi iniziarono i primi casini .
Le due ragazze cominciarono a bere come delle spugne ed io, anche se in quel campo non sono un novellino, cominciavo seriamente a preoccuparmi.
Infatti a “Sabrina la matta” a 5 minuti dalla chiusura dei cancelli, mentre noi eravamo già dentro da tempo, venne la bella idea di tornare fuori per prendere da mangiare.
Le dico: “ Ma mancano 5 minuti poi chiudono i cancelli”.
Lei: “ eh bè prendo un panino poi torno”.
Decido insieme a Flavia di seguirla. Usciamo, ma al chiosco dove va a prendere il panino da bere non hanno la Fanta! .
Lei :” Ma io voglio la Fanta!”
Esaurito rispondo: “Finora hai bevuto solo birra puoi andare avanti anche così!.”
Niente da fare, si mette alla ricerca di un baracchino che abbia la Fanta, ma la Fanta non si trova e alla fine riesco a convincerla a rientrare.
Per fortuna, dopo che IO HO SPIEGATO LA SITUAZIONE all’addetto all’entrata, ci fanno rientrare anche se siamo un po’ in ritardo sull’orario di chiusura dei cancelli.
ABBIAMO RISCHIATO DI RIMANERE FUORI DAL PALAZZO E NON VEDERE IL CONCERTO PER UNA FANTA!!!.
Una volta dentro le due tipe continuano a tracannare birra, io le seguo, ma sembra che sul bere possano battere un alcolizzato all’ultimo stadio.
All’inizio del concerto ci sediamo nei posti prenotati, ma Sabrina dice che non si vede benissimo e quindi è meglio andare giù vedendolo in piedi ma bene. Per Flavia è uguale, io non sono molto d’accordo ma acconsento.
Il concerto fila via liscio ed è stato sicuramente molto bello.
Ma all’uscita cominciano i problemi!.
Prima di proseguire è necessario spiegare che al Palamalaguti se si parcheggia sulla strada, bisogna ricordarsi bene dove si è lasciata la macchina, perché una serie di stradine tutte uguali si incrociano tra di loro e la zona è molto ampia, e per il concerto, come è facilmente immaginabile, era tutta piena di macchine parcheggiate.
Ebbene nessuno di noi ha avuto quest’accorgimento, sbronzi come eravamo non ricordavamo dove avevamo lasciato l’auto. E considerato che a bere loro mi avevano battuto 4-2 poco c’era da sperare da quella parte.
Il problema è che a Flavia faceva anche male un piede che muoveva storto strisciandolo.
Ad un certo punto “la stronza” (Sabrina) mi dice: “DOVE HAI LASCIATO L’AUTO NON TI RICORDI?” .
– NO EH TU?
– MA CAZZO L’HAI PARCHEGGIATA TU SAPRAI BENE…
– SI, MA FORSE C’ERI ANCHE TU IN MACCHINA QUANDO L’HO PARCHEGGIATA!
– FLAVIA HA ANCHE MALE AD UN PIEDE NON PUO’ ANDARE AVANTI A LUNGO.
– NON E’ COLPA MIA.
– MAH…PER ME L’HAI LASCIATA LUNGO QUELLA STRADA LAGGIU’ MI SEMBRA DI RICORDARE!…
A dire il vero anch’io ero un po’ scemo, cosa poteva ricordarsi dopo tutto quello che si era bevuta.
Comunque, non valutando quest’aspetto, vado a vedere, ma la macchina non c’era.
Torno da loro dò la cattiva notizia e mentre Flavia non batte ciglio, Sabrina IMPAZZISCE!! COMINCIA AD URLARE: AHH AIUTOO!! ORA TELEFONO A LUCA CHE CI VENGA A SALVARE !!! LUCA SALVACI TU!!!!.
Non avevo la minima idea di chi fosse sto Luca, ma avevo una gran voglia di tirarle un ceffone bello forte, ma mi sono trattenuto e dentro di me pensai: “Anche questa doveva capitarmi”.
– LUCA!!! PRONTO LUCA!!!. CI SEI, SONO SABRINA SIAMO BLOCCATE AL PALAMALAGUTI, VIENI A PRENDERCI! LUCA SALVACI TU !!!!.
Fine della telefonata.
Passa ½ ora, di Luca non c’è traccia, ma intanto mi viene un’illuminazione.
Nella strada in cui avevamo parcheggiato ricordai che c’era vicino un camion con il cassone blu e mentre giravamo, in lontanza mi sembrò di riconoscerlo.
Non ero sicuro fosse quello che avevo visto, ma volevo tentare.
Ma la “cretina” no! Lei era invece convinta che forse la macchina l’avevo lasciata lungo un’altra strada dalla parte opposta a quella dove volevo andare io.
– PER ME L’HAI LASCIATA LUNGO QUELLA STRADA ADESSO MI RICORDO.
– INVECE IO SONO CONVINTO CHE E’ DALLA PARTE OPPOSTA IN QUELLA STRADA LAGGIU’!.
– NOOO!!! E’ DI LA’!!!.
La ignoro e dico: “Aspettatemi qua”.
Vado lungo la strada dove c’era il camion con il cassone blu e risalendo vedo la mia macchina.
DIO SIA RINGRAZIATO! .
Mentre apro la macchina ho il cattivo ma forse quasi veritiero pensiero: “ Basta le donne sono buone solo da scopare” . E penso che da quel giorno quel po’ di galanteria che mi era ancora rimasta mi sia del tutto sparita.
Apro l’auto la metto in moto e partito mi avvicino al luogo dove sono le due ragazze.
Ho la tentazione di superarle e di proseguire, ma da buon coglione non ce la faccio.
Mi fermo e fattele salire dico:
– “ALLORA VISTO ERA DOVE DICEVO IO”.
– “EH BE’ SE NON TI RICORDAVI TU CHE L’HAI PARCHEGGIATA” mi risponde la solita.
Gesù!! Per fortuna la serata era terminata e mi resterà sempre il ricordo di un bel concerto con una pessima compagnia.

P.S.
Da quella volta non mi sono più fatto presentare le ragazze dal mio amico (?) Giuseppe. HO IMPARATO LA LEZIONE !!! .


L’INCREDIBILE STORIA DEL PALLONCINO ORMAI “SGONFIO”

Un sabato sera io ed il mio amico Luca ce ne stavamo tornando da una discoteca di Imola dove eravamo soliti andare, e come eravamo soliti fare avevamo bevuto un numero non ricordabile di cocktail…infatti il motto del periodo era: “esci, divertiti, bevi ed intorta ragazze”.
Mentre ce ne stavamo tornando a casa sulla mia Fiat Uno più brilli (è un eufemismo) che mai, una volante dei carabinieri in appostamento sulla via Emilia ci ferma.
Io mi “cagavo” sotto perché sapevo che mi avrebbero fatto la “prova del palloncino” e di tornare a casa a piedi non ne avevo proprio voglia. In più all’epoca vivevo con i miei genitori e non sapevo cosa mai avrei potuto dire se mi sequestravano la macchina… .
Carabiniere:
– Documenti per favore.
Gli passo i documenti.
– esca dalla macchina le devo fare la “prova del palloncino”.
Volevo ben dire.
Esco e il rappresentante della giustizia mi porta dentro ad un camper.
– Ora devi soffiare dentro questo tubo, prendi tutta l’aria che puoi, e soffia.
Seguo le istruzioni del rappresentante della giustizia ed eseguo.
– No, non così, non è riuscita la prova, non hai preso tutto il fiato, riprova.
– Ok.
Altro tentativo.
– No, devi prendere fiato a pieni polmoni poi soffiare.
Avevo capito, ma sapevo che se l’avessi fatto probabilmente mi avrebbe ritirato patente e libretto.
Per cui feci finta di non capire presi un po’ di fiato e soffiai.
– No, non così, a pieni polmoni, riprova.
Presi fiato non a pieni polmoni, ma quasi.
– No, non va bene ci sei quasi…
Presi fiato e soffiai.
– No riprova…
La cosa bella è che il carabiniere era calmissimo non pensava lo prendessi per il culo…così continuai a soffiare come un asmatico per un’ora.
Il carabiniere non si arrabbiava, forse frequentava un corso di training autogeno con ottimi risultati.
Io però mi ero rotto le balle e così pensai:
“sono già passate più di due ore dall’ultimo cocktail, il corpo dovrebbe aver assorbito in gran parte tutto l’alcool bevuto, forse me la cavo”.
Così soffiai a pieni polmoni dentro quel maledetto tubo.
Voglio ricordare che all’epoca il livello di tassazione alcolica da non superare era di 0,50.
Carabiniere:
– Bravo, adesso hai soffiato bene vediamo………0,42…
Però… hai bevuto un po’ eh?…
Francesco:
– Sa, sono andato fuori a mangiare con amici e sa com’è tra una portata e l’altra un po’ di vino se ne beve…
Carabiniere:
– Va bene ecco il libretto e la patente, ma vai piano per favore.
Francesco:
– Non si preoccupi andrò pianissimo, grazie.
Rientrando in macchina il mio amico Luca chiede stupito:
– embè…tutto a posto?
– Sì andiamo che poi ti spiego.


IN PARADISO

Giulia disse a suo marito :
– Ah, come vorrei un uomo che mi facesse sognare e mi portasse in paradiso.
– Come mai ti senti così tesoro? – Le domandò il marito Giorgio.
– Non so vorrei trovare un uomo che mi porti in paradiso e che mi facesse sentire come fossi in cielo.
– Come mai me lo dici ora?
– Non so è una sensazione che sento di esprimerti, non so perchè.
– Giulia, se vuoi anch’io posso farti raggiungere il paradiso se voglio.
– Ma va là, non è vero, dimostramelo! .
Il marito va in cucina prende un coltello bello appuntito e torna dalla moglie.
Lei lo guarda stupito e gli chiede:
– Cosa vuoi fare?
L’uomo le sferra una pugnalata al cuore e la donna stramazza per terra.
Poi egli dice fra sè e sè:
– era proprio una buona moglie andrà sicuramente in paradiso.