TI PENSO SEMPRE

dal giorno che rapi’ il tuo giovane volo nel dicembre di secoli addietro.
E siamo rimasti in una solitudine di dolore mentre ti proiettavi nella perfetta letizia oltre il purgatorio terreno.
Ti penso sempre
cercando di immaginare il luogo
colmo di pace e fiori
al centro della luce che ti colpisce e ti penetra e riflette per illuminare piu’ intensamente lo spazio.
Ti penso sempre
anima nell’infinito
fuori dal tempo che cambia nei fiori e negli alberi con mille soli nell’azzurro e piccole nubi bianche alla periferia del cielo.
Avrai brevi notti per sognare i giorni entro l’assoluto che ti ha cercato e chiamato.
E sei all’interno della luce che amavi.
I sogni sono la realta’ del tuo esistere in un continuo cambiamento dei luoghi nell’eterno spazio.
La vera vita ti è intorno e tu sei in lei senza possibile ricordo di un antico dolore.
La musica sorge dallo spazio
e sale con la luce
i canti si fondono nei suoni e nei colori.
E sempre ti penso
in questo tempo imperfetto
in questo srotolare di ore senza senso
in questo dolore continuo dell’anima.
Avverto il peso delle foglie
nell’autunno degli anni
avverto la mia immagine passeggera
nella sera della vita.
E sempre ti penso
desiderando camminare con te
la strada dei campi nel meriggio
col profumo degli alberi e dell’erba umida.
Non sono piu’ quello che conoscevi
il tempo ha percorso la pelle e i muscoli il freddo è piu’ intenso nel novembre della vita.
Ma l’anima non ha tempo
è quella di sempre nel carcere del corpo mentre la tua vita è solo anima libera senza scorie di dolori e passioni è solo luce condensata nel tuo io infinito volata da un tempo breve per vivere una piu’ lunga eternita’.
Ti penso sempre
senza cercarti nei luoghi ove non puoi essere mentre il pensiero vola per raggiungerti prima che possa ritrovarti nella strada dell’eterno fuori dal tempo nel perfetto luogo.
dicembre 2017


A VOLPE ROSSA
un cavallo nel cuore

Ti osservavo dalle gradinate del Visarno mentre ti avvicinavi con elastici movimenti alle gabbie di partenza avvolto dal lucido mantello scuro docile alla guida del cavaliere.
Sei entrato senza rifiuti
aspettando l’apertura
assieme agli altri cavalli.
Poi sei schizzato all’avvio
guadagnando subito la testa della corsa
volando lungo la dirittura opposta.
In quell’attimo ti ho rivisto appena nato mentre ti asciugavamo con la paglia e la madre ti leccava e fiutava il tuo odore riconoscendoti da quel momento per sempre Ti ho ripensato mentre giocavi nello spazio recintato giovane puledro e ti impennavi contro il sole rosso la sera.
Ho rivisto il tuo farti adulto
la facile doma gli allenamenti
ed ora la gara
mentre raggiungevi la piegata
prima della severa dirittura finale
la lunghissima dirittura erbosa
di pista grande a Firenze.
Ancora in testa
all’intersezione della curva media
ancora in mano
mentre  gli altri fantini
muovevano le braccia
per sollecitare i tuoi rivali.
E tu volavi sempre in testa
avvicinandoti al traguardo.
Ultimi duecento metri
il nostro urlo si unisce a quello degli altri in questo meraviglioso meriggio autunnale mentre superavi per primo il traguardo.
E in quell’attimo volavi
trasportado i nostri sogni
racchiusi in quel momento
in quel preciso istante
breve
come l’eternita’.
settembre 2017


A PISA

spazio del mio esistere e del mio percorso orgoglio medievale al centro della Toscana al centro dell’Italia al centro dell’ingegno mediterraneo traversata ad arco dall’antico fiume che ti unisce al mare per i boschi di San Rossore.
e il dannunziano viale ombroso
fino al porto di Marina.
Memoria della mia giovinezza
fra gli studi anatomici di via Roma
prima di raggiungere il Prato delle Meraviglie con gli immensi fiori di marmo della Cattedrale e del Battistero e l’inclinato Campanile come giavellotto divino lanciato da un lontano Olimpo sperato.
Ricordo i grandi spazi alberati
di Piazza Santa Caterina
dove sfociano i borghi
e il colore dei lungarni mentre si ragionava di studi e filosofia prima di raggiungere il tramonto che incendiava la Cittadella nelle sere di primavera.
I muri degli antichi palazzi
ci facevano compagnia nei percorsi
dopo una pizza al Montino
terminati gli esami.
Respiro di alberi e luce
percorrendo le Piagge lungo l’Arno
con una birra al Salvini
prima di raggiungere il fatato Giardino Scotto giocando al pallone fra archi antichi spazi erbosi e ombrose panchine ove riposavano libri di anatomia.
Profumi di immaginifici alberi
e fiori lontani dell’Orto Botanico
e il fresco delle antiche mura
che delimitano i tuoi spazi.
Paese di tutta la mia vita
dove Galileo cercava l’universo
che accomuni il passato al futuro del sapere nelle scienze che dalle universita’ a Sant’Anna percorrono il mondo a cui fisicamente ti unisci per il futuribile Aeroporto.
Citta’ dei miei ricordi e studi
universo ridotto nelle tue strade
porzione d’infinito racchiuso fra le tue mura cornici eterne del mio cammino-
ottobre2017


 

IL RICORDO DI LEI

Dove sarai ora
in quale alba del mondo ti sveglierai.
Non camminerai nella strada lungomare
non avrai piu’ immagine come foto in bianco e nero sbiadita sul pianoforte bagnata dal sale di lacrime asciugate.
Non sarai piu’ nemmeno un numero
tatuato nella memoria del cellulare.
E io non saro’ davanti alle tue scelte
nel ristorante lungo il fiume
nelle nostre certezze divenute polvere negli anni.
Non sarai piu’ le parole lette insieme
che ci trasportavano in vite diverse
con emozioni riproposte.
Non sarai nei lenzuoli di solitudine
allontanati con dolore giorno dopo giorno.
Non avro’ piu’ il profilo fermato nel sorriso della foto ai margini del bosco.
Anche io vivro’ un luogo diverso
lontano dalle tue memorie.
Il tempo cancella gli attimi che volano nei ricordi i ricordi mutano nel tempo per dileguarsi nella nebbia e non esserci piu’ mai come tutti noi per tutti gli altri non esserci piu’ per nessuno nel tempo.
Ho provato a seguirti
cavalcando le praterie vicino al mare
ma non mi indicavi piu’ il percorso
sollevando la sabbia.
E certamente so che non ci sarai
nell’auto che scorre l’inverno
senza la mano che carezza i capelli
senza la canzone sussurrata di momenti lontani.
E se mi fermero’ al bar che conosci
so che sara’ inutile aspettarti
perché so benissimo che non verrai.
Non sarai piu’ nei luoghi nel tempo nelle memorie.
Il tuo ricordo sara’ un pensiero privo di molecole che a mia insaputa viaggia nei circuiti cerebrali in questo labirinto neuronale dove piu’ non ti conosco entro questa sfera di osso che ne racchiudeva l’anima fuggita anche dal cuore.
E nemmeno sarai piu’ fuori di me
nella foresta di cemento della citta’
nei mille passi di ogni giorno
lungo marciapiedi esausti.
E certamente non ci sarai piu’
e non sarai nemmeno un pensiero
che non sa ripensarti
come se tutto fosse dileguato
in un film perduto nella cineteca dei sogni come una perdita precoce che non si fa comprendere un desiderio di te che non vuole ripercorrerti.
Il tempo fugge nelle nuvole dei giorni
i giorni volano come attimi
e i tuoi attimi di vita
mi sono ormai fuggiti dalle mani chiuse
come l’acqua della sorgente
che scivola fra le dita per andare la’
dove non c’è piu’ nulla.


L’ALTRA PARTE DELLA STRADA

Hai percorso sempre la mia strada
ma dall’altra parte
io quasi sempre solo
tu quasi mai.
Qualche volta ci siamo trovati vicini
nell’affollata via del centro
e ho sfiorato la tua mano mentre mi salutavi.
Sovente ci siamo incontrati nei sogni
con profumi penetranti e divani di nuvole.
A volte siamo stati soli
e ci siamo baciati
e sapevamo che tutto
avrebbe potuto essere diverso.
Tu bellissima
con i capelli neri e gli occhi azzurri
come dea nordica salita dal mediterraneo.
I tuoi passi elastici
mostravano eleganza nel cammino
come bellezza che vuole apparire.
Gli anni sono trascorsi come attimi di vita e tu cammini sempre accanto a me a volte poco piu’ avanti a volte dietro ma sempre dall’altra parte della strada.


IL TUO RESPIRO

E’ un fresco alito di primavera
il profumo dei fiori in un campo
di lato alla strada della vita
un impercettibile movimento del volto mentre dormi.
E’ la parola urlata con forza
l’imprecazione contro il dolore
l’urlo della nascita
assordante che rimbalza le pareti della stanza.
Il tuo respiro
non si vede
ma è come il vento che solleva tempeste
non ha figura non ha confine
ma innalza l’ oceano contro la scogliera.
Il tuo respiro gioca col mio corpo
e scivola fra le mani abbracciate all’ altro cuscino per farmi sognare.
Il tuo respiro è l’anima del mondo
che ti penetra i polmoni carezza il tuo sangue e torna alla mia bocca carico della tua vita per entrarmi dentro.
Come il vento scivola sul mare
trasportando i profumi del tempo
mentre osservo l’infinito sulla scogliera.
Il tuo alito si fa immagine nel gelido inverno quando da lontano mi chiami.
Il tuo respiro bagnato di pianto
con parole senza voce di fronte alla morte.
Colmo di felicita’ quando mi abbracci
e credi che sia tutto
e non un piccolo bimbo solo davanti all’universo.
Il tuo immenso respiro
che esplode in un orgasmo d’amore
e si abbraccia alle spalle come cime da conquistare per raggiungere il tetto dell’universo.
Il tuo respiro
dolce calmo buono
quando esce dalla bocca
mentre apri e chiudi le labbra
per dire
-TI AMO-