Francolando Marano

Poesie in mostra


Quelle volte che incontrai la poesia

 

Quella notte soli e senza benzina,
in autostrada giù presso Taormina,
una piccola tragedia era in vista,
ma ecco: travestito da camionista,
di lì passava il buon Samaritano.

Ero a Rifreddo al Giubileo in attesa,
giovane padre con il figlio, quando
il Vescovo Giuseppe, arrivando,
ci vide e, nel farsi dono a sorpresa,
si avvicinò e prese in braccio il bambino.

Ero a Trecchina una sera d’estate
quando intravidi tra le altre parate
un gruppo che avanzava marziale
per commemorare il duca Vitale.
Mi spostai a lato ed ecco, nel passare,
volsero a me il viso per salutare
(e non mi avevano mai visto prima).

E in clinica a Figline, per la messa,
sul lato destro della chiesa annessa:
il Celebrante, passando vicino
per l’Ingresso, mi fece un lieve inchino
(avevamo gli stessi lineamenti).

A Ischia una mattina un Gruppo a schiera
si apprestava a fare l’alzabandiera:
mi fermai, nel modo più naturale,
come sempre per l’Inno nazionale.
Ecco che, avviandosi, si voltarono
e all’ “Attenti a sinistr” tutti guardarono
verso di me, in segno di saluto
(e non mi avevano mai visto prima).

 


 

Nebbia e nuvole, che alibi!

 

Nebbia e nuvole, che alibi!,
ugualmente alternandosi
nascondono o l’una o le altre
zattere che attraversano
il Canale, ad essi oggi ignoto,
a suo tempo di Sicilia.

È così che, non vedendo
relitti e speranze perse
a poche miglia da noi,
riusciamo a sentirci assolti
da peccati ed omissioni
in questa vita e nell’altra.

Solo che dentro ogni notte
origlia attenta un’alba nuova:
levandosi farà luce
e il giudizio sarà impietoso.

 


 

La mia materia preferita

 

Era la mia materia preferita,
non facevo altro che parlare di storia
dei personaggi e della loro vita;

in special modo i vinti senza gloria
erano da sempre alla mia attenzione

e così mi soffermavo a pensare
a come sarebbe la situazione
se nel confronto plurisecolare
avessero vinto i vinti o i cattivi:

urgeva rivisitare gli eventi
specialmente i più significativi
mettendo insieme piccoli frammenti
per capire il perché delle cose,

se qualcuno con la propria azione
influì e se da quel che fece o impose
la storia prese quella direzione,

soprattutto capire con profitto
se era da farsi o era tutto già scritto.

18-08-2022

 


 

Ci era stato detto di non uccidere

 

Ci era stato detto di non uccidere
e noi ci siamo impegnati per farlo
con tutta la malvagità possibile;

di non nominare il suo nome invano
e abbiamo sterminato in suo nome
gli indigeni che ci avevano accolto;

di non dire falsa testimonianza
e abbiamo trasformato le menzogne
in verità per i nostri seguaci.

Ci era stato detto di non rubare
e a forza di distruggere e asportare
abbiamo svuotato la Terra;

non desiderare la donna d’altri
e noi, avendola desiderata,
l’abbiamo rapita e anche violentata.

 


 

Vincitori e vinti

 

Per ogni vincitore che si assolve
e si gode il suo momento di gloria,

c’è sempre un vinto steso nella polvere
o appeso a un traliccio, di cui la storia
racconterà un’altra storia: l’orrore
è lo stesso, cambia solo il dipinto.

Se guardi al centro vedi il vincitore,
in basso o sullo sfondo c’è anche il vinto.

E nel volgere di un secolo appena
tutto sarà capovolto e quel vinto,
esule che scontava la sua pena,
starà pensoso al centro del dipinto.

Gli eredi del vinto ora vincitore
tenderanno la mano ai discendenti
di chi a suo tempo apparve vincitore,
sperando non si ripetano eventi

in cui ci sia una guerra e una vittoria
e i posteri a riscrivere la storia.